Fausta Testaj

Al Teatro Stabile di Catania dal 9 al 23 dicembre per la stagione 2015/2016 è andato in scena :”La pazza della porta accanto” di Claudio Fava regia di Alessandro Gassmann con Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio spazio scenico Alessandro Gassmann con la collaborazione di Alessandro Chiti costumi MarianoTufano musiche originali  Pivio&Aldo DeScalzi  disegno luci  Marco Palmieri videografia Marco Schiavoni. produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile dell’Umbria. L’opera di Claudio Fava parla della vita della poetessa Alda Merini basandosi sul tetro periodo passato dall’artista all’ospedale pischiatrico dove fu fatta ricoverare dal marito, dopo aver riscontrato in lei dei comportamenti alquanto originali. La Merini fu costretta ad abbandonare marito e figlio per rinchiudersi al manicomio, qui però riuscì ad essere trattata con un occhio di riguardo dal professore (interpretato da un ottimo Angelo Tosto), il quale rimase subito affascinato dalle sue splendide poesie, inoltre Alda si consolò ritornando ad amare Pierre, un altro paziente,(portato sulla scena dal bravissimo Liborio Natali) dal quale ebbe pure un altro figlio che purtroppo gli fu subito levato, Alda dal carattere complesso, malinconico ma forte ed intraprendente avrebbe voluto continuare la sua storia d’amore con Pierre ma lui, in quel luogo di senza speranza, che è il manicomio , non riusciva a vedere un futuro per loro.Anna Foglietta riesce a calarsi molto bene nella complicata personalità della Merini, sempre in conflitto con un mondo che non la comprende e di cui non accetta le etichettature, grazie anche alla collaborazione di un affiatato cast e alla regia di un sempre più bravo Alessandro Gassman.

Dopo avere visto lo spettacolo ho incontrato per una intervista Anna Foglietta

Prima di interpretare :”la pazza della porta accanto” conosceva le poesie della Merini, la seguiva?

In realtà no, conoscevo la Merini che conoscevano un pò tutti ossia la pop star,perchè secondo me la Merini, sulla fine dei suoi anni era una pop star che ha prepotentemente invaso le nostre case con le sue apparizioni televisive degne delle più grandi show girls, aveva una personalità ed un carattere straordinario per cui riusciva ad incidere la memoria ed il cuore di tutti coloro che la guardavano, non sapevo in realtà che avesse sofferto quello che ha sofferto ed è incredibile come le persone che anche conosconoquesto scorcio della sua vita,dopo che hanno visto lo spettacolo ne rimangono oltremodo impressionati,perchè poi un conto è leggerle certe cose, un conto è viverle, noi in qualche modo durante quest’ora e mezza di spettacolo facciamo rivivere ai nostri spettatori quel tremendo mondoche era il manicomio durante gli anni 60 e70.

Ha interpretato Alda Merini senza essere mai sopra le righe e senza scadere nella volgarità quant’è stato difficile per lei entrare nella sensibilità della poetessa ed inquadrare il personaggio?

Io ho cercato soprattutto di scomporre il personaggio della Merini più famoso, eliminando tutta quella corazza di grande donna compita, di grande donna famosa quale era, io ho cercato di coglierne l’anima in un momento tragico della sua esistenza, ho cercato di vedere la Merini non come poetessa ma come una donna comune alla quale all’improvviso vengono sottratti tutti i diritti civili di un individuo quindi. La famiglia, l’amore, il bene, anche la possibilità di potersi lavare, mettere dei fiori sulla tavola, di poter piangere da sola, insomma ho cercato di scomporla e questa cosa mi ha improvvisamente illuminata perchè ho capito che la Merini, prima di essere una grande poetessa e quindi una grande intellettuale, era una donna con tutte le sue fragilità e piccolezze però era una donna di grandissima dignità ecco i due piani su cui ho lavorato tantissimo sono: La semplicità dell’individuo e contemporaneamente lan dignità che lei non perde mai, sbattendola anzi in faccia ai medici, agli infermieri ed a tutto il personale paramedico del manicomio dav’era rinchiusa per far capire quant’era forte la sua anima, è quella la differenza che passa tra un essere umano ed un altro la forte dignità che si ha proprio nel dolore.
E’ stata coadiuvata da un cast eccezionale…

