di ANTONELLA CATRAMBONE
Ecco che per l’8 marzo, Daniela Fregosi, in arte Afrodite K, lavoratrice autonoma che nel 2013 si ammala di cancro al seno scoprendo molte discriminazioni a cui le donne con partita Iva sono sottoposte in caso di malattia grave. Oggi decide di riproporre la protesta delle lavoratrici autonome contro il cancro al seno o meglio “a favore” di quella giustizia sociale che tutte le tette meritano a prescindere dal tipo di lavoro svolto. “In una giornata come quella della Festa della Donna si dovrebbe gridare alla scandalo per le discriminazioni che le lavoratrici autonome devono subire in caso di malattia”. I dati affermano che una donna su otto si ammala di tumore al seno e i casi nelle giovani donne tra i 22 ed i 45 anni sono in aumento. “Il cancro al seno non guarda il tipo di contratto che hai, di fronte ad un tumore tutte le tette sono uguali”. Il problema è che la maggior parte delle lavoratrici autonome non ha una indennità di malattia o di degenza ospedaliera e nei casi un cui esiste prevede diarie irrisorie e di durata limitata rispetto al problema da affrontare.
L’assicurazione privata prevede delle aliquote molto alte e quindi non è praticabile e sul lato del welfare rimane l’assegno di invalidità civile, se si riesce ad ottenere una percentuale superiore al 74, o l’assegno ordinario di invalidità. Per questo il 10 febbraio 2014, con l’appoggio di ACTA (Associazione consulenti del terziario avanzato) Afrodite K ha lanciato una petizione intitolata “Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano” indirizzata al Ministro del Lavoro ed al Presidente del Consiglio. Questa iniziativa è in linea con la risoluzione del Parlamento Europeo “Protezione sociale per tutti, anche per i lavoratori autonomi” emanata il 14 gennaio 2014. “I diritti devono esserci per tutte e l’obiettivo di questa battaglia non è quello di togliere diritti ad alcune donne per darne ad altre” ma per sensibilizzare e ricordare che “ogni diritto ignorato è un diritto negato”.