Continua l’attività dell’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini per fare chiarezza sulla scelta del ministro della Sanità Lorenzin di estendere l’offerta vaccinale italiana fino a 13 vaccini, in totale controtendenza rispetto alla scelta dei principali Paesi europei, e sui procedimenti disciplinari adottati contro i medici critici nel rispettare l’obbligatorietà dei nuovi vaccini.
Ieri Pedicini ha portato la questione all’attenzione della Commissione europea, presentando un’interrogazione in cui ha chiesto all’organismo esecutivo della Ue di far sapere se possiede dati che possono essere utilizzati per affermare che l’obbligatorietà vaccinale garantisce una maggiore copertura della popolazione rispetto all’approccio della raccomandazione consapevole adottata nella gran parte degli Stati membri e se la Commissione ritiene che questo approccio sia compatibile con il rispetto della libertà di scienza dei medici italiani.
L’obbligo vaccinale italiano – è evidenziato nell’interrogazione – è una misura coercitiva introdotta oltre cinquanta anni fa per fronteggiare emergenze di pandemie infettive come la difterite, l’epatite B, la poliomielite e il tetano. Ora, pur se l’Italia non si trova di fronte ad una fase di emergenza epidemica (Global vaccine action plan 2012/2020), il nuovo Piano nazionale vaccini 2017-2019 prevede l’estensione dell’offerta vaccinale italiana ad altri 9 vaccini: meningo B, rotavirus nel primo anno di vita; varicella (prima dose) al secondo anno di vita; varicella (seconda dose) al quinto o sesto anno di vita; papillomavirus, meningo tetravalente e poliomielite negli adolescenti; pneumococco e zoster negli anziani.
Come conseguenza della gratuità di questi vaccini – è sottolineato nell’interrogazione di Pedicini -, alcune Regioni hanno già introdotto proposte di legge sull’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione di tutte le vaccinazioni previste dal calendario ai fini dell’ingresso dei bambini nel percorso scolastico.
Inoltre, parte integrante del nuovo Piano vaccini italiano è anche il controllo di possibili violazioni nell’effettuazione e nell’offerta attiva delle vaccinazioni da parte dei medici e del personale del servizio sanitario nazionale, violazioni che possono portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali.
Infine Pedicini, negli interrogativi rivolti alla Commissione, ha ribadito che bisogna ridurre al minimo l’obbligatorietà delle vaccinazioni e, al limite, sostituirla con la libertà di scienza e con la raccomandazione di un esperto. Solo un esperto può valutare l’efficacia e l’utilità della vaccinazione. A un sistema di vaccinazione di massa che poteva andare bene nei primi del ‘900, va sostituito un sistema di vaccinazione specifico basato su una valutazione del rapporto rischio/beneficio da parte del medico.
Entro sessanta giorni, dalla presentazione dell’interrogazione, la Commissione europea è tenuta a rispondere. Quando arriverà il suo parere, sarà un’altra occasione per soffermarsi sulle anomale e discutibili scelte del Ministero della Sanità italiano e sulle pressioni che stanno subendo i medici che non intendono accettare l’impostazione del nuovo Piano vaccini nazionale.