Luca Zingaretti dirige e interpreta The Pride di Alexi Kaye Campbell, in scena con Maurizio Lombardi, Valeria Milillo e Alex Cendron, al Teatro Bellini di Napoli fino al 28 febbraio. Quella frase che risuona imponente “i tempi stanno cambiando” pronunciata negli intensi dialoghi tra i tre protagonisti: Philip, Oliver e Sylvia, ci riporta immediatamente alla difficile discussione in atto nel Parlamento italiano sulle unioni civili e diritti delle coppie omosessuali.
Un testo d’esordio del greco-inglese drammaturgo Alexi kaye Campbell che impianta in modo alterno due storie distinte e separate, ma sembrano influenzarsi reciprocamente, che si svolgono a Londra in periodi diversi: il 1958 e il 2015. Una scenografia di un salotto essenziale che rispecchia storie di complicità, di amori, passioni e dolori, di solitudini, ambientate in periodi diversi ma legate da un filo conduttore: la continua ricerca della propria identità. Luca Zingaretti è un attore solido ma anche un regista attento e consapevole di maneggiare parole, dialoghi, sottintesi, sguardi, assieme a intensi intrecci di corpi maschili. In entrambe le storie, i tre personaggi principali, che non casualmente condividono gli stessi nomi, sono interpretati, per scelta dell’autore, dai medesimi attori.
I quattro interpreti: Philip (Luca Zingaretti), Oliver (Maurizio Lombardi), Sylvia (Valeria Milillo) e Peter (Alex Cendron) sono molto bravi, perfettamente disegnati da Campbell. Eppure i diversi e lontani periodi in cui si svolgono questi amori omosessuali ci restituiscono identiche fragilità, convinte passioni e contraddizioni. Nell’allestimento di Zingaretti (che, va rimarcato, è anche produttore dello spettacolo) c’è profondità ma anche un entusiasmo che non indugia sulle scomodità del testo e della relazione sentimentale tra persone dello stesso sesso. Lo spettatore segue con attenzione l’evolversi delle storie, dei sentimenti, degli intrecci e dei destini delle coppie gay.
E’ davvero fuori luogo il sospetto che sia più avanti della sconcertante contrapposizione in atto nei diversi schieramenti della società e della politica? ”The Pride esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono – scrive Luca Zingaretti nelle note di regia – pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Perché nella vita, tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa veramente vogliamo dalla vita e rispondere all’interrogativo se saremo capaci di prendercelo.Se saremo capaci di guardarci allo specchio ed essere almeno contenti di quello che vediamo.Philip, Oliver e Sylvia stanno lottando tutti per quella che sperano sarà una vita più facile” Le belle scene e le musiche sono rispettivamente di Andrè Benaim e Arturo Annecchino, i costumi di Chiara Ferrantini, le luci di Pasquale Mari.