Aperture diverse per i giornali di oggi. Alcuni aprono con le nuove scaramucce tra il governo italiano e la Commissione europea, altri con i risultati delle primarie statunitensi in Iowa, altri ancora con la discussione del Senato sul disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili e le relative trattative in corso tra i partiti, altri ancora sulle rinnovate collaborazioni annunciate ieri tra l’Italia e il governo dell’Iraq. Poi c’è la Serie A, che gioca stasera per un turno infrasettimanale dopo la partita vinta martedì dalla Roma in trasferta contro il Sassuolo.
Politica interna
Unioni civili – Il Senato ha respinto ieri a larga maggioranza le pregiudiziali di costituzionalità e le mozioni sospensive sul ddl Cirinnà. Ora il Pd lavora alla possibilità di lasciare liberi i senatori di esprimersi sulla materia più delicata: la stepchild adoption. Renzi mostra così di non voler raccogliere l’appello dell’alleato Angelino Alfano, che preme per l’eliminazione della possibilità di adottare il figlio del partner. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando affonda il colpo: “Non si tratta di tenere unito il governo, il tema è dare riconoscimento omogeneo ad alcuni diritti”. Ora si deve capire se ci sono i voti per approvare la norma. A Palazzo Chigi sono convinti che con decine di voti segreti l’intero impianto della legge può saltare. Per questo motivo il Pd ha fatto venir meno il patto con la Lega: un accordo che avrebbe eliminato il “super canguro” (l’emendamento che ne cancella automaticamente migliaia) in cambio del ritiro degli emendamenti leghisti (circa 5000). Per Luigi Zanda (Pd) non era uno scambio alla pari: “Con il supercanguro abbiamo già lo strumento per neutralizzare Calderoli. C’è bisogno di uno sforzo in più”. Ricomincia così la trattativa per limare gli emendamenti leghisti.
Liguria – La seduta del Consiglio regionale della Liguria è stata scossa dalla notizia del rinvio a giudizio di 23 tra ex ed attuali consiglieri nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze”. Le accuse sono di peculato e falso. Il leghista Edoardo Rixxi, assessore allo Sviluppo economico e vicesegretario federale della Lega ha dichiarato: “Sono sicuro di poter dimostrare la mia buona fede, purtroppo fino al 2013 le regole sui rimborsi erano confuse. Io comunque vado avanti a lavorare per la Liguria, se non potrò più farlo in questa veste lo farò in altro modo”. Su Rixxi pende l’incognita della legge Severino. Il processo inizierà l’8 giugno e potrebbe concludersi in tempi rapidi. In caso di condanna l’assessore non potrebbe mantenere il suo incarico. Il governatore Giovanni Toti ha escluso ripercussioni sulla giunta e ha dichiarato di voler “aspettare i tre gradi di giudizio prima di dire qualcosa”.
Politica estera
Stati Uniti – Il candidato Donald Trump si ferma al 24% in Iowa. Lo ha battuto il conservatore-integralista Ted Cruz con il 28%, ed è insidiato da Marco Rubio piazzatosi alle sue spalle con il 23% delle preferenze. Cruz ha conquistato 8 delegati, Trump e Rubio 7 ciascuno. In casa dei democratici Hillary Clinton è riuscita a contenere l’avanzata di Bernie Sanders, ma la vittoria di misura della Clinton fa comunque esultare il senatore del Vermont, che è riuscito a mettere in difficoltà quella che definisce “la più potente macchina organizzativa degli Stati Uniti”. Hillary Clinton vince dunque 49,9% contro 46,6%. All’ex segretario di Stato sono assegnati 23 rappresentanti, all’avversario 21.
Isis – La lotta allo Stato Islamico ha compiuto importanti progressi in Siria e Iraq, dove le forze della coalizione internazionale hanno riconquistato parti significative del territorio. Ma l’influenza del Califfato rischia ora di estendersi in altri luoghi, in primis la Libia, dove gli estremisti minacciano le riserve petrolifere. Il segretario di Stato americano John Kerry, al termine del vertice dei ministri degli Esteri delle 23 nazioni maggiormente impegnate nella lotta al terrorismo, ha dichiarato che “sarà una guerra di lungo periodo”, che “ha bisogno di nuovi e diversi contributi da parte di tutti”. L’incontro svoltosi alla Farnesina è stato presieduto congiuntamente da Kerry e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il quale ha confermato il pericolo di una moltiplicazione dell’attività jihadista in Libia, ma ha definito “confortante” che nella riunione romana si sia registrata “totale convergenza sulla necessità di puntare sul percorso negoziale che si è aperto”.
Economia e finanza
Flessibilità – Tra governo italiano e Unione europea lo scontro è più acceso che mai. Ieri sono stati il capogruppo del Ppe nel Parlamento europeo, Manfred Weber, e il commissario europeo all’Economia, Pierre Moscovici, a mettere nel mirino l’Italia. Moscovici ha dichiarato di non capire “il perché sui dossier di bilancio siamo in una controversia con il governo italiano, quando l’Italia è già il Paese che beneficia di più flessibilità, rispetto al resto della Ue”. In serata ha poi precisato che “il dialogo con le autorità italiane sulle nuove spese per i rifugiati o la lotta al terrorismo, rimane aperto”, sottolineando l’inutilità dello scontro con nostro Paese. La via da cercare è quella del compromesso. Ma le parole di Moscovici non placano gli animi, anche perché prima di lui era stato Manfred Weber ad affermare: “La Commissione europea negli ultimi anni ha dato massima flessibilità”, ma ora “non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità”. La flessibilità che l’Italia cerca e che l’Ue è restia a concedere è quella sul deficit, in primo luogo per le spese sostenute per l’emergenza migranti. La risposta alle richieste del nostro governo arriverà solo in primavera, quando sarà fatta una verifica completa delle spese presentate da Roma.
Lavoro – Da dicembre 2014 a dicembre 2015 si registra l’aumento della propensione delle imprese ad assumere con contratti stabili, ma gli effetti sul numero complessivo di occupati sono scarsi. È quanto risulta dall’indagine Istat sull’occupazione relativa a dicembre 2015, un mese importante, che consente di fare un bilancio degli effetti della generosa decontribuzione concessa nel 2015, mentre da quest’anno lo sgravio è stato ridotto del 60% e può durare al massimo per due anni. A dicembre l’occupazione complessiva è diminuita dello 0,1% rispetto a novembre mentre è aumentata dello 0,5% su dicembre 2014: 109mila unità in più che hanno portato il totale degli occupati a 22 milioni 470mila. I disoccupati sono invece aumentati di 18mila su novembre e scesi di 254mila sull’anno prima, attestandosi a 2 milioni 898mila, pari all’11,4% della forza lavoro. Il tasso di occupazione resta basso, risultando al lavoro solo il 56,4% delle persone fra 15 e 64 anni, mentre nella stessa fascia d’età il tasso d’inattività è pari al 36,2%.