Commenti ed editoriali: il Sud in evidenza sulle pagine dei quotidiani
Maurizio de Giovanni, sul Corriere del Mezzogiorno, si interroga sulla vendita del carcere di Poggioreale: “Chissà quanto assorbono le mura. Se in quei tetri palazzi che sono stati ospedali, manicomi, carceri rimane qualcosa della sofferenza di chi ci ha vissuto, e magari ci è morto. Adesso che si discute della vendita di Poggioreale si spera avvenga presto, per dare una vita migliore ai carcerati in una più moderna struttura; ma ci si chiede cosa accadrà di quel cuore nero e pulsante di dolore al centro della città”.
In un’intervista Carmine Monaco, per tutti ’o track, spietato killer della fiction Gomorra, dice apertamente: «Appoggiamo de Magistris. Lo merita.E’ uno che parla chiaro, che si interessa dei giovani. E noi votiamo per lui».
Ma, sostiene Antonio Polito sulle pagine del Corriere7: “Tra i tanti effetti nazionali che possono avere le elezioni comunali di domenica, ce n’è uno finora molto trascurato che potrebbe prodursi a Napoli. Qui corre per la riconferma a sindaco un uomo che, a differenza di Raggi o Giachetti, di Fassino o Parisi, conta su un successo elettorale per puntare molto più in alto, per salire sulla ribalta della grande politica. Se de Magistris vincerà il secondo mandato, è infatti molto probabile che lo vedremo candidato premier alle prossime elezioni
nazionali. L’ex magistrato, con toni incendiari, sostiene infatti che a Napoli è in corso una “rivoluzione”. Nel comizio in cui ha minacciato e insultato Renzi («Ti devi cacare addosso», gli ha gridato dal palco, «devi avere paura») ha spiegato che quello che sta facendo è trasferire il potere al popolo, dando vita a una forma di autogoverno cittadino, a una sorta di Repubblica partenopea in lotta con Roma. Un gruppo di parlamentari suoi amici ha addirittura presentato un progetto di legge costituzionale per trasformare Napoli in un’entità simil-statuale con una sua autonomia finanziaria, uno Stato nello Stato che si tiene le tasse che raccoglie. Una specie di secessione ma stavolta dal Sud, un leghismo alla rovescia”.
Di tutt’altro avviso Luigi Vicinanza che, sull’Espresso, annuncia che è tramontata la stagione dei sindaci: IL “PARTITO DEI SINDACI” è un ricordo sbiadito, lontano. 1993, ultimo anno della prima repubblica. Rutelli a Roma, Cacciari a Venezia, Bassolino a Napoli, Formentini a Milano. Storie politiche e profili culturali diversi. Comune l’orgoglio di dare una rappresentanza all’Italia delle centocittà, il meglio della nostra tradizione civica, mentre un sistema nazionale stava collassando. Lo spirito del ’93 ha resistito per circa un decennio, un misto di buone pratiche, risanamento urbano, servizi più efficienti, valorizzazione delle identità culturali delle plurime capitali italiane. Federalismo praticato, più che predicato. Dal Nord al Sud.