Costituire un gruppo di bambini tra gli 8 e i 12 anni presi tra i vicoli dei quartieri spagnoli e metterli improvvisamente a suonare con in mano un contrabbasso o un violoncello. È stata questa la scommessa visionaria lanciata ormai quasi due anni orsono da Enzo De Paola, patron della casa discografica Lucky Planet. L’aveva lanciata quasi in maniera provocatoria nel corso di un incontro a Palazzo Filomarino de “Il Sabato delle Idee”, il pensatoio napoletano fondato dallo scienziato Marco Salvatore. Era il 17 maggio 2014. Esattamente dopo quaranta giorni c’era già il primo gruppo di venti bambini a fare le prove diretti dal maestro Giuseppe Mallozzi, professore ordinario del Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella. Il 4 luglio, dopo soli tre giorni di prove, la prima esibizione pubblica nella Basilica di San Giovanni Maggiore concessa dall’Ordine degli Ingeneri di Napoli.

Una scommessa divenuta, dunque, subito un progetto concreto. “Non ho voluto perdere tempo ad elemosinare finanziamenti pubblici che pure avevo cercato e nemmeno oggi ho ancora mai ricevuto”. Racconta così con un po’ di amarezza ma anche con grande orgoglio Enzo De Paola. “Siamo partiti grazie ad un aiuto di Gino Paoli, allora presidente SIAE, che è stato il primo a credere in questo progetto”. Oggi l’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli è già una straordinaria realtà e anche i supporti privati crescono grazie, da ultimo, al Banco di Napoli e alla Fondazione Lello Roccasalva. I bambini sono diventati esattamente 42 e non sono soltanto napoletani, perché nei quartieri spagnoli del terzo millennio ci vivono anche famiglie cinesi, rumene o ecuadoriane.

“Siamo diventati anche un bellissimo esempio di integrazione interrazziale da studiare – racconta De Paola – e stiamo già lavorando ad alcuni progetti con le Università”. Anche perché quello dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli è soprattutto un grande esempio di successo educativo, grazie all’importazione in Italia de “El sistema”, il metodo pedagogico ideato dal musicista-economista venezuelano José Antonio Abreu, per il quale la musica deve assumere innanzitutto un ruolo educativo e sociale nei confronti dei giovani più a rischio criminalità ed emarginazione. Ecco allora che, in attesa del suo secondo compleanno, il progetto dell’Orchestra, che ormai ha anche trovato la sua casa stabile proprio nel cuore dei quartieri spagnoli negli spazi della Fondazione Foqus presieduta da Rachele Furfaro, continua ad inanellare successi e riconoscimenti. Dalla visita al Senato della Repubblica su invito del Presidente, Pietro Grasso, ai primi ingaggi nazionali come quello nella splendida cattedrale di Poggio Mirteto a due passi da Rieti. Stasera alle 20.15 (con ingresso libero) all’Auditorium Santa Luisa di Napoli (in via Andrea D’Isernia) l’ennesima tappa concertistica napoletana. L’ultima prima dell’atteso esordio sul palcoscenico del teatro San Carlo il 23 maggio in occasione della giornata della legalità per l’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Perché la musica può insegnare anche come vivere nella legalità.

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