Tra le novità introdotte dal decreto, per l’associazione ambientalista ben vengano le risorse previste per fare le indagini sulla vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici situati nelle zone più a rischio sismico, la decisione di destinare una parte della quota dello Stato dell’8×1000, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dal terremoto; e ancora l’aver previsto il ripristino e la manutenzione della sentieristica nei parchi e il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alle scelte di pianificazione e sviluppo territoriale, ricostruzione e salvaguardia dei beni comuni. Quest’ultimi due emendamenti sono stati proposti da Legambiente impegnata nel chiedere garanzie per la partecipazione della popolazione e la cura del ripristino ambientale elemento importante per facilitare e rilanciare il turismo dolce nei parchi. Proposte che sono state approvate, ad eccezione di quella riguardante una filiera virtuosa e innovativa sullo smaltimento e recupero delle macerie.
“La ricostruzione – conclude la Muroni – può essere una grande occasione per promuovere una nuova idea di rilancio, sviluppo e benessere dell’Appennino centrale, capace di invertire il fenomeno dello spopolamento anche attraverso la valorizzazione dei beni culturali e dei sentieri dei parchi. L’attenzione al patrimonio storico culturale e a quello naturale paesaggistico possono dare un grande contributo alla ripresa e allo sviluppo delle attività economiche locali di queste aree colpite dal sisma, per questo non si perda questa importante occasione”.
Legambiente, infine, ricorda che la ricostruzione e la rinascita dei territori colpiti dal sisma è anche il filo conduttore della raccolta fondi “La rinascita ha il cuore giovane”, promossa dall’associazione ambientalista insieme a Libera, Associazione Cooperative Italiane Giovani, Federparchi, Altromercato, Alce Nero e Fondazione Symbola, e pensata per aiutare i giovani imprenditori e cooperative delle zone colpite dal sisma che hanno subito danni a strutture e produzioni. L’obiettivo è quello di ricostruire il tessuto produttivo di un territorio, lavorando su una nuova economia civile, ecologica e solidale. La campagna di raccolta fondi è stata estesa, grazie alla collaborazione con Helperbit (helperbit.com, alle donazioni in bitcoin.