Scenografia da teatro greco per lanciare una sfida che vuole essere corale – anche nell’immagine. Sul palco di Castello a Mare a Palermo sono collocate 62 sedie per i candidati alle Regionali in Sicilia. Anche i vertici 5 Stelle, Beppe Grillo e Davide Casaleggio – entrambi con un look casual – si mescolano tra i consiglieri comunali. La platea è al gran completo e rimarca le attese che i pentastellati ripongono su questa campagna elettorale. 15 pullman da tutta l’isola sono solo la punta dell’iceberg della mobilitazione per una campagna chiave. La strategia è chiara e la ribadisce Luigi Di Maio: “Se vinciamo in Sicilia il 5 novembre vinciamo nel 2018 a Roma”. E ricorda: “E dalla Sicilia che partono le rivoluzioni in Italia”. Con 2.200 voti Giancarlo Cancellieri correrà per la guida della Regione. Beppe Grillo: “Qui c’è l’ultima chance, non torno a nuoto”. Cancelleri mette in disparte la soddisfazione per il successo (scontato) e guarda già all’ipotesi di un governo isolano pentastellato. “Il biglietto da visita nei confronti dei cittadini sarà il taglio di vitalizi e privilegi e la riduzione degli stipendi ai deputati regionali: non è una legge che serve alla Sicilia, ma serve ai cittadini per capire che è finito il tempo della politica slegata dalla realtà”. “Oltre al reddito di cittadinanza – spiega – agiremo su sanità, imprese e infrastrutture”. Sul tema migranti: “Frontex deve esssere trasferita a Lampedusa” e “il governatore deve essere Commissario straordinario all’immigrazione”.
“A differenza di Berlusconi io non penso che i Cinque stelle siano un’accozzaglia di disoccupati, disperati, depravati, che siano il male assoluto. Sono interlocutori con i quali si può discutere”, dice il segretario leghista Matteo Salvini. “Su immigrazione, Europa e sicurezza si può dialogare e non è poco”, sottolinea. E avverte: “Berlusconi rinunci all’idea di accordo con Renzi, Il leader c’è già sono io”