Nella società globale di questo inizio del Terzo Millennio, il pensiero dominante è ormai, l’orizzonte del mondo.
Purtroppo, con un’assuefazione assolutamente senza precedenti, domina tutto di tutti.
È così comunemente dominante da doverlo, a ragione, considerare il pensiero del mondo; il pensiero unico del mondo.
Purtroppo, del pensiero dominante e del danno che fa all’uomo del mondo, si parla poco; tanto, per mancanza diffusa di un confronto-scontro utile a chiarirne il ruolo e la sua “funzione dominante” nella società.
Se ne parla, tra l’altro poco, perché essendo dominante, si ha una subalternità reverenziale al suo “essere dominante”.
È proprio il fare reverenziale il male maggiore della società del nostro tempo; una società falsamente libera, ma in sé dannatamente condizionata, ad un punto tale da preferire il silenzio, mettendosi, sempre più spesso da parte ed evitando, pur avendone tante buone ragioni, il dialogo, il confronto con l’altro, sempre più dismesso, per evitare di essere inopportunamente aggredito da idee contro, pronte a fare le loro vittime, con un giustizialismo soprattutto mediatico dell’ora e subito, un dominus che, proprio non la perdona a nessuno.
Oggi, mancando la dialettica del confronto, c’è in giro l’aria sempre più ammorbata di una falsa condivisione; di una condivisione basata sempre più spesso, sul principio del pensiero unico dello “stai come me o contro di me”.
A farlo valere è soprattutto chi vuole assolutamente imporsi ed imporre le sue verità senza se e senza ma.
È questo, il pensiero-padrone di chi considera un atto grave, contro le sue verità, anche se false, l’ardire del “contro dio me”, un comportamento intollerabile da lesa maestà.
Un’offesa grave che va fatta pagare; tanto, senza esclusione di colpi si fa, soprattutto, attraverso il web, con un linguaggio avvelenato usato per “vendicarsi” dell’offesa subita, in conseguenza del proprio diritto assoluto al “contro di me”; un “contro di me”, da vera e propria lesa maestà.
Siamo e sempre più, al gioco al massacro. Un massacro senza risparmio di colpi, per lavare le offese ricevute con la giusta dose di veleni da usare nei confronti di chi ha osato mettersi contro.
Il trattamento velenoso contro, prevede l’uso anche abusato di tutte le infamie possibili; tanto, al fine di fargliela pagare per quell’”ardire colpevole”, per il solo fatto di avere osato a mettersi contro.
Ma al povero malcapitato non sono riservate le sole parole di offesa contro; si va ben oltre e lo si colpevolizza accusandolo con “responsabilità inventate” di tutti i mali del mondo.
In questo nostro Paese, sempre più ammalato di uomo e con i rapporti umani sempre più cancellati, cresce sconsideratamente il cattivo gusto dell’insulto; non c’è più assolutamente rispetto dell’altro in quanto uomo.
Se scomodo, deve necessariamente essere insultato e calunniato.
Ma che società è mai questa? È l’espressione unica di quel nanismo culturale imperante nel nostro Paese, ormai, così diffuso come è, e così fortemente radicato nelle coscienze dei tanti “italianuzzi”, da rappresentare il velenoso virus di un parlare contro sempre e comunque, magari, parlando contro a vanvera.
Un tempo il mondo calunnioso caro da sempre al nostro Paese, apparteneva solo alla politica che riteneva addirittura giusto il fare contro da insulto, per abbattere l’avversario.
Oggi, oltre al mondo politico, si è avuto uno sconfinamento anche nella società civile, con un fare velenoso capricciosamente contro tutto e tutti; tanto, pensando di potersi costruire il mito di un se stesso senza macchia ed assolutamente (povero lui, a chi lo pensa!) intoccabile.
È questa l’Italia/italietta dei furbetti che poi, tanto furbi non sono, avendo comunque, per natura umana, i fianchi scoperti a tutto ed a tutti.
