Rocco Hunt, il 19enne rapper salernitano che ha portato a Sanremo Nu juorno buono, un brano dedicato alla Terra dei fuochi, raccontando la realta’ con la profondita’ di un narratore e i suoni dell’hip hop, e’ il vincitore delle Nuove Proposte. La serata dedicata alla canzone d’autore ha dimostrato che quest’anno la musica migliore del festival e’ proprio nel girone Giovani, finalmente collocati al centro della scaletta. Per quanto riguarda i Campioni questa e’ una storia a se’, perche’ il repertorio proposto e’ stato pescato tra i titoli piu’ belli della storia della canzone italiana, con il dichiarato intento di accostare il festival al premio Tenco, storica enclave della musica d’autore. E a proposito di grande musica, un vero incanto e’ stata la performance di Gino Paoli che con Danilo Rea, fuoriclasse del pianoforte jazz e non solo, ha riletto Tenco, Bindi prima di interpretare “Il cielo in una stanza”. Battiato, De Andre’, Paolo Conte, Edoardo Bennato, De Gregori, Modugno, Gaber, Ruggeri, Fossati, Dalla sono un menu straordinario inaugurato da Marco Mengoni che cantava il Sergio Endrigo di “Io che amo solo te”. Il problema e’ che proprio l’eccezionalita’ di questa musica e il clima rilassato delle performance rendono ancora piu’ evidente la distanza che esiste tra questo repertorio e quello che si ascolta in gara. Non e’ poco averlo portato al Festival, ma questa, nei meccanismi del festival, resta una parentesi perche’ poi quello che conta e’ la gara. A portare la competizione sul terreno autentico della contemporaneita’ e’ stato il girone Nuove Proposte. Diodato, che canta “Babilonia”, e’ un talento, uno che ha fatto la gavetta tradizionale e conosce bene i suoni del rock contemporaneo e che canta con sicurezza, Zibba che interpreta Senza di te, un brano orecchiabile con eleganza, molto cantautorale. Tra i Campioni avrebbe spopolato e si e’ giustamente unito a Fabio Fazio nel salutare Francesco Di Giacomo Rocco Hunt; The Niro, che e’ in gara con 1969, sta un po’ stretto tra le Nuove Proposte visto che ha alle spalle diversi album e centinaia di concerti e un rande vocalita’. Alla gag di Luciana Littizzetto con il maestro Beppe Vessicchio, che ha accettato di interpretare il ruolo dell’amante con casco stile Bloody Beetroots, si e’ aggiunta quella con il mago Silvan che con una scatola magica l’ha prima ridotta a una miniatura e poi l’ha riportata alle dimensioni normali. Luca Zingaretti ha ripreso il tema portante della bellezza leggendo alcuni pensieri di Peppino Impastato, uomo simbolo della lotta alla Mafia, Enrico Brignano ha riproposto un numero di varieta’ di Aldo Fabrizi, uno dei fari del comico romano. A portare al festival la musica internazionale Paolo Nutini, lo scozzese di origini italiane, protagonista di un mini concerto apertosi con “Caruso”, omaggio a Dalla che e’ il suo artista italiano preferito.