Incastonato fra i monti ed adagiato su una baia amena c’è un antico villaggio di ceramisti ed artisti, costruito nella valle del Bonea e sovrastato da Monte San Liberatore. In quest’angolo di paradiso, a Vietri Sul Mare, dove un ventaglio di vigneti ed agrumeti colora i pendii che si rincorrono fino al mare mentre antiche stradine tracciano l’impianto urbano di un antico villaggio di pescatori, inizia la storia della Ceramica Francesco De Maio. E qui vissero i Cassetta, cognome ininterrottamente legato alla ceramica. Tra i primi maestri di cotto della fine del ‘400 e degli inizi del ‘500, i Cassetta erano rinomati per le fornaci dove producevano utensili da cucina e contenitori, per la maggior parte non smaltati, per gli usi comuni, mentre una produzione più ricercata (decoro a penna di pavone) si attestava solo a partire dal 1550.
Era il 3 ottobre 1494 quando il maestro di cotto Matteo Cassetta vendeva a Franceschetto Longo cinquanta lancelle “per riporvi olio”. Il 5 giugno il Cassetta si trasferiva a Napoli dove fittava una bottega di più vani in “Piazza dei Canali” di proprietà di Giulia Vassalli per fabbricarvi vasi di creta. La produzione di questo periodo era abbondante in relazione ad una domanda sempre crescente e le manifatture si espandevano. Nel 1500, Cassetta Giovan Battista, maestro di cotto, prendeva a discepolo Geronimo Carola di Maiori per lavorare la “greta” (creta) per la faenza che aveva a Vietri sul Mare; nel 1501 prendeva a lavorare Enza Guglielmo De Lia di Buccino e nel 1502 prendeva a lavorare nell’arte medesima Marino Federico, di Roccadaspide.
Si susseguivano le generazioni e la famiglia Cassetta produceva ceramiche lungo un percorso professionale ricco di soddisfazioni.
Giuseppe Cassetta, figlio di Biagio Cassetta, anch’egli ceramista e decoratore, nasceva a Vietri sul Mare nel 1894. Ancora bambino, lavorava con il padre e gli zii Antonio e Giovanni Tajani, titolare della fabbrica «Tajani», famiglia di ceramisti rinomata per la produzione di maioliche e per aver realizzato nel ‘700 la splendida cupola del Duomo di Vietri sul Mare, dedicato a San Giovanni Battista, alta 36 metri, ornata con luminosi embrici maiolicati di colore verde, giallo e azzurro. Dopo la prima guerra mondiale tornava a Vietri sul Mare e riprendeva a lavorare dallo zio,
poi presso la manifattura “Avallone” e, quindi, alle dipendenze della ditta “Cioffi”.
Nel 1927, in seguito a contrasti con il proprietario, Cav. Cioffi, passava alla “ICS” (Industria Ceramica Salernitana) del tedesco Max Melamerson. Qui, fino al 1942, lavorava accanto agli artisti della scuola tedesca Richard Diilker e Margarethe Tewalt e ancora con Giovannino Carrano, i fratelli Vincenzo e Salvatore Procida, Guido Gambone ed altri. In quegli anni conosceva Gio Ponti che, verso la fine degli anni quaranta, gli commissionava alcuni disegni che Cassetta realizzava su piastrelle. Nel 1944 Giuseppe Cassetta apriva la sua fabbrica, la “Ceramica Artistica Cassetta” (C.A.C.), in Vietri sul Mare, località Fontana Limite. Nel 1951 presentava alcuni suoi lavori, tra cui un servito da caffe, alla Mostra dell’Artigianato di Firenze. Nel 1962, all’età di 68 anni Giuseppe Cassetta decideva di ritirarsi. Si arrivava all’incontro tra Vincenza, figlia di Giuseppe Cassetta ed il ceramista Francesco De Maio, erede anch’egli di un’antica tradizione di famiglia della lavorazione del cotto a mano tra le cave d’argilla di Ogliara. Vincenza e Francesco si sposavano nel 1959 e fondavano, nel 1963, la Ceramica di Vietri Francesco De Maio per tramandare il ricco patrimonio della ceramica vietrese.
Così, attraverso i secoli e tramandando di padre in figlio questa tradizione ceramica, si giunge ai giorni nostri. Il matrimonio tra Vincenza Cassetta e Francesco De Maio è stato una sinergia tra storiche famiglie ceramiste che ha dato vita alla prima delle loro aziende del Gruppo Francesco De Maio, seguita dalla Ceramica Vietri Antico, fondata nel 1989, dalla Antiche Fornaci D’Agostino, ex Ceramica D’agostino, rinomata azienda salernitana fondata nel 1823 e rilevata nel 1990, e dalla Ce.Vi. Ceramica Vietrese, acquisita nel 2002. L’azienda è stata la realizzazione di un sogno che voleva, e vuole ancora, tramandare e tenere in vita il patrimonio culturale, artistico, artigianale della ceramica vietrese. Dalla sua fondazione sono oramai trascorsi più di cinquant’anni. È qui che maestri decoratori con passione e professionalità, creano ancora oggi maioliche decorate a mano che reinterpretano la memoria storica innovando e ridisegnando, creativamente, le collezioni secondo nuovi gusti e tendenze. Una produzione esclusiva che si distingue per l’eleganza e per il design impeccabile.
“Made in Italy” non solo per il richiamo alla qualità artigianale, ma anche alla storia italiana: maioliche, oggetti e complementi d’arredo rigorosamente eseguiti a mano rievocano le decorazioni dei tempi trascorsi reinterpretati in chiave moderna.
Designata nel dicembre 2016 tra le 100 Eccellenze Italiane ed emblema di creatività, la Ceramica. Francesco De Maio ha la licenza per riprodurre fedelmente, in esclusiva per cinque continenti, i 33 decori bianco e blu che Gio Ponti realizzava nel 1960 alla ex Ceramica D’Agostino di Salerno per l’Hotel Parco dei Principi. Innumerevoli i riconoscimenti: dalla scelta della Ceramica Francesco De Maio, in rappresentanza dell’Italia, alla prima Biennale di Design di Londra “Utopia by Design” come partner tecnico dell’installazione White Flag, ideata da La Triennale Design Museum di Milano, fino alla mostra Gio Ponti: L’Infinito Blu tenutasi a La Triennale di Milano nel febbraio/marzo 2017.
Maioliche fatte a mano che sono l’espressione di questa storia e ognuna di esse ha una storia da raccontare. È una storia molto antica, una storia fatta di maestri di cottp, una storia di famiglia, la storia della Famiglia De Maio-Cassetta che oggi come allora, nutre l’arte della ceramica.