Assolutamente, io lo dico sempre ogni volta che mi riconoscono il merito, dico:” il mio merito è tanto quanto quello di tutti gli altri, perchè ho un entourage stupendo che mi aiuta a brillare ancora di più come sicuramente io farò brillare loro, Alessandro Gassman poi, secondo me, ha fatto una messa in scena molto elegante, non c’è mai il compiacimento del dolore, non c’è mai la ricerca anche un pò pornografica del pianto, noi non ricerchiamo quello, noi quello che vogliamo restituire è solo una grandissima poesia, un grandissimo lirismo di tutto questo dolore, anche la scenografia è una scenografia che un pò ci fa rivivere un mondo quasi immaginario perchè in realtà quello che noi mettiamo in scena è il ricordo della Merini di quell’ambiente, di quel travaglio, di quello strazio, per cui non è un piano reale è un piano immaginario, un piano onirico, surreale quindi a tratti assume anche dei momenti di grandissima magia e poesia, questo secondo me è uno di quegli spettacoli che un pò riconcilia lo spettatore con il teatro perchè è: Teatro con la T maiuscola, ha un Cast con la C maiuscola ed ha un Testo con la T maiuscola insomma in questo spettacolo siamo pieni di maiuscole e siamo molto fieri di farne parte.

3Poi pur non essendoci il cambio scena, soluzione scelta da Gassman, che potrebbe sembrare molto noiosa e statica ed invece, grazie al grande coinvolgimento nel quale ci travolge lo spettacolo, riesce avvincente dato che quell’ora e mezza vola

Ci sono persone che alla fine dello spettacolo non riescono ad alzarsi dalle poltrone e questo me lo dicono un pò tutti, sicuramente perchè si è schaffeggiati da questo testo, parliamoci chiaro un pò ti fa male partecipare a tutto quel dolore, quindi alla fine anche lo spettatore ha bisogno di decantare un attimo prima di alzarsi dalla poltrona e andarsi che so a bere un bicchire di vino dopo-teatro, ha bisogno un attimo di riflettere e capire che tutto quello a cui ha assistito era realtà è esistito davvero purtroppo, io ogni volta prima di entrare in scena guardo il pubblico, ho questo privilegio avendo non il sipario ma questo velatino che è quasi come se fosse questa quarta parete immaginaria ma anche un pò fisica e metafisica, io riesco a vedere tutti gli spettatori seduti in platea ed ogni volta mi ripeto la stessa cosa quasi come fosse un mantra:” adesso vi prendo per mano e vi porto con me attraverso questo viaggio, è quello che penso ogni giorno, ogni sera che inizio questo viaggio un pò negli inferi, non c’è catarsi, perchè lo diciamo sempre non è catartico, però è in qualche maniera rigenerante perchè il dolore ti aiuta a crescere più di ogni altra cosa , le gioie bisogna saperle riconoscere e bisogna sapersele godere ma purtroppo è il dolore l’unica vera cosa che ci rende più forti.
Come si è trovata ad essere diretta da Alessandro Gassman con il quale lei aveva già lavorato al cinema in : Tutta colpa di Freud e EX- amici come prima, di Paolo Genovese

Ma sai il cinema è strano perchè non ti consente di avere un rapporto così continuativo con un attore a meno che tu non faccia un film a solo con un altro attore ma oggi più che altro c’è la tendenza a fare film corali, con Alessandro ci siamo voluti subito bene, perchè tra buoni ci si riconosce, come fanno i cani ci si annusa e subito ci si stima, però questo spettacolo ci ha consentito anchedi approfondire molto il nostro rapporto professionale, è nato veramente un grandissimo affetto, una grandissima stima reciproca, gli voglio un gran bene perchè ha una sensibilità incredibile oltre a essere com’è uscito su Panorama l’uomo più macho d’Italia.Io appena ho letto la classifica ho subito twittato: noi oltre ad avere il regista più macho forse abbiamo anche tra i registi più sensibili, colti e raffinati d’Italia e non è da tutti essere fighi ed intellettuali insieme e questo lo dico veramente con affetto perchè sono anche una grandissima amicadella moglie Sabrina Knaflitz, che è con noi anche in scena nel ruolo di una stupendissima pazza

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E’ vero la Knaflitz è fantastica anzi a mio avviso è poco valorizzata

Però l’attore è bravo anche quando ha un piccolo spazio e si riesce ad imporre e lei è una di quelle che s’impone come tutte le altre pazze che fanno parte del nostro bellissimo cast le voglio citare: Cecilia Di Giuli, Giorgia Boscarino, Stefania Ugomari Di Blas, Sabrina Knalitz, Alessandra Costanzo, il medico che è Angelo Tosto, il mio amante in manicomio Pierre, Liborio Natali, la capo sala Olga Rossi e l’infermiera Gaia Lo vecchio Regia Alessandro Gassman testo di Claudio Fava e scusate se è poco.

A lei molto spesso le hanno chiesto di interpretare la parte di una lesbica se non sbaglio al cinema , compreso in tutta colpa di Freud l’ha fatta cinque volte si è mai chiesta il perchè?

