Perché la spesa dei fondi strutturali in Italia è così lenta? Può sembrare strano, ma non molti hanno cercato di rispondere con precisione a questa semplice domanda. I più si accontentano di dire: è colpa del Mezzogiorno (delle regioni meridionali) che non sa o non vuole spendere i tanti fondi disponibili. Ma se si guardano i dati, emerge una risposta abbastanza diversa, e molto più interessante: il ritardo è imputabile inmisura nettamente prevalente alla lentezza nella realizzazione di opere pubbliche, in tutto il paese. Non è una buona notizia.

Per la verità le risorse europee perdute dall`Italia sono state sempre pochissime. I dati di consuntivo per il 2014 mostrano che si tratta di cifre molto contenute, relative a due programmi a gestione nazionali e al Fondo Sociale Europeo della Provincia di Bolzano. Sappiamo però che le cifre da rendicontare per il 2015 sono molto grandi, e che quindi esiste un rischio per la fine di quest`anno.

Quanto ai possibili sprechi – cioè la scelta di utilizzarli per interventi di limitata importanza – la discussione è aperta, e c`è bisogno di valutazioni molto più approfondite di quelle disponibili:  non basta dire che i progetti sono tanti per dedurne che sono inutili. Vi è certamente un problema: la spesa procede molto lentamente. Un recente contributo della Banca d`Italia (L`economia delle regioni italiane) consente di gettare luce su questo aspetto. Secondo la Banca d`Italia, il ritardo «è riconducibile a una pluralità di cause: nuove e più complesse regole operative per l`attuazione dei programmi comunitari; una maggiore incidenza di grandi progetti infrastrutturali, la cui gestione è particolarmente complessa; i vincoli di bilancio che hanno ostacolatole capacità di cofinanziamento statale e regionale».

Non si tratta dunque, banalmente, della «incapacità del Mezzogiorno», ma di questioni più complesse e importanti.

(Gianfranco Viesti)