Il tema del consumo del suolo deve entrare urgentemente nell’agenda politica del paese. E’ l’auspicio di Aicare, (Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile e Etica) in occasione della Giornata della Terra (Earth Day) che si celebra oggi. Aicare lancia un vero e proprio allarme: “I dati di Ispra sul consumo di suolo sono come una corda che si stringe inesorabilmente intorno al collo del nostro Paese”. In Italia, il suolo denaturalizzato ed impermeabilizzato – ricorda Aicare – ha raggiunto nel 2015 quota 7% pari a 2,1 milioni di ettari, il 55% in più della media dell’Unione Europea. La superficie costruita per abitante ha raggiunto i 350 mq per abitante, mentre all’inizio degli Anni ’80 era poco superiore a 230 mq (+52%). Negli ultimi cinque anni, il ”cemento” ha coperto 90 mila ettari producendo danni alla produzione agricola e ai servizi ecosistemici, stimati in 700 milioni di euro l’anno. A questi vanno ad aggiungersi i costi per riparare i danni da frane e inondazioni, dovuti in gran parte all’impermeabilizzazione del suolo e all’insufficienza dei sistemi artificiali di deflusso delle acque, stimati mediamente in 7 miliardi l’anno; costi che una politica nazionale di gestione del suolo potrebbe ridurre ed annullare.