Ci sono 244 milioni di migranti nel mondo. A rivelare il numero è l’ultimo International Migration Report delle Nazioni Unite, che analizza destinazioni, provenienza, concentrazioni dei soggetti migrati all’estero.
La platea si è ingrossata del 41% dall’inizio del secolo. Ad alimentare maggiormente le partenze è in primo luogo il continente asiatico, con uno “stock” di 104 milioni di soggetti residenti altrove nel 2015 (quasi la metà del totale mondiale): in particolare indiani (16 milioni), cinesi (10 milioni), originari del Bangladesh e del Pakistan. Anche l’Europa ha un ruolo da protagonista nella “diaspora”, con 62 milioni (il 25% del totale mondiale) tra i quali russi e ucraini in testa (11 e 6 milioni).
L’Europa è al primo posto tra le principali aree di installazione degli immigranti (ne ospita 76 milioni), seguito dall’Asia (75 milioni) e dall’America del Nord (54 milioni).
Dal 2000 al 2015 gli immigrati nel Vecchio Continente sono infatti aumentati di circa 20 milioni rispetto all’inizio
del secolo (+34%, variazione comunque al di sotto della media mondiale, +41%), con una distribuzione e incrementi che hanno maggiormente interessato i Paesi a più alto indice di benessere. Nel Nord Europa si è infatti raggiunta la quota del 13% di stranieri residenti rispetto alla popolazione (con le punta del 17 e del 14% in
Svezia e in Norvegia, dove comunque in totale non si arriva 2,5 milioni di presenze) e nell’Europa occidentale l’incidenza è pari al 14% (con l’Austria al 17% e la Germania al 15%, primo Paese ospite, con oltre 12 milioni di presenze). Quanto all’Italia gli stranieri sono più che raddoppiati (da 2,1 a 5,8 milioni) e in Spagna triplicati (da 1,3 a 5,9 milioni).