Alle elezioni politiche in Olanda frena l’onda dell’estrema destra di Geert Wilders che non fa il balzo previsto. Il premier liberale Mark Rutte nettamente primo negli exit poll esulta: fermati i populisti. Per lui però c’è il rebus maggioranza: sono tre partiti in corsa per il secondo posto (tra cui anche il partito anti immigrati e euro-scettico di Wilders). Crollano i laburisti, balzo in avanti del verde Jesse Klaver che vola a 16 seggi. Molto alta l’affluenza alle urne: l’82 per cento degli olandesi è andato a votare. Il sollievo dell’Europa: passato il primo test, ora si guarda al voto in Francia e Germania. Gentiloni: «Rilanciamo l’Unione, stop alla destra anti Ue» . Lo scrittore Adriaan van Dis: «Dopo tutto questo odio tornerà il pensiero razionale».
Geert Wilders, il grande deluso, è protetto da due cordoni di guardie del corpo, una di Stato e una del partito. Da anni vive isolato, in case segrete, cambiando letto all’ultimo momento per paura di un attentato islamista. Anche per questo ha affinato la comunicazione con i social network, saltando i giornalisti «servi del sistema». Fino a tarda notte resta invisibile, forse fatica ad ammettere nessuno parlava di identità, di pericolo islamico. Erano tabù. Oggi invece questi temi fanno parte dell’agenda di governo. “Per me non si è mai trattato di poltrone, ma di difendere il mio Paese, la mia cultura, il mio popolo. Questo io lo chiamo successo davanti ai suoi che i 4 seggi in più sono pochi per chi puntava a vincere. Forse non ha semplicemente bisogno di apparire in tv”. «Rutte non si è ancora liberato di me», twitta livido. Profilo: