Gli sherpa di Matteo Renzi (…) continuano la serrata trattativa con Forza Italia sulla legge elettorale. Anche se, fino alla direzione di martedì, il segretario del Pd non scioglierà la riserva sul sistema di tipo tedesco (sostanzialmente proporzionale) sponsorizzato da Silvio Berlusconi, che dichiara: «Deve essere chiarissimo che un accordo sulla legge elettorale, se si farà, non è un accordo politico col Pd. Non è neppure un nuovo patto del Nazareno». Eppure, nel caso l’accordo Pd-FI sul «modello tedesco» si facesse, ora il M5S fa sapere di voler essere della partita. Pur ponendo una condizione irrinunciabile, precisano i grillini: un premio al primo partito (oltre il 40% ) che però fa assomigliare il «tedesco» all’Italicum.
Col “Nazareno bis” elettorale, avanza a grandi falcate una nuova data per le urne anticipate. È quella del 22 ottobre. Mentre si cementa uno schieramento sempre più trasversale attorno al modello tedesco, è proprio la penultima domenica di ottobre quella che Matteo Renzi da un paio di giorni sta cerchiando in rosso. «Consentirebbe al nuovo governo di lavorare, anche a tappe forzate, alla legge di stabilità», ha spiegato ai suoi l’ex premier. Manca un dettaglio però: la nuova legge elettorale, appunto. Ieri anche il leader leghista Matteo Salvini ha dato il suo ok: «Approviamo qualsiasi legge, ma occorre il via libera alla Camera entro 15 giorni se si vuole votare in autunno». E così pure Silvio Berlusconi (…) «Bisogna riportare presto gli italiani alle urne dopo quattro governi non scelti dal popolo» (…) Ma (…) il percorso si annuncia più duro…
Matteo Renzi è pronto a incontrare tutti gli altri leader. Tutti: compreso Silvio Berlusconi e, perché no, Beppe Grillo (…). Per parlare di legge elettorale e, qualora si delineasse una vasta intesa sul modello proporzionale «alla tedesea», del modo più rapido per concludere questa (…) legislatura (…) Per votare il 24 settembre, insieme con la Germania, le Camere andrebbero sciolte entro luglio. Per quella data ci vorrebbe una legge elettorale già in «Gazzetta Ufficiale» e con i collegi ridisegnati: impresa da Guinness. Al momento la discussione si svolge in commissione alla Camera. Ben che vada, la legge arriverà in aula il 10 giugno. Poi passerà in Senato. Per rispettare la tempistica, l’intesa dovrebbe essere non solo blindata, ma fatta rispettare con la precisione di un cronografo elvetico. Il rischio che salti tutto è presente allo stesso Matteo: «Se a luglio dovesse essere bocciata la riforma, non se ne farebbe più nulla».