Politica interna
Mattarella: Sergio Mattarella sceglie di sdrammatizzare sulla sortita dell’ambasciatore americano John Phillips in appoggio alla riforma di Renzi, considerandola una semplice opinione personale, resa senza troppe cautele, e spinge affinché sia derubricata dalla categoria degli incidenti diplomatici. Con poche parole e a modo suo, il presidente della Repubblica cerca di spegnere un confronto politico incendiario e di far rientrare nei canoni di una dialettica costituzionalmente corretta la contesa sul referendum. “Il mondo è diventato, non dico piccolo, ma molto interconnesso: ogni fatto che avviene in un Paese si riverbera negli altri… Se poi quello in cui sta per accadere una svolta significativa è un Paese importante, e l’Italia è un Paese importante, l’interesse si moltiplica anche all’estero. Naturalmente questa considerazione non modifica il fatto che la sovranità sia demandata esclusivamente agli elettori”. Parole apprezzate dallo stesso premier Matteo Renzi, che durante un comizio dice di condividere “al 101 per cento quel che ha detto Mattarella”.
Italicum: Il rinvio della decisione della Corte Costituzionale sulla nuova legge elettorale sta diventando più di un’ipotesi. Svariati indizi fanno credere che il primo braccio di ferro, quando i 15 giudici ne discuteranno il 4 ottobre prossimo, sarà proprio sui tempi della sentenza. C’è chi la vorrebbe immediata e chi invece, compresi personaggi autorevoli come Giuliano Amato, consiglia di attendere l’esito del referendum, sia per una questione “tecnico-giuridica” (in base alla riforma prevista dal referendum, la Consulta sarà chiamata a pronunciarsi entro 45 giorni sulla nuova legge elettorale) sia per una questione “politico-istituzionale” (se decidesse subito la Consulta verrebbe accusata di interferire). I giudici costituzionali, quindi, sembrano voler attendere l’esito del referendum per capire come la pensa il popolo italiano sulle riforme.
Politica estera
Ue: Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nell’annuale confronto con gli eurodeputati a Strasburgo sullo stato dell’Unione, ha esortato i governi a superare le troppe divisioni che paralizzano l’Europa, elencando numerose proposte gradite sia dai premier più influenti, sia dalla maggioranza dell’Europarlamento. Si va dal progetto di difesa comune, al freno all’arrivo dei migranti (con il rafforzamento delle frontiere esterne e più fondi per l’Africa), all’addio al costo del roaming, a Internet gratuito fino alla flessibilità di bilancio. Nel suo discorso Juncker ha sottolineato che “rispettiamo e siamo dispiaciuti allo stesso tempo per la decisione britannica, ma l’esistenza dell’Unione non è a rischio”, tuttavia “i prossimi mesi saranno decisivi per l’Unione europea se vogliamo superare le divisioni tra est e ovest che si sono aperte in questi ultimi mesi, se vogliamo dimostrare al mondo che l’Europa esiste”. Non potendo prendere impegni sul fronte dell’unione bancaria e della creazione di una “fiscal capacity” europea, né dire parole risolutive sulla questione dei profughi, il presidente lussemburghese ha concentrato il suo discorso sui passi avanti concreti che l’Europa può compiere senza scatenare nuovi conflitti interni.
Terrorismo: In meno di una settimana la polizia francese ha arrestato a Parigi tre ragazzini di quindici anni pronti a morire “da martiri”, ad ammazzare “quanta più gente possibile sotto casa” prima “di farsi ammazzare dalla polizia”. Il filo comune di questi arresti è Rachid Kassim, militante francese dell’Isis che, via Telegram, conduce una massiccia campagna di propaganda e arruolamento in Rete, alla quale risultano sensibili anche giovanissimi e donne. Nel frattempo ieri il presidente François Hollande ha riunito all’Eliseo un consiglio per la Difesa e la sicurezza, per fare il punto “sulle azioni intraprese dopo l’ultimo tentativo di attentato” da parte di un commando di tre donne fermate la settimana scorsa e legate all’auto piena di bombole di gas parcheggiata vicino a Notre Dame. Hollande ha inoltre confermato che “diversi attacchi” sono stati sventati, mentre il ministro dell’Interno Cazeneuve ha parlato di un lavoro dei servizi d’informazione “di un’intensità senza precedenti” legato in particolare “agli appelli a colpire lanciati dalla Siria, che ormai puntano a jihadisti sempre più giovani”.
Economia e Finanza
Pensioni: Spunta l’ipotesi di un mini-bonus da riconoscere ai lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato ad avere una contribuzione continuativa prima dei 18 anni, affinché superino la soglia dei 41 anni necessari per l’anticipo pensionistico. Il “premio”, totalmente a carico dello Stato, tuttavia, verrebbe garantito solo ad alcune tipologie di addetti, tra cui chi ha svolto lavori usuranti. Secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti il nodo precoci “è molto difficile da affrontare perché ha un livello di costo molto alto”. Mercoledì 21 settembre il problema verrà affrontato in un incontro con i sindacati: “Sarà un’occasione per fare una sintesi della discussione e valutare anche le cifre e sulla base delle valutazioni concluderemo l’incontro – ha detto Poletti – penso che si sia fatto un lavoro approfondito che ha reso chiaro quali siano i problemi e le possibili soluzioni, poi ognuno farà le sue valutazioni”. Dal ministro ieri è arrivata anche la conferma che ci sarà il nuovo ritocco della “no tax area”: “Va equiparata a quella dei lavoratori dipendenti”, l’obiettivo “è quello di ottenere una maggiore equità, perché nel sistema ci sono delle ingiustizie”.
“I fondi alla sanita’ nel 2017 continueranno a crescere. Certo il ministro della Sanita’ chiede dieci e magari otterra’ uno, ma non e’ che ha avuto un taglio: voleva dieci e ha avuto uno. I soldi per la sanita’ aumenteranno e non ci sara’ nessun intervento sui pacchetti di sigarette”. Lo dice il premier Matteo Renzi a Uno Mattina. “Se ci saranno tagli – sottolinea – non sara’ sul passato ma sulle richieste dei ministeri”.
Rai: Il Senato ha approvato l’emendamento Cociancich (Pd) al ddl sull’editoria che impone anche alla Rai il tetto di 240mila euro per le retribuzioni. Il calmiere vale per amministratori, dipendenti e consulenti della tv pubblica, alti vertici compresi. “La norma è imperativa e vale da subito, così almeno noi la intendiamo – spiega il senatore Pd Francesco Verducci – servirà a ridare credibilità alla Rai”. Dunque a breve l’ad Antonio Campo Dall’Orto (che percepisce 650mila euro), la presidente Monica Maggioni (336mila euro) e 39 dirigenti che sforano i 240mila euro, tra cui i direttori di Rai2, Ilaria Dallatana, e Rai3, Daria Bignardi, dovranno adeguare la propria busta paga. Oggi Palazzo Madama approverà il testo completo, che poi andrà alla Camera dove il passaggio è dato per scontato. Nel frattempo, sempre ieri il cda della Rai ha avviato, da parte sua, un percorso di autoregolamentazione proponendo un tetto di 240mila euro più un’indennità massima del 30% per i contratti con durata non superiore ai tre anni.