«La nostra rete è una delle più antiche d’Europa, per questo dobbiamo ammodernarla. E quando si rinnovano le infrastrutture, i disagi sono inevitabili». Con queste parole l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma, aveva avvertito che le interruzioni e i ritardi, come quelli causati dal guasto di un pantografo, non sono eventi imprevedibili. Da quando è entrato in carica, nel giugno dello scorso anno, i disservizi non sono mai mancati.

Una rete enorme da gestire

I numeri spiegano la complessità: 17.600 chilometri di rete, oltre 23mila ponti e viadotti e 1.670 gallerie, attraversati da circa 9mila treni al giorno. Solo nel 2023 il traffico è aumentato del 2% e in totale si trasportano 500 milioni di passeggeri l’anno, oltre a 100 milioni di tonnellate di merci. L’avvento di un treno ad Alta Velocità ogni cinque minuti ha congestionato i principali nodi come Milano, Bologna, Firenze e Roma.

Gli investimenti in corso

Per migliorare sicurezza e puntualità, Fs ha destinato oltre 50 miliardi di euro fino al 2034 per introdurre nuovi standard tecnologici e sviluppare nuovi modelli di manutenzione. E in un orizzonte più ampio, la società investirà 60 miliardi aggiuntivi per trasformare radicalmente la rete, pari al 60% del piano d’investimenti complessivo del Gruppo. Inoltre, su 24 miliardi di fondi Pnrr, ne sono già stati spesi 10, una performance superiore alla media delle pubbliche amministrazioni.

Cantiere continuo

Nonostante i capitali impiegati, i ritardi non possono azzerarsi, soprattutto perché Fs ha scelto di non interrompere il servizio durante i lavori. «Abbiamo oltre 1.200 cantieri attivi in tutta Italia, con progetti chiave come l’Alta velocità Brescia-Verona-Padova e l’Alta capacità Napoli-Bari», ricorda il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, spesso chiamato in causa come diretto responsabile di ogni inconveniente.

L’obiettivo, ribadisce Donnarumma, è pianificare i cantieri “al meglio possibile” anche a costo di rallentare la rete, garantendo però assistenza e informazioni ai viaggiatori. Una “cura del ferro” che, tra disagi temporanei e opere di ammodernamento, punta a rafforzare l’infrastruttura ferroviaria del Paese per i prossimi decenni.