Resta sempre l’indignazione per lo scellerato atto del governo con l’articolo 33, articolo ricordo, incostituzionale, resta pure verso il Commissario, è viva e forte verso la farsa della partecipazione sbandierata da chi governa la Città, resta il forte desiderio della vera sovranità popolare e territoriale;
avanza una vaga “speranza” non pregna di ottimismo verso i concetti contenuti nell’intesa;
Intesa che ribadisce in parte decisioni prese tantissimi anni fa, ricordo era il 1994 quando fu approvata la variante di salvaguardia per la zona occidentale di Vezio De Lucia, il 1996 quando l’Architetto Antonio Iannello si fece promotore dell’apposizione del Vincolo Paesaggistico sull’intera area, oggi sembra che quei concetti almeno in parte vengano riaffermati, quali la rimozione totale della colmata, la ricostituzione di 2,6 kilometri di spiaggia, la restituzione della balneazione, la realizzazione del parco di 120 ettari, lo spostamento al di la della strada di Città della Scienza, se effettivamente, “realmente” si lavorerà per ciò potremmo finalmente ritenerci soddisfatti;
Certamente ci sono anche tanti buchi neri quali:
I suoli e le realizzazioni sono e saranno di proprietà di Invitalia;
La mancata esplicitazione sul chiaro reperimento dei fondi;
Le non poco esplicite mire verso Nisida, che ricordiamo è riserva naturale e tale deve rimanere!
Il Porto da circa 1000 posti barca, di fronte alla spiaggia, o uno o l’altro, insieme sono incompatibili;
Troppo cemento per uso abitativo, attrezzature per il commercio e alberghi;
Due lidi balneari PRIVATI;
La demolizione di parte del Borgo di Coroglio, guarda caso proprio davanti alla proprietà Cementir, che non viene mai citata;
Sottocubature e parcheggi interrati, parcheggi con tettoie fotovoltaiche;
Trasporto su ferro con 4 scenari ipotizzati, soluzioni molto costose, senza l’ipotesi di un collegamento a mezzo FUNIVIE molto veloci nella realizzazione, economiche, “costano 10 volte di meno”, attrattive.
Il magnificare di una centrale geotermica ad alta entalpia;
Il mancato recepimento ed applicazione, della Legge Regionale N21 del 2003;
Ma tutto ciò è ancora da venire, e, si auspica adesso, un dialogo reale fra la popolazione, la cabina di regia e con chi ha dato voce all’intesa.
Il 17 07 2017 alla Municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta c’è stato un incontro alla presenza del Presidente Diego Civitillo; un incontro per spiegare alla cittadinanza quale fosse l’intesa istituzionale fra Stato Regione e Comune, quale il destino di questa infinita querelle che dura ormai da 24 anni.
Ad illustrare ciò, giunti con più di un’ora di ritardo, e senza computer, l’Architetto Carmine Piscopo Assessore all’Urbanistica e Raffaele Del Giudice vicesindaco e Assessore all’Ambiente del Comune di Napoli.
P.S.
È d’obbligo ricordare che Bagnoli è un sito di interesse nazionale “SIN” per cui la bonifica spetta al Governo Nazionale, e, ricordare che attendiamo le bonifiche dal 1966, che Bagnoli debba essere bonificata è un obbligo affermato nel1993, riaffermato nel 2007 e nel 2014 con specifici accordi di programma, incluse la rimozione della colmata e il ripristino della linea di costa, è vero che il sito di Bagnoli fino allo scorso ottobre era di proprietà di Bagnolifutura Società legalmente di proprietà del Comune Napoli, ed ereditata cosi com’era dall’attuale Sindaco, ma la responsabilità del SIN è sempre stata, ed è, a carico dello Stato.
Quindi non comprendo il percome INVITALIA, ossia lo STATO ne è il proprietario delle aree, e di tutto ciò che ne verrà realizzato;
Lo Stato come l’Europa? Acquisisce per fare cassa!
Sottrae di fatto a scapito della sovranità popolare?
Mi domando questo al Comune lo hanno capito?
