«Siete dei buffoni, l’ergastolo me lo do da solo, non me lo date voi». La procura chiede l’ergastolo per Daniele De Santis. E lui rilancia le accuse contro i pm. De Santis avrebbe ucciso Ciro Esposito, il 29enne di Scampia colpito da due proiettili nel prepartita della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina nel 2014, e morto quasi due mesi dopo in ospedale. Tutto avviene nell’aula bunker del carcere di Reibbia, a Roma, alla presenza di una decina di persone.  «Mamma, non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene», sussurra De Santis alla donna, che si è avvicinata alla barella su cui lui siede per una lesione permanente alla gamba, subita durante quegli scontri. La madre non trattiene le lacrime. De Santis sbotta e attacca gli inquirenti: «Siete degli ipocriti».

I pm Eugenio Albamonte e Antonino di Maio hanno chiesto l’ergastolo senza attenuanti per De Santis, per omicidio volontario. L’aggravante della premeditazione non gli è stata contestata anche se «il dolo è massimo, e lambisce la premeditazione». Secondo la procura, infatti, «l’ultra romanista» ha messo in atto un «piano preordinato»: è uscito di casa con «bombe carta e pistola»; ha cercato lo scontro inveendo contro i pullman di tifosi napoletani, al grido «scendete, scendete, vi ammazzo»; ha provocato i tifosi napoletani fino ad attirarli in una trappola, all’interno del circolo Ciak Village, «dove 4-5 persone col volto travisato stavano aspettando
i tifosi del Napoli». De Santis ha sparato «mirando per uccidere chi lo stava inseguendo». E proprio il
29enne di Scampia è stata la prima persona a corrergli dietro e a placcarlo. E poi ad essere raggiunto dai
due colpi di pistola: «l’unica sua colpa è di aver sorpassato il cancello del Ciak e di non aver lasciato andare via De Santis».
Di opposto parere è l’avvocato Tommaso Politi, difensore dell’imputato: «Una requisitoria contraddittoria e lacunosa, che dimostra la debolezza dell’impianto accusatorio. Ancora non ci hanno spiegato come avrebbe fatto De Santis a nascondere un’arma da due chili, che nessuno ha visto, in un Pantalone di tuta, senza rimanere in mutande nella corsa».