La lista è stata trasmessa ieri alle Regioni dal ministero dell’Interno. Contiene l’elenco dei luoghi dove sorgeranno i nuovi Cpr, i Centri permanenti per i rimpatri che sostituiscono i Cie. Primo passo per rendere operativo il piano per la gestione dei migranti. Mentre gli sbarchi superano la cifra record di 40 mila, oltre io mila in più dello stesso periodo del 2016, e almeno 200 persone sarebbero morte di fronte alle coste libiche, si cerca di rendere operativo il nuovo «pacchetto» approvato dal Parlamento. E si studiano le nuove regole per i soccorsi in mare: coordinamento affidato alla Guardia Costiera e registrazione di tutti i membri degli equipaggi delle navi delle Organizzazioni non governative. È stata proprio una Ong, la Medical Corps, a raccogliere le testimonianze dei naufraghi che hanno parlato di almeno 30 donne e 9 bambini dispersi. Questa mattina arriverà a Salerno una nave con 990 migranti. A bordo c’è íl cadavere di un bimbo di 3 anni, mentre due giorni fa è sbarcato a Lampedusa un uomo con una neonata: la moglie è morta di parto mentre attendeva di imbarcarsi su una spiaggia libica. Dopo settimane di tentativi di mediazione con i governatori, la prima lista è stata definita. Entro luglio dovrebbero essere pronte le strutture per ospitare chi non ha diritto a rimanere in Italia e deve essere rimpatriato. Lo sbarco di oltre 7.000 migranti in appena tre giorni e soprattutto i due naufragi al largo della Libia che avrebbero provocato circa 200 morti, forniscono il quadro di quel che sta accadendo nel Mediterraneo centrale. Ed è solo l’inizio. Con l’arrivo della bella stagione la situazione rischia di peggiorare gravemente, perché i trafficanti dimostrano di essere sempre più agguerriti, disposti a tutto pur di fare affari. Le dichiarazioni dei superstiti che raccontano di un gommone mandato alla deriva senza motore, rende bene l’idea di quale possa essere la strategia delle organizzazioni criminali: far partire comunque la maggior parte deli stranieri, mandandoli a morire se non c’e nessuno disposto a salvarli. Una sorta di ricatto nei confronti dell’Europa, in particolare dell’Italia, unico Stato che accetta l’attracco delle navi, anche straniere, nei propri porti. Ecco perché è necessario pianificare al più presto interventi che mettano ordine tra i soccorritori.