Carabinieri e finanzieri dei comandi provinciali di Vibo Valentia hanno eseguito un decreto del Tribunale di Vibo Valentia-Sezione Misure di Prevenzione che dispone la confisca di beni per 40 milioni di euro riconducibili al clan della ‘ndrangheta Tripodi di Vibo Marina, frazione Porto Salvo, considerata l’ala economico-imprenditoriale della cosca egemone dei Mancuso di Limbadi. Eseguito anche un decreto di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per gli esponenti apicali del clan e di alcuni sodali (5 detenuti ed uno libero). I beni sono costituiti da societa’, immobili, terreni nel Lazio, in Lombardia ed in Calabria, oltre che da autovetture ed autocarri.

Il provvedimento discende dall’attivita’ investigativa sui Tripodi coordinata dalla DDA di Catanzaro, seguita dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni, e condotta dai carabinieri e dalla finanza. In particolare l’indagine ha visto nel maggio 2013 il fermo di 20 di capi e gregari del clan (operazione “Libra”); nel luglio 2014 l’esecuzione di un provvedimento della misura di prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale di Vibo Valentia riguardo beni e cespiti dei Tripodi; nel febbraio 2015 la condanna nei confronti di elementi di spicco della ‘ndrina, cosi’ riconosciuta per la prima volta in sede giudiziaria; nel luglio 2015 l’arresto del latitante Salvatore Tripodi, scovato in un covo di Zambrone insieme a due fiancheggiatori, arrestati per favoreggiamento.

La struttura dei Tripodi attraverso il vincolo mafioso, fatto da assoggettamento ed omerta’, aveva acquisito in modo diretto ed indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita’ economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, realizzando profitti o vantaggi ingiusti. In particolare con l’infiltrazione, attraverso societa’ direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiu’ operanti nell’edilizia, nei lavori pubblici lungo la costa vibonese, nel Lazio e nella Lombardia; l’usura ai danni di alcuni imprenditori; le estorsioni, attraverso l’imposizione del pagamento di fatture per prestazioni mai eseguite e dell’acquisto di beni e servizi dalle ditte “amiche”; il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio.

L’operazione, chiamata “Libra Money”, e’ stata svolta da carabinieri e guardia di finanza tra le province di Vibo Valentia, Roma, Milano, Bologna, Monza, Padova e Messina. Il provvedimento di confisca riguarda, tra l’altro, 13 aziende, tra cui alcuni bar e ristoranti nel centro di Roma ed in provincia di Milano ed imprese edili a Milano, Padova, Roma e Vibo Valentia, quote di societa’ in provincia di Bologna, Roma e Vibo Valentia, 31 immobili, di cui 10 fabbricati di pregio a Milano e Roma e 21 terreni ubicati in parte in provincia di Roma ed in parte in quella di Vibo Valentia, 13 tra automezzi industriali ed autoveicoli, Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a circa 37 milioni di euro. L’operazione pone il sigillo finale ad una complessa e prolungata attivita’ investigativa, che ha permesso di accertare l’operativita’ della cosca Tripodi ricostruendone le attivita’ illecite nell’arco temporale 2006 – 2012, le dinamiche interne ed esterne, nonché i variegati interessi economici in diverse regioni.