Venendo all’incontro, l’architetto Piscopo dopo le presentazione e scuse, ha detto:
(trascrizione):
[ Una breve cronistoria di come si sono svolti gli incontri dove si è discusso dei temi che riguardano il contenuto dell’accordo-intesa istituzionale;
intesa istituzionale, vuol dire che in tutte le differenti formule in cui è stato composto l’articolo 33, articolo dello Sblocca Italia, per quanto il governo ha previsto per Bagnoli noi firmeremo un “intesa istituzionale” che vuol dire l’approvazione di questa intesa, sul tavolo composto da tre istituzioni in cui non c’entra la “cabina di regia”, ma è un intesa firmata da un Ministro da un Sindaco e da un presidente della Regione, ed abbiamo voluto, e questa è stata una richiesta portata avanti dal Comune di Napoli, cioè abbiamo voluto che il futuro di Bagnoli venisse firmato appunto su un tavolo istituzionale, poi la cabina di regia a fine di luglio ratificherà, renderà ratifica, che innanzitutto rivede, riprende il percorso della collaborazione tra le istituzioni […] è composto di un testo e parti grafiche che appena c’è il computer mostreremo;
cosa è avvenuto a partire da febbraio, a febbraio 2017, che è il momento in cui il Comune di Napoli ha chiesto ed ottenuto di presentarsi al tavolo istituzionale,e che fosse preso in considerazione quello che era tutto il lavoro del Comune di Napoli, vale a dire la programmazione urbanistica del Comune di Napoli, abbiamo potuto rispondere a febbraio nella sede del governo locale ossia la Prefettura, abbiamo potuto esporre tutto il lavoro della programmazione Urbanistica e gli strumenti Urbanistici del Comune di Napoli che fra l’altro erano stati assolutamente non cancellati ma coperti dall’articolo 33 dello sblocca Italia.
Il Comune invece ha voluto mettere al centro del tavolo i nostri temi,
i temi che noi diciamo, sono “quelli della Città”;
Quelle che erano le progettazioni, tra l’altro in corso, ma soprattutto il piano regolatore del Comune di Napoli il piano Urbanistico attuativo del Comune di Napoli, la variante del 1998 del Comune di Napoli, relativa all’aria occidentale di Napoli, perché per noi insieme, poi torna con gli indirizzi del consiglio comunale della Variante al Piano che abbiamo approvato in Consiglio Comunale nel 2015, cioè che la Città potesse esporre quelli che sono i propri strumenti, quelli legittimi di programmazione e di decisioni delle scelte che riguardano la trasformazione Urbanistica, quella venuta a prepararsi nel 2017 è che da lì in poi sono partiti alcuni tavoli sia tecnici tra Invitalia ed il Comune di Napoli, i nostri settori di Urbanistica, delle infrastrutture, dell’Ambiente,
che con noi su tutte le programmazioni del Comune di Napoli, e questo lavoro ha portato alla definizione di un programma, perché un programma abbiamo che costituisce parte dell’intesa;
questo programma bisogna sottolinearlo subito, qui non si sta parlando di un progetto esecutivo, quindi si sta dando un intesa istituzionale, precisando istituzionale, tra Governo Regione e Comune cioè gli enti programmatici le cui prerogative sono quelle istituzionali per quanto riguarda dei luoghi così importanti, dove i luoghi delle bonifiche li deve rendere il Governo, quindi parliamo di un programma e non di progetto esecutivo. -…etc….etc..]
Discorso quello dell’Arch. Piscopo tutto volto a spiegare che ciò che era stato fatto, non era assolutamente stato fatto con la “cabina di regia” ma in modo autonomo e nel rispetto dei compiti istituzionali, per confermare agli astanti il carattere “rivoluzionario” dell’operazione non fatta in sudditanza al “Commissario, ma autonoma, richiamandolo in causa la partecipazione, dichiarando i temi “quelli della Città!
Bisogna dire che alla fine il computer è arrivato ma non è servito a molto, le 3 immagini proiettate, non erano chiare, il supporto per la proiezione era sbilenco, ma comunque avendole già studiate o viste, ce ne siamo fatti comunque un’idea.
Vorrei calcare una frase in particolare detta dall’Architetto Piscopo:
“i temi che noi diciamo, sono quelli della Città”.
Questa frase sottende una partecipazione corale della Città;
Ma questa “partecipazione” non c’è mai stata, solo proclami, le decisioni sono state prese altrove, forse nel chiuso degli uffici comunali, e solo ratificate in giunta nel 2015, presentate alla Cittadinanza, con fare “rivoluzionario”, all’Istituto Nautico di Bagnoli, e, con altri toni all’Unione Industriale di Napoli in Piazza dei Martiri, e, tutti abbastanza soddisfatti, gli uni perché si ci opponeva al Commissario e la cosa di rilevanza “POLITICA” era quella, non cosa vi era sulle tavole;
Gli altri molto soddisfatti per i contenuti delle tavole e per l’enormità di cemento previsto, le metrò il porto e tutto il resto, ma comunque avrebbero voluto dippiù.
Ma, anche allora non era un progetto, ma un programma!
Questa sarebbe la “partecipazione pubblica” sbandierata dal Sindaco “rivoluzionario” che si è opposto a suo dire a Renzi ed al Commissario.
La “bozza” del progetto è stata chiesta in aula in Comune, dalle opposizioni, almeno da alcuni, ma non sono mai state consegnate, tantomeno pubblicate; oggi le hanno pubblicate, ma fin ora vi era un fitto segreto.
