L’inaugurazione delle rinnovate sale di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli contribuisce a “ripristinare il legame storico tra banca e cultura”. Cosi’ Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza del gruppo Intesa Sanpaolo ha inaugurato oggi, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le rinnovate sale museali dell’antico palazzo di Napoli di proprieta’ dell’istituto di credito. Bazoli ha sottolineato la valenza di uno “spazio culturale in via Toledo – ha detto – segnata oggi quasi esclusivamente da attivita’ commerciali”.
Ringraziando il presidente Napolitano “per aver onorato la riapertura del palazzo”, Bazoli ha aggiunto che “riconsegnamo in veste rinnovata il palazzo ai cittadini di Napoli e ai turisti che da ogni parte del mondo vengono a visitare la citta'”. Bazoli ha poi ripercorso la storia del palazzo che era in origine “una ricca dimora nobiliare – ha spiegato – edificata nel seicento nel centro storico che oggi e’ iscritto nel patrimonio dell’Unesco. Le vicende del palazzo si intrecciano con quelle della banca nel XIX secolo quando fu acquistato dalla banca commerciale e adeguato alla nuova funzione di sede dell’istituto di credito”. All’epoca il cortile seicentesco fu coperto e trasformato nello spazio che oggi ha ospitato la cerimonia di inaugurazione. Dopo la nascita, nel 2007, del gruppo Intesa Sanpaolo, di cui fa parte anche il Banco di Napoli, “l’edificio – spiega Bazoli – non serviva piu’ alle funzioni di banca” e c’era il rischio che “fosse destinato a utilizzi incoerenti con il sul valore storico-architettonico”. “Di fronte a questo rischio Intesa Sanpaolo ha continuato a farsi carico del palazzo adibendolo a centro culturale e museale”. E cosi’ l’edificio e’ entrato a far parte delle gallerie d’Italia del gruppo bancario, presenti anche a Vicenza e Milano. Nel rinnovato palazzo inaugurato oggi alle tre sale espositive al piano nobile, che gia’ presentavano una serie di opere il cui perno e’ il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, se ne aggiungono altre quattro “con le 120 opere – ha concluso Bazoli – che derivano dalle collezioni del Banco di Napoli e della Banca Commerciale, ripercorrendo le atti figurative a Napoli dal ‘600 ai primi del ‘900 con il corpus di opere di Vincenzo Gemito”. (ANSA).