Di Antonella Catrambone
“Reddito di dignità! Per ridurre povertà e diseguaglianze e contrastare le mafie” è la petizione lanciata da Libera in queste ore attraverso la piattaforma change.org. L’istanza è rivolta al Parlamento Italiano affinchè entro 100 giorni approvi una legge sul reddito di dignità. Ci sono diverse proposte di legge, in tal senso, depositate al Senato. Fra queste anche quella del M5S che da sempre si è fatto promotore di questa iniziativa e che il 9 maggio ha marciato per circa 30 km da Perugia ad Assisi, assieme a 50mila persone, proprio per ribadire la necessità di una misura diventata improrogabile. Anche Libera ha deciso di scendere in campo per sostenere la fattibilità di questa idea: “Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: il parlamento può e deve prendere una decisione tanto semplice quanto storica”. Il reddito minimo o di cittadinanza è un supporto che garantisce sicurezza a chi non riesce a trovare lavoro o a chi pur avendolo non riesce a vivere una vita dignitosa tale da non poter usufruire dei servizi essenziali. Si tratta di una misura diventata necessaria soprattutto in un periodo di crisi come quello che si sta attraversando. Purtroppo i dati non sono confortanti. Si legge, infatti, nel contenuto della petizione, che dal 2008 al 2014, secondo i dati Istat, sono raddoppiati i numeri della povertà relativa ed assoluta. “Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. Più la povertà aumenta, più le disparità si ampliano, più le mafie si rafforzano”. “Non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta”. Per poter superare gli effetti di questa crisi è necessaria una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie. Lo scopo è quello di garantire uno standard minimo di vita a tutti coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi di ogni genere, anche di carattere politico. E’ una proposta importante per ogni Paese che si voglia definire civile. Del resto si tratta di una misura prevista già da tutti i Paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo il 16 ottobre del 2010 chiese all’Italia di varare una legge che introducesse un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e per la promozione di una società inclusiva” ma nonostante siano passati cinque anni la vecchia politica italiana non è intervenuta né a dimostrato la volontà di assumere impegni in questa direzione. Ora si chiede a tutti i cittadini italiani di reagire e chiedere con forza i propri diritti.
Milioni di italiani/e non possono più aspettare.