Ci si aspettava dopo le presentazioni del 2015, delle modifiche più sostanziali dopo alcune critiche e commenti letti in giro, ma niente, solo, mi è sembrato, ma non ne sono sicuro che si sia abbandonata la malsana idea di, citando L’Architetto Piscopo, dalla Seduta del 16 marzo 2015: https://www.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v PISCOPO Dal minuto 2:30:00 in poi
[Noi proponiamo una stabilizzazione delle quantità previste anche dalla precedente
variante, con quote diverse, vale a dire, con quote di Edilizia Residenziale Sociale,
come già proposto precedentemente, ma questa stabilizzazione a nostro avviso, oggi
diventa importante, e diventa un bilanciamento alle produzioni di beni e servizi, si
prevedeva la produzione di duemilionicentoquindicimila metri cubi, noi non vogliamo
in alcun modo superare queste quantità precedentemente stabilite, tutto sta in una loro
articolazione differente, in una loro anche ibridazione in alcuni punti.]
Ma ancor peggio, ma per fortuna sembrano abbandonate, le “SOTTOCUBATURE alla Peter Hasman; ancora da Arch. Piscopo:
[ …. vale a dire, integrare il parco all’interno in direzione delle archeologie industriali, ma lavorare anche nel suolo, prevedere attraverso movimenti del suolo, come rappresentato all’interno della slide,
dove vi sono esempi realizzati, questi, in modo esemplare da Peter Hasman, lavorare appunto a dei movimenti del suolo, che possano ospitare al proprio interno, anche delle architetture per la produzione di beni e servizi.
In particolar modo, tutto sta al progetto, noi dobbiamo guardare anche ad una qualità del progetto, perche’ tutto sta a come si realizzano le cose, ecco questi esempi ci mostrano quanto, il fatto che a lavorare a dei movimenti di suolo, e quindi ad un’integrazione del parco per attrezzature di beni e servizi, non faccia perdere la dimensione fondamentale del parco, ma il parco si avvarrà delle funzioni anche diverse, che possano realmente interpretare questo parco
” tematizzarlo” farlo diventare qualcosa di……… naturalmente, che si apre anche alle proposte del privato e non solo al privato, ma che possa ospitare delle funzioni che oggi
correggano, attualizzano, una impostazione rispetto alla quale il mercato ha detto alcune cose; bene a chi stà questo mercato, e guardare cosa dice il mercato, significa
immaginare anche un sistema di funzioni possibili; ecco nella funzione fondamentale
del parco, la produzione di beni e servizi non esclude il fatto che, anche l’architettura
diventi camminamento, possa essere che ciò includa anche l’architettura, camminamenti anche in legno biodegradabili, insomma un parco, un luogo del tempo libero dello
Sport, della Musica, dei Giovani, del “loisir” ma del luogo nel quale pensare di
introdurre anche degli attrattori per il tempo libero e lo sport.]
Di questo però rimangono certamente i parcheggi con le solette rivestite a prato, che sono un’enormità, ed i sotto-servizi, vere e proprie attività, dei “Lidi” a servizio della spiaggia, quali sottocubature sotto la passeggiata,nel salto di risulta della colmata, che comunque a me personalmente non dispiacciono!
C’è una domanda che mi pongo da tempo:
Può secondo Voi, una legge Regionale per un rischio specifico riguardare una zona in particolare, non includere conseguentemente un’altra zona nella stessa Regione, con lo stesso rischio, anzi, rischio al momento superiore?
La legge in questione è:
LEGGE REGIONALE N. 21 del 10 dicembre 2003
Bollettino Ufficiale della.regione.campania.n. 59 del 15 dicembre 2003
NORME URBANISTICHE PER I COMUNI RIENTRANTI NELLE ZONE A RISCHIO VULCANICO DELL’AREA VESUVIANA.
Come tutti ben sapete negli ultimi mesi del 2012 il sistema di monitoraggio dei Campi Flegrei ha registrato incrementi significativi della sismicità, deformazioni del suolo e variazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle fumarole della solfatara e dell’area idrotermale di Pisciarelli.
Su richiesta del Dipartimento della protezione civile e sulla base dei dati e dei documenti presentati dai ricercatori dell’Ingv, la Commissione Grandi Rischi – Settore Rischio Vulcanico ha ritenuto opportuno innalzare il livello di allerta per i Campi Flegrei, passando dal livello “base”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, al livello di “attenzione”.
Sulla base di tali valutazioni, il Dipartimento ha quindi stabilito, d’intesa con la Regione Campania, il passaggio alla “fase di attenzione”.
21 ottobre 2014 – Ridefinizione della zona rossa.
La nuova zona rossa comprenderebbe i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, parte di Marano e una piccola zona di Giugliano, nonché alcune zone di Napoli (Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, Chiaia, una parte di Arenella, Vomero e Chiaiano, e una piccolissima parte di San Ferdinando.
il 19 agosto 2016 è uscito in Gazzetta Ufficiale il decreto contenente le “Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei”, firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri il 26 giugno 2016.
