Considerata una delle martiri della Repubblica napoletana del 1799, Luisa Sanfelice, nata a Napoli il 28 febbraio 1764 si limitò in realtà a rivelare al suo amante, ferevente repubblicano, una congiura filoborbonica di cui era venutaa conoscenza. Ma l’incauta soffiata, dopo la restaurazione, le valse il patibolo.
Una leggenda vuole che Maria Luisa Molina sia nata a Laureana Cilento, in Principato Citra Lucania (nel sedicesimo secolo in provincia di Salerno), presso il palazzo ducale dei Sanfelice, poi diventato proprietà Del Mercato. Il nonno materno di Luisa, Tommaso Salinero, era fratello di Anna, nonna materna di Andrea, futuro sposo e, quindi, cugino di Luisa. La storia narra che, forse nel 1767, la madre di Luisa, la genovese Camilla Salinero, in viaggio dalla Sicilia a Napoli colta dalle doglie del parto trovò rifugio presso questi suoi parenti e che lì Luisa nacque. L’atto di nascita che registra Luisa Fortunata a Napoli il 28 febbraio del 1764 pare sia di una sorella, sicuramente maggiore, morta poco dopo la nascita. Secondo altri – Pietro Calà Ulloa -, Luisa era nata da parto gemino il 7 gennaio 1763 ed era andata in sposa con regia dispensa nel 1777, quando ancora non aveva compiuto quindici anni. Probabilmente è vero che si sposò ancora talmente infante da aver bisogno della dispensa del re, ma presumibilmente il matrimonio avvenne anni dopo, il 9 settembre 1781, così da giustificare la morte di una ragazza davvero giovane di cui tutte le cronache del tempo parlano e non di una donna di trentasette o trentotto anni, che per l’epoca sarebbe stata considerata matura