A chi giova giocare al massacro, così nanisticamente? Non produce niente di buono per il buono della società che, in alternativa, ha unicamente bisogno di comportamenti saggi al fine del bene comune che è l’obiettivo primario dell’insieme umano e di ciascun suo membro.
Non è civile vivere, gli uni contro gli altri armati, in guerre guerreggiate, sempre più spinte da una frenesia di potere ormai a 360 gradi che non risparmia più niente e nessuno.
La nuova morale, la nuova etica del fare e del comportamento comune verso gli altri, deve essere necessariamente incendiaria; deve essere devastante.
Tanto, è ormai parte di noi; tanto, è ormai parte di un fare con gli altri e verso gli altri che non richiede, come un tempo, il dovuto rispetto umano, ma solo e sempre più, l’offesa, anche se gratuita e bugiarda.
In questi scenari di italianità veramente triste, al primo posto, c’è il fare contro, sempre più virulento dei media.
Tutto succede e ci succede per effetto di una subcultura del linguaggio nei confronti di chi, volendo rimanere se stesso, nella propria autonomia di pensiero e di giudizio, non si accoda agli altri, rifiutando così di fare da coro al pensiero dominante.
Questo succede e sempre più spesso, per mancanza di rispetto dell’altro in quanto uomo; questo succede e sempre più spesso, per assoluta mancanza di rispetto democratico e civile della persona umana e delle sue idee che ha il pieno diritto, di poterle esprimere e trasformarle in fatti, in assoluta e piena libertà.
Tanto, non è democratico e tanto meno umanamente giusto; tanto, è dannoso all’uomo, in quanto l’amaro frutto del poco rispetto per l’altro, in quanto uomo.
Siamo ad una società sempre più senza identità. Siamo ad una società del non confronto; siamo ad una società delle non idee condivise.
C’è, tra l’altro, un parlare animato, il solo frutto di insipide ed inutili ammucchiate che, in coro, dicono tutto, per non dire assolutamente niente.
In questo nostro Paese, sempre più indifferenti ai valori del sapere umanistico, siamo ad un crollo drammatico della padronanza linguistica; siamo, soprattutto, da parte delle nuove generazioni, ad un sempre più diffuso impoverimento lessicale e di pensiero.
Siamo ai figli del web, a giusta ragione, definiti da Umberto Eco, gli “idioti del web”, per il loro fare ed il contenuto del loro fare, assolutamente privo di umanità e di socialità, valori, come sempre necessari per vivere saggiamente il presente e per costruire bene il futuro, il frutto delle idee di un insieme e di un fare condiviso che proprio e purtroppo, oggi non appartiene al numeroso popolo degli “imbecilli del web”.
Così facendo, da “deboli dentro”, orfani di protagonismo, si diventa parte anonima dell’insieme-branco, di cui si rispettano silenziosamente le leggi, con tutte le negatività comportamentali che purtroppo ne conseguono.
Siamo ormai, al punto tragicamente negativo in cui ci troviamo, ad una società fluida, assolutamente incapace di elaborare e di tenere dietro ai ragionamenti complessi, un tempo, parte di noi, in quanto fondamenti insostituibili della vita umana.
Per tutto, per tutto il mondo dei saperi e delle buone regole di un insieme condiviso, c’è tanta, tanta indifferenza.
Dove andiamo, così facendo? Siamo più liberi, o senza saperlo e senza volerlo, mettiamo in gioco, tutto della nostra libertà e dei nostri saperi, da considerare necessariamente il frutto di un insieme condiviso, per un mondo d’insieme coeso ed umanamente dialogante?
