Ferdinando Camon
Bob Dylan snobba il Nobel. Gliel’han dato come poeta, ma nessun poeta snobberebbe quel premio. Il Nobel ha premiato Bob Dylan perché con Bob Dylan contava di avere una risonanza mondiale, che neanche il sempre-candidato Philip Roth gli avrebbe data. Ma considerare Bob Dylan (che inventa canzoni, sì, ma le canta e le suona, servendosi di un palco, luci, atmosfere, teatro), considerarlo un poeta e metterlo a confronto con i poeti, è come considerare saltatore in alto uno che salta con l’asta: certo che salta più in alto, ma ha l’asta. Se questo era il progetto del Nobel (mi servo di Bob Dylan per farmi pubblicità), Bob Dylan risponde con lo stesso progetto: mi servo del Nobel per farmi pubblicità. È in corso la guerra a chi riesce a sfruttare meglio l’altro per farsi pubblicità. Chi sta vincendo? Bob Dylan, naturalmente.
Per settimane ha ignorato l’assegnazione del premio, come notiziola insignificante. Il Nobel dà un po’ meno di 900 mila euro. Per un poeta, una somma da sogno. Per Bob Dylan è una miseria: e questo l’Accademia del Nobel non l’aveva previsto. Era abituata a trattare con i poeti, che sono dei morti di fame, che maneggiano centesimi. Con Bob si trovano di fronte a un nababbo, che maneggia milioni.
Al Nobel premiare Dylan fa comodo, a Dylan fa comodo snobbare il Nobel. Perché di questo si tratta: Dylan non rifiuta il Nobel, come ha fatto Sartre, Dylan lo accetta e ringrazia e si dice onorato, però non va a ritirarlo perché dice che ha da fare cose ben più importanti, il Nobel è un’inezia, a cui può dedicare i ritagli di tempo, non certo metterla in agenda. E noi scrittori a domandarci: come si veste, lo scrittore che riceve il Nobel? In frac, come un pinguino? Anche Màrquez? Anche Fo? Tu per tutta la vita parli dei poveri, e poi ti vesti come vuole l’etichetta degli straricchi? T’inchini fino a terra davanti al Re e alla Regina? Gli accademici svedesi fingono aplomb ma sono suscettibili. Quando Sartre ha rifiutato il premio perché avrebbe fatto di lui un personaggio e un’istituzione, appendendogli un’etichetta al collo, mentre lui voleva restare un libero pensatore senza etichette, però dopo ci ha ripensato e ha comunicato che il premio no, ma i soldi sì, li avrebbe accettati volentieri per aiutare istituzioni benefiche, l’Accademia gli rispose picche, e non sganciò un centesimo. Mi domando chi abbia vinto tra i due, Sartre o il Nobel. Credo che Sartre abbia perso. Sartre che chiede il denaro e gli viene rifiutato, diventa un perdente. Ma Sartre era uno scrittore, e chi scrive libri o poesie è sempre senza soldi. La rivista di Sartre, “Le Temps Modernes”, languiva tra i debiti. Bob Dylan non ha questo punto debole. Tra il Nobel e lui, è più forte lui, che se ne può fregare. Una lezione per l’Accademia del Nobel: non aveva capito che essere un poeta è anche una questione di soldi. I poeti non hanno soldi. Se sono pieni di soldi, sono un’altra cosa.