È finita l’era del posto fisso. Solo che il sistema pensionistico fa poco per agevolare chi cambia lavoro. L’esemplo più eclatante è quello delle ricongiunzioni onerose, un pasticcio che si trascina da più di cinque anni senza che
nessun governo, nonostante le solenni promesse, abbia risolto la questione.
Il risultato è che ogni anno migliaia di lavoratori non riescono ad andare in pensione per il semplice motivo che,
avendo fatto lavori diversi con contributi versati in parte all’inps e in parte ad altri enti, non possono sommarli gratuitamente ma devono fare la «ricongiunzione onerosa», cioè a pagamento, presso l’ente che dovrebbe liquidare loro la pensione finale e che per farlo chiede un conto salato (da decine di migliaia a somme che supera-
no i centomila euro, secondo i casi) perché in pratica il calcolo è simile a quello del riscatto della laurea a fine carriera.

Solo che, a differenza dell’Università, qui i contributi sono stati versali e dunque è come pagarli due volte. Molti quindi rinunciano,come documenta il patronato Inca-Cgil, perdendo parte dei versamenti che vengono inca-
merati dagli enti (i cosiddetti contributi silenti).