L’anno scolastico 2017-18 sta per concludersi. Rimangono pochi giorni di scuola e gli studenti sono alle prese con le ultime interrogazioni e i compiti in classe. Per alcuni si tratta ancora di recuperare su qualche materia per evitare eventuali debiti che li costringerebbe a studiare anche in estate mentre per altri i giochi sono già fatti. Ma per più di 500 mila studenti si avvicina la scadenza dell’esame di maturità.
Nei primi giorni di maggio, il ministro dell’Istruzione ha firmato, come ogni anno, l’ordinanza che dà il via alla “macchina” degli esami di Stato. Le classi coinvolte sono circa 25 mila mentre sono 12 mila i professori impegnati nelle commissioni d’esame. La data fissata per la prima prova, il compito di italiano, è il 20 giugno alle 8,30.
Anche se i maturandi sono alle prese con lo studio e con la tensione per l’avvicinarsi dell’esame – tanto che la campagna di comunicazione ministeriale che li accompagnerà fino alla fine e che viaggerà principalmente sui social ha scelto #nopanic come hashtag di condivisione – di sicuro qualche domanda sul cosa fare dopo la maturità se la pongono comunque.
Tra le tante possibilità che si presentano ad un neodiplomato tre sono le più gettonate: continuare gli studi all’Università, entrare nel mondo del lavoro oppure investire sul proprio futuro concedendosi un anno sabbatico intelligente.
Proseguire gli studi iscrivendosi all’Università
Secondo una recente ricerca, nel 2016 in Italia il livello di occupazione di chi ha una laurea è del 79,8% contro il 51,2% delle persone in possesso solo del diploma di scuola secondaria. E la differenza si rileva anche nelle retribuzioni: il divario tra gli individui con istruzione alta e istruzione media è pari al 48,3%. Eppure, secondo i dati Istat, sarebbero sempre meno i giovani che in Italia scelgono di proseguire gli studi dopo la maturità. Hanno una maggiore propensione verso l’istruzione superiore le ragazze rispetto ai ragazzi e, in generale, scelgono l’Università i giovani che hanno frequentato un liceo rispetto ai ragazzi che provengono dagli istituti tecnici.
Entrare nel mondo del lavoro
Cominciare a lavorare per costruirsi la propria autonomia. Non è facilissimo in Italia dove la disoccupazione giovanile raggiunge il 30,2% e al sud la situazione è molto più grave. Secondo l’Istat hanno maggiori possibilità di trovare lavoro i diplomati degli istituti professionali e tecnici rispetto ai giovani che hanno studiato al liceo. Così come sono più avvantaggiati quei giovani che hanno seguito percorsi di orientamento al lavoro, che conoscono una lingua straniera e che hanno avuto esperienze di stage in Italia o all’estero.
Puntare su anno sabbatico per imparare una lingua
La conoscenza delle lingue straniere è oggi un elemento essenziale per entrare nel mondo del lavoro. Scegliere di trascorrere un periodo all’estero è uno dei modi migliori per apprendere una lingua e le proposte degli operatori del settore sono tante e diversificate: dalla possibilità di diventare bilingue con corsi di lunga durata al perfezionamento del vocabolario di settori specifici passando per esperienze di stage in azienda affiancati da corsi di inglese. Quello che è certo è che, al ritorno, la conoscenza della lingua scelta sarà quasi pari a quella di un madrelingua.