“Le dicevo: metti il velo. Ma non la costringevo”, “non so perche’ lo dice”, “aveva pure i pidocchi allora le ho detto: dai che ti rasiamo. Nel nostro Paese si fa, i capelli si rinforzano. E’ venuta in bagno, abbiamo anche scherzato con l’acqua, non si e’ opposta, non ha detto niente. Come potevo costringerla?” Lo dice a Repubblica la madre della studentessa originaria del Bangladesh tolta alla famiglia con l’accusa di maltrattamenti. “Non mi do pace, l’ho accompagnata a scuola l’altra mattina perche’ era in ritardo, arrivate a pochi metri lei ha visto due sue professoresse: mamma vai, vado da sola. Da quel momento non l’ho piu’ vista. Ora voglio solo riabbracciarla, non la rimproverero’ di nulla”, dice. A Qn parla il padre della ragazza: “Rivoglio la mia bambina a casa. Non ha mai dormito una notte lontana da sua madre. Questa storia del velo non e’ vera e ha rovinato la mia famiglia”, dice. “Mia figlia e’ sempre stata libera di portare o no il velo. Parlo del hijab, che lascia scoperta la faccia. A volte lo portava, a volte lo toglieva. Come le altre mie due figlie di 15 e 17 anni”. La ragazza, prosegue, “e’ successo perche’ aveva preso i pidocchi a scuola, c’erano due suoi compagni che li avevano. Mia moglie allora le ha tagliato i capelli, ma non era pratica e ha tagliato troppo. Lei pero’ non si e’ lamentata, anzi l’aveva chiesto lei”. “Mia figlia non si e’ lamentata per due o tre giorni, poi a scuola qualcuno le ha detto che stava male ed e’ successo tutto questo casino”.