Guarda questa è una domanda che mi fanno tutti e la risposta io non la so a me mi hanno affidato dei ruoli che mi sembravano interessanti e ho accettato poi è un caso che fossero lesbiche, ne ho fatti altrettanti se non di più da eterosessuale e nessuno mi chiede mai perchè ho fatto tutti questi ruoli da eterosessuale, essendo io una grandissima sostenitrice dei diritti civilii, soprattutto dei diritti degli omosessuali un pò anche mi offende questa domanda perchè mi vien da dire perchè non mi chiedono quando ho fatto la madre, quando ho fatto la prostituta, quando ho fatto l’amante questo non me lo chiede nessuno.

Sai cos’è balza subito all’occhio che te l’hanno chiesto cinque volte

Lo so però sai che c’è , forse non tutte lo sanno fare , io sono una brava attrice e quindi so fare bene anche la lesbica

Al teatro le propongono di interpretare lady Macbeth eroina della tragedia di Shakespeare, e al cinema un film con la regia del premio oscar Paolo Sorrentino cosa sceglie di fare?

Scelgo Paolo Sorrentino, sai tu mi hai detto lady Macbeth ma dipende da chi dirige, qual’è il castinsomma ci sono una serie di incognite variabili che determinano il successo o l’insuccesso di uno spettacolo teatrale mentre nel caso di Sorrentinoanche se mi chiamasse a scatola chiusa io accetterei perchè è uno dei nostri geni contemporanei, lo stimo molto è raffinato, colto, preparatoè un grandissimo regista tra l’altro il Sorrentino che più amo non è il Sorrentino da Oscar è quello delle conseguenze dell’amore e dell’uomo in più questi sono i due film che più amo di Sorrentino, Lagrande bellezza è un film incredibilema non è tra i miei preferitiio quello che preferisco in assoluto è le conseguenze dell’amore.

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Le volevo chiedere una cosa da donna a donna , lei ha tre bellissimi figli: Lorenzo, Nora è l’ultimo arrivato Giulio di un anno e due mesi, come si concilia la vita di un’attrice impegnata come lei tra cinema e teatro con la vita di mamma?

Si concilia perchè tutte le cose che io faccio nella mia vita sono sempre mosse da grandissima passione e da grandissima responsabilità per cui riesco a fare tutto perchè mi piace tutto, sono una grande avida come dice la Merini:” rubo la vita e mi piace cibarmene”, non riesco a fare a meno di loro ma non riesco a fare a meno neanche della recitazione, gli uni mi danno la carica per fare l’altro e viceversa mi accrescono molto come donna e come artista ed il teatro e la recitazione in generale mi aiuta ad essere una mamma leggera e creativa con loro per cui secondo me è un connubbio perffetto, certo richiede molto sacrificio, però non mi costa fatica, mi piace molto, io sono una donna generosa e mi piace amare i miei figli più di ogni altra cosa insieme a mio marito e il mio lavoro.

Si è anche molto divertita a condurre il David di Donatello con molta autoironia.

Io sono una paladinadell’ironia e dell’autoironia, mi piace molto scherzare e giocare, poi comunque lì ero contornata da tutti i collaghi, tutti quanti mi strzzavano l’occhio , mi facevano il tifo, Paola Cortellesi, Paolo Virzì, Micaela Ramazzotti, tutti erano molto partecipi alla mia conduzione per cui mi sono sentita veramente coccolata e amata a me comunque piace molto condurre, mi piace molto il live, sono abbastanza sicura delle mie potenzialità , ho un testa rapida e devo dire mi diverto.

Le piacerebbe avere una conduzione tutta sua tipo il pre-serale condotto da Flavio Insinna?

No, quel tipo di trasmissione no, mi picerebbe da morire un one woman show tipo varietà della fine anni 70 come faceva Mina. Lo deve proporre lo condurrebbe in modo eccellente.L’ho già proposto. Non glel’anno accettato? Diciamo che siamo in trattative.

E i suoi proggetti futuri al cinema ed in teatro?

L’11 febbraio uscirà il nuovo film di Paolo Genovese dal titolo:” Perfetti Sconosciuti”con un cast bellissimo siamo io, Alba Rohrwacher, Kascia Smutniak, Valerio Mastrandrea, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo e Marco Giallini è un film stupendo è una commedia con dei tratti molto drammatici e sarà sicuramente a mio avviso un successo se non di pubblico di critica sicuro, per quel che riguarda il pubblico facciamo le corna ed incrociamo le dita, la critica lo aprezzerà sicuramente molto perchè è davvero un bel film.Invece al teatro riprendiamo l’anno prossimo :”La pazza della porta accanto” con una tourneè, per cui ancora sono dedicata totalmente allo spettacolo della Merini.