Il provvedimento ufficializza la nuova zona rossa!
Secondo me è tacito, anzi categorico che la zona rossa dei Campi Flegrei rientri a pieno titolo nella suddetta legge, la LEGGE REGIONALE N. 21 del 10 dicembre 2003, e che di fatto tutto ciò che rientra nel “PROGRAMMA” dell’Arch. Piscopo a riguardo le cosiddette nuove edificazioni “di edilizia residenziale sociale”e le strutture alberghiere, non possono essere realizzate!
Tra l’altro gli alberghi e collegi in riva al mare e non solo a Bagnoli già esistono, bisogna solo restituirli alla loro funzione originaria, spostando le scuole nell’area Costanzo Ciano sede ex NATO, restituendo anch’essa alla funzione originaria il Villaggio del Fanciullo!
Come da intesa istituzionale:
Si concorda sulla distribuzione delle residenze lungo il perimetro del parco Si prevede la realizzazione di nuove residenze R, individuate in 3 aree: • Tra Via Nuova Bagnoli e la sua parallela (interna all’area), lungo il salto di quota realizzatosi con la costruzione della fabbrica (da 5 a 0 metri di dislivello tra le due strade). • Lungo il proseguimento di Via Cocchia, prospicienti il parco, panoramiche verso il mare (atteso il salto di quota di circa 7 metri tra via Cocchia e il parco) • Adiacente all’area Tematica 3 Le nuove residenze saranno caratterizzate dalla presenza di commerciale di quartiere e volumetrie basse.
Ed ancora per le strutture alberghiere
Si concorda sulla distribuzione delle strutture alberghiere 29/31/32 – 28/29 Si prevede la realizzazione di nuove strutture alberghiere che potranno realizzare un sistema integrato di offerta turistica. Saranno costruite nuove volumetrie TA, individuate in 3 aree: • prospicienti la piazza delle archeologie e prossime alla Porta del Parco • prossime all’Acciaieria che ospiterà soprattutto iniziative a carattere commerciale di eccellenza e grandi eventi • lungo il tratto della nuova via di Nisida, fronte spiaggia.
Secondo la Legge Regionale N°21 all’articolo 1 1.
La legge si applica ai comuni rientranti nella zona rossa ad alto rischio vulcanico.
2. La pianificazione di cui al comma 1 e le variazioni successive sono parte integrante della presente
legge.
All’ articolo 2 1.
Gli strumenti urbanistici generali ed attuativi dei comuni di cui all’articolo 1 non possono contenere disposizioni che consentono l’incremento dell’edificazione a scopo residenziale, mediante l’aumento dei volumi abitabili e dei carichi urbanistici derivanti dai pesi insediativi nei rispettivi territori.
2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è vietato alle amministrazioni competenti assumere provvedimenti di approvazione o di esecutività, previsti da disposizioni di legge vigenti in materia, degli strumenti attuativi dei piani regolatori generali dei comuni individuati all’articolo 1, comportanti incrementi delle edificazioni a scopo residenziale.
Altra cosa molto inquietante la ritroviamo alla TAV 16 – 7°:
“Si concorda sulla realizzazione di volumi a servizio della spiaggia localizzati in area di proprietà Invitalia” !
Il RECUPERO del Borgo di Coroglio:
La slide è categorica, si conserverà solo ciò che non è abusivo dal civico 106 al civico 116, quindi tutto il resto va demolito, liberando la spiaggia davanti a Caltagirone!
E questo ha scatenato la giusta ira dei residenti dei civici da abbattere.
Un po’ di immagini storiche di Coroglio
PLANIMETRIA DEL 1930 CON LA SPIAGGIA!
NESSUN LIDO PRIVATO O PRIVILEGIATO
IL COSTONE DI POSILLIPO E’ A RISCHIO FRANA, GIA’ OGGI VIGE IL DIVIETO DI PERMANENZA PER RISCHIO CROLLI;
IL PORTO
Il porto proposto, per circa 1000 posti barca, è assolutamente incompatibile con la balneazione, quindi vanifica la realizzazione della spiaggia!
L’unica soluzione per un porto accettabile e compatibile con la balneazione e’ quello di realizzarlo a Cala della Badessa, lasciando davanti a Nisida un porto approdo solo per barche a vela, da manovrare esclusivamente a vela!
Con la soluzione ipotizzata nella figura seguente con l’eliminazione della diga di collegamento con Coroglio si ha anche una miglioramento del ricircolo delle acque, ed un aiuto nel ridisegno naturale della costa antecedente la chiusa.
Un po’ di immagini storiche della spiaggia
Giuseppe Cristoforoni Architetto
Esperto Ambientale