“Mio figlio è stato ammazzato il 16 gennaio de12007. Si chiamava Luigi, Luigi Sica, aveva sedici anni e voleva fare il calciatore, ma un altro ragazzino lo accoltellò. Da allora sono passati undici anni e non è cambiato niente, non c’è stato nessun intervento capace di fermare la catena dei morti innocenti”. Il Mattino intervista Anna Bifaro, madre di Luigi Sica, un ragazzo tranquillo ucciso da un altro giovane che si era sentito offeso da un presunto “sguardo di troppo”. Dopo il delitto, racconta la donna, “Ci fu una grande ondata di solidarietà, la mia casa era piena di gente, ai funerali c’era tutto il quartiere Stella dove noi abitiamo. Poi, piano piano sono scomparsi tutti, anche gli amici di Luigi, non li vedo da anni”. “Noi siamo rimasti soli con il nostro dolore, non abbiamo avuto nemmeno un risarcimento, ammesso che esista un risarcimento possibile per la vita di un figlio, e oggi si accoltella come allora”.
Che fine hanno fattogli assassini di suo figlio? “Quello che lo accoltellò è stato condannato a sedici anni di galera, quello che lo armò a nove anni. Ma adesso sono già tutti e due liberi mentre io ho perso mio figlio. E intanto nei giorni scorsi qualcuno ha tentato di uccidere altri due ragazzi, Arturo e Gaetano”. “Io credo che ci vorrebbero delle condanne esemplari e che le pene andrebbero scontate per intero. Lo dico anche alle mamme di Arturo e di Gaetano: dobbiamo continuare a chiedere giustizia per i nostri figli, dobbiamo pretendere leggi più severe. Proprio perché gli assassini dei nostri figli sono minori la giustizia dovrebbe essere inflessibile. Solo così gli altri ragazzi potrebbero capire la gravità di quello che fanno. E magari potrebbero cambiare strada prima di finire veramente male”.