In principio, con la politica appannaggio solo delle classi abbienti, lo Statuto albertino prevedeva che «la funzione di deputato e di senatore non danno luogo a nessuna retribuzione e indennità». Poi, «all’inizio del secolo arrivarono i partiti di massa e nel 1912, in concomitanza con l’introduzione del suffragio universale maschile, il divieto fu aggirato con l’introduzione di un primo rimborso spese…». Nella classifica dei vitalizi corrisposti ai parlamentari (dal 2102 anche per loro vale il sistema pensionistico contributivo, anche se mantengono un bel vantaggio rispetto alla legge Fomero) ci sono molti «paperoni». E desta un certo interesse l’assegno record di 10.131 euro e 67 centesimi percepito dall’ex dc Publio Fiori che in Parlamento è rimasto per 35 anni. Poi ci sono nella classifica alta anche i tre ex segretari dei Ds: Massimo D’Alema (5.223), Walter Veltroni (5.504) e Piero Fassino (5.256): pure loro hanno molti anni di Parlamento alle spalle, così come l’ex dc Paolo Chino Pomicino (5.411), l’ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita (5.862) e l’ex Guardasigilli Clemente Mastella (6.939,81).