Purtroppo, la confusione umana in cui viviamo, non promette proprio niente di buono; c’è all’orizzonte la crescente minaccia di un profondo oscurantismo contro l’uomo ed il suo mondo, sempre più maledettamente orfano di cultura e di civiltà, ad un punto tale, da costruirsi in modo perdente una società a senso unico, dal profilo sempre più basso; una società, così facendo, triste e disumanamente dagli orizzonti cancellati; una società che porta, tra l’altro, all’indifferenza dell’uno per l’altro o peggio ancora, ad atteggiamenti fondamentalistici e violenti, dell’uno contro l’altro. Tanto, con un percorso che, partendo dai veleni del parlare aggressivamente contro, si carica, sempre più, di un fare violentemente contro, ad un punto tale da pensare che sia, tra ‘altro, umanamente giusta anche la stessa eliminazione fisica dell’altro, in quanto uomo della Terra, non da amare, ma da odiare ed anche uccidere, rimanendo così, nanisticamente “ometti italianuzzi”, padroni unici della scena che è in sé, sempre più, una scena vuota, per mancanza di veri protagonisti, essendo tutto intorno, crescente il mondo umano del mediocremente basso, purtroppo, fortemente consolidato, per cui è assolutamente difficile vedere possibili vie di uscita per l’uomo che, ritenendolo disumano ed ingiusto, proprio non vuole morire di uomo, sempre più accanitamente nemico degli altri uomini della Terra.
È necessario riflettere intelligentemente su tutto quanto di negativo si vive oggi nel mondo; tanto, per colpa crescente di un’umanità che non sa essere più umana; che non sa rispettare l’altro e camminare, evitando, come prima cosa, il clima diffuso di violenze e di veleni, di un parlare contro, la prima grave causa del male oscuro uomo contro uomo.
Al punto in cui siamo, è assolutamente necessario fermarsi a riflettere; fermarsi e riprendere un cammino saggiamente nuovo, necessario per un mondo nuovo, dove tutti devono poter esercitare, prima di tutto, il diritto alla vita e dove anche gli esclusi di sempre, devono poter fare valere le loro ragioni, i loro diritti che, oggi come non mai, sono sempre più diritti negati, da parte dei tanti potenti del mondo che, da padroni, agiscono contro, non riconoscendo agli altri neppure il diritto alla vita ed il rispetto umano dovuto a tutti, in quanto uomini della Terra.
Che fare per cambiare? Prima di tutto dare voce a chi, in modo troppo silente, si mette da parte, evitando di farsi sentire, alzando così come necessario, al massimo la propria voce.
Occorre, dalle diverse parti del mondo, il protagonismo convergente del sapere; occorrono idee nuove di insieme; di un insieme umanamente coeso, impegnato a costruire percorsi di civiltà, in cui nessuno, ma proprio nessun uomo della Terra, può rubarci la libertà e la dignità del proprio essere uomini di un mondo confusamente contro, facendo in giro, aggressivamente male per fare, prima di tutto, male a se stessi ed all’insieme umano in cui si agisce contro, creando condizioni sempre più disumane da vero e proprio scontro di civiltà, con un fare violento che ha come solo obiettivo, quello di delegittimare il mondo per soli “mondi di guerra” che possono compromettere la Pace di cui tanto ha bisogno l’uomo della Terra.
Un primo importante passo per costruire un mondo di Pace è il rispetto umano per l’altro; per l’altro che va rispettato in quanto uomo, da non, inopportunamente, offendere, tra l’altro, criminalizzandolo, come un nemico scomodo da eliminare, non essendo opportuno vivere insieme e/o in mondi separati, fatti se non di alleanze, almeno del dovuto rispetto umano per l’altro, in quanto uomo della Terra che, oggi come non mai, si ostina ad agire contro, creando purtroppo e sempre più, scenari tristi di violenze aggressivamente disumane che non aprono assolutamente la strada al nuovo del mondo, necessario per liberare l’anima dell’uomo della Terra, dalla disumana peste dello smog della violenza e dell’odio, di cui è urgente purificare tutti i popoli della Terra, per vivere in Pace in una condizione di umanità di insieme, nel dovuto rispetto umano, dell’uno per l’altro, evitando di farsi male, dando ragione al pensiero dominante.
Giuseppe Lembo