Maurizio Sarri è uno che l’allenatore l’ha fatto per scelta di vita e con coraggio. Rinunciare ad un buon posto fisso in banca per rincorrere un sogno da allenatore di basse categorie è una follia che solo i geni possono permetterci.
E l’escalation del tecnico toscano, arrivato oggi ai vertici del calcio italiano dopo una lunga gavetta, è la prova che le sue idee lo hanno portato lontano, non senza qualche incidente di percorso.
Hanno fatto particolarmente rumore le sue dichiarazioni attraverso cui, solo pochi giorni fa, palesava l’intenzione di una possibile avventura all’estero una volta concluso il ciclo col Napoli, dove garantirsi uno stipendio più alto soprattutto per la famiglia, costretta a enomi sacrifici durante la sua lunga gavetta nelle serie minori.
Sarri, allo stato attuale, non ha certo uno stipendio da operaio in piena guerra sindacale. Il Napoli gli garantisce circa 1,4 milioni annuali fino al 2020 e pare che, in caso di scudetto partenopeo, avrebbe diritto ad un corposo premio.
E chi conosce il calcio sa che certe dichiarazioni non vengono fatte per caso. Sarri guadagnerebbe quattro-cinque volte tanto anche se in Cina ci andasse tra dieci anni e appare molto difficile che, all’apice, inizi a pensare realmente a recarsi alla periferia del grande calcio.