E’ imperdibile questo “gioiello” di spettacolo teatrale Dolore sotto chiave / Pericolosamente, due atti unici di Eduardo De Filippo con un prologo da I pensionati della memoria di Luigi Pirandello, allestito con la sapiente regia di Francesco Saponaro, ed un cast di  collaudatissimi e bravi interpreti, quali Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano, in scena fino al 17 gennaio al Piccolo Teatro Bellini di Napoli. Saponaro è tra quei registi non scontati che popolano le quinte, dote cui aggiunge una spiccata dimestichezza con la drammaturgia napoletana da Scarpetta a Moscato. Non meno trascurabile l’ultimo lavoro messo in scena dal regista In memoria di una signora amica di Giuseppe Patroni Griffi, che vanta anche un meritato successo internazionale con lo spettacolo Chiòve di Pau Mirò e con l’edizione castigliana di Io, l’erede. Ad oltre trent’anni dalla scomparsa di Eduardo, il regista riunisce i due atti unici “Dolore sotto chiave” e “Pericolosamente”, il primo nato come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene messo in scena una prima volta con la regia dell’autore, protagonisti Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 (insieme a Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello) per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli e poi riproposto nel 1980 (insieme a Gennareniello e Sik-Sik) con Luca De Filippo e Angelica Ippolito. Pericolosamente, è una pièce del 1938, i due atti unici sono preceduti da un prologo, l’adattamento in versi e in lingua napoletana della novella I pensionati della memoria, scritta da Luigi Pirandello nel 1914, interpretato con grande efficacia da Giampiero Schiano.

E’ simbolicamente la porta con la quale si è introdotti nella stanza del Dolore sotto chiave, in quella dimensione familiare che sequestra i sentimenti e diventa un gioco beffardo e grottesco sul senso della morte. In casa dei fratelli Capasso, Lucia custodisce per undici mesi in una stanza inviolabile (ma solo per il fratello) il simulacro del dolore della moglie. Il gioco e l’esasperazione cinica, che ben presto si tinge di amara e schietta comicità, sembra voler sfidare in modo superbo, nei dialoghi tra Rocco e Lucia, la paura e l’incombenza della morte un po’ presente in ogni vita. L’interpretazione di Tony Laudadio e di Luciano Saltarelli, rispettivamente l’architetto Capasso e la sorella Lucia, è veramente notevole, arricchita da Giampiero Schiano nella parte del vicino. In questa mini commedia sono in bella vista le patologie familiari sotto forma del rapporto morboso che la sorella ha nei confronti del fratello, ma anche di ciò che si può o non si può dire, dei ricatti e dei sottintesi. Così come chiaramente scrive il regista Saponaro: “Dolore sotto chiave parte da un’intensa ispirazione pirandelliana. Il tema della morte incombe silenzioso e il dolore del lutto viene nascosto e soffocato da un gioco sottile di ricatti e sottintesi: i buoni sentimenti come la carità cristiana, la compassione o la mania borghese della beneficenza diventano armi improprie per dissimulare, negli affetti, quella segreta predisposizione dell’essere umano al controllo e al dominio sull’altro”. Sono forti e intensi i dialoghi, il grande maestro Eduardo pennella i sentimenti in modo crudo e realistico, intrecciando i diversi registri e generi che si inseguono sul filo del cinismo e dell’ironia.

“Pericolosamente” è un delizioso ed esilarante sketch del Teatro Umoristico dei De Filippo, giocato tutto sul classico litigio coniugale: anche qui impera il grottesco e la comicità. Arturo, esasperato dalle intemperanze della bisbetica moglie Dorotea, è solito, quotidianamente, impugnare una rivoltella e spararle per farla tacere. La pistola è caricata a salve, ma Michele, l’ignaro amico appena rientrato a Napoli da un lungo viaggio di lavoro in America e che assiste alle schioppettate quotidiane, non lo sa e l’abitudine di Arturo scatena in lui una reazione di terrore con punte tragicomiche e assolutamente surreali. Anche qui i tre attori Tony Laudadio, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano, giocano sono a tutto campo con grande presenza scenica. Francesco Saponaro dirige di cesello, punta sulla farsa, lavora tanto sul ritmo delle battute, lavora su quell’alchimia teatrale, già intravista in altre sue regie, che solo un regista consapevole del proprio ruolo è in grado di fare. Francesco Saponaro anche qui ci è riuscito. Le scene e i costumi sono di Lino Fiorito, le luci di Cesare Accetta. Il suono Daghi Rondanini, la produzione è dei Teatri Uniti, Napoli Teatro Festival Italia in collaborazione con l’Università della Calabria. Prenotatevi al Piccolo Teatro Bellini!

 

Di Diletta Capissi

Giornalista pubblicista si occupa, da anni, in particolare di valorizzare le idee, i giovani e le start up innovative: vera scommessa del futuro del Sud; opera anche nel mondo della comunicazione