La crisi ha reso gli italiano più poveri. Fra il 2008 e il 2014 abbiamo perso quasi mille euro a testa. E, tranne che in Puglia, nel Sud gli effetti sono stati ancora più forti. A rivelarlo è un’indagine dell’Eurostat. Che spiega anche come la distanza fra l’Italia e l’Europa sia aumentata. Infatti mentre da noi i redditi calavano del 4%, negli altri paesi, in media, sono cresciuti del 5,7%.

Il Lazio segna una perdita secca di 16 punti (da 130 a 114), seguito dalla Liguria con 14 punti (da 118 a 104), Piemonte (da 113 a 100), Lombardia (da 138 a 126), Friuli Venezia Giulia (da 112 a 101), Emilia Romagna (da 127 a 117) e Marche (da 102 a 92).
Il ricco Veneto scende di otto punti, ma rimane comunque sopra la media Ue, a quota 108, come la Toscana, scesa da 110 a 104. Tranne la Campania crollata da 70 a 61, le più “povere” del Mezzogiorno in fondo hanno resistito meglio alla crisi sul fronte del potere di acquisto, ma sono scese a livelli drammaticamente inferiori alla media europea: la Calabria è passata da quota 65 a 59, la Sicilia da 69 a 62, la Puglia da 66 a 63, la Basilicata da
75 a 69, la Sardegna da 78 a 72, 11 Molise da 81 a 75.
Il Mezzogiorno, quindi, sof- fre ancora: anche se va detto che nel 2014 il pii nazionale era ancora negativo, mentre nel 2015 è tornato lievemente positivo.
A perdere più di tutte però è un’altra regione del Centro, l’Umbria, che scende dell’8,37% (-2.200 euro a
24.100) persi rispetto al 2008. Altra maglia nera è la meno benestante Campania, che ha sofferto un crollo del 7,7% (a 16.800 euro). E sono diventati più poveri dei pugliesi. La Puglia conquista un +0,6%, passando da 17.300 a 17.400 euro l’anno.

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