Politica interna
Regionali. La priorità in casa Pd in queste ore è cercare un accordo con Liberi e Uguali per correre insieme alle Regionali di Lombardia e Lazio. In questa direzione va la telefonata di ieri di Paolo Gentiloni a Pietro Grasso: “Mi appello al tuo buon senso. Possiamo vincere in Lombardia, dopo 25 anni. Non è un problema regionale, si tratta di far governare al centrosinistra un sesto degli italiani. Non possiamo farci del male. Sono sicuro che, come me, senti questa responsabilità”, avrebbe detto il premier, trovando uno spiraglio nella dispoibilità di Grasso e della Boldrini. Intanto a meno di due mesi dal voto, secondo un sondaggio Piepoli il Pd sarebbe in svantaggio sia nel Lazio che in Lombardia. Secondo le ultime rilevazioni, il candidato lombardo del centro destra Attilio Fontana avrebbe un vantaggio di quasi 7 punti sul candidato del centrosinistra Giorgio Gori, e un margine ancor più ampio su quello del M5S. Nel Lazio, invece, la situazione risulta più confusa. L’attuale presidente, Nicola Zingaretti, è in generale ben voluto dalla popolazione, tuttavia la sua posizione è tutt’altro che salta: in vantaggio sui candidati del centrodestra, sarebbe in ritardo di un paio di punti sulla candidata pentastellata Roberta Lombardi. In ogni caso la situazione nel Lazio è fortemente incerta.
Centrodestra. Si apre nel centrodestra, e in particolare internamente alla Lega, lo scontro tra il segretario Matteo Salvini e il governatore uscente della Lombardia Roberto Maroni, che accusa il collega di essere “stalinista”, alla guida di un partito “ricco di tattica e povero di strategia”, e “tutto marketing”. L’interessato, Matteo Salvini, su Facebook ostenta disinteresse: “Preferisco usare il mio tempo per lavorare e costruire, non per litigare o rispondere agli insulti. Le polemiche le lascio agli altri”. Di fronte ad una crescente ostilità nei confronti del leader della Lega, Berlusconi recita invece il ruolo ecumenico di paciere. L’ex premier ieri ospite di Vespa su RaiUno, ha confermato la promessa che la legge Fornero verrà corretta,ma non abolita, per evitare una voragine nei conti pubblici (“Tra le cose da salvare c’è il fatto che salendo l’età media di vita crediamo sia comprensibile che salga anche l’età in cui si va in pensione. Con il sistema contributivo se uno vuole andare in pensione a cinquant’anni prende la pensione con i contributi accumulati”). Ha inoltre ufficializzato l’aliquota della flat tac, inizialmente al 23% e scesa ora al 20. E poi sull’ipotesi larghe intese: “Se ci sarà uno stallo noi siamo disponibili a governare con chiunque sottoscriva in toto il nostro programma”.
Politica estera
Italia – Francia. La visita del presidente francese Macron a Roma e l’incontro con il premier Gentiloni prima e con il Capo dello Stato Mattarella poi. Sul tavolo il trattato già soprannominato “del Quirinale”, perchè Macron vuole firmarlo sul Colle, a fine anno, e che vedrà Roma e Parigi avere una relazione privilegiata e “complementare”, come la definiscono Macron e Gentiloni, rispetto a quella che dal 1963 (con il Trattato dell’Eliseo) lo Stato francese intrattiene con Berlino. Macron si dice convinto che “Italia e Francia riusciranno ad armonizzare i sistemi di accoglienza e di asilo” e che tra i due paesi ora c’è “un legame più forte, che consente la stabilizzazione in Libia”. Il riavvicinamento tra i due paesi sembra poter superare uno dei punti più bassi nella storia delle relazioni tra Roma e Parigi, quando nella scorsa estate il governo Gentiloni è stato costretto a fare la voce grossa dopo l’inaspettata marcia indietro di Macron sul dossier STX-Fincantieri, con, sullo sfondo, le vicende Vivendi – Mediaset e la gestione della crisi libica. L’Italia chiedeva aiuto all’Europa e in particolare alla Francia perche altri porti, per esempio quello di Marsiglia, venissero aperti in modo da accogliere le navi che soccorrevano migliaia di disperati nel Mediterraneo, e la Francia opponeva il suo rifiuto.
Iran. Ieri l’alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini ha riunito a Bruxelles i tre ministri dei paesi Ue negoziatori sull’Iran con il capo della diplomazia iraniana, Javad Zarif, per dare un segnale forte a Washington affinchè non si ritiri dagli accordi sul nucleare. “L’accordo sul nucleare funziona ed è cruciale per la sicurezza del mondo, restiamo impegnati per la sua piena attuazione”, ha detto la Mogherini. Anche Boris Johnson ha preso una netta posizione contro la tentazione di Trump di mandare a monte l’intesa: “Noi pensiamo che l’intesa sia un considerevole risultato diplomatico. Non credo che qualcuno abbia avanzato un’idea migliore. Io ritengo che chi si oppone al Jcpoa abbia la responsabilità di presentare una soluzione più efficace, perché finora non l’abbiamo vista”. E stando alle ultime indiscrezioni che filtrano dalla Casa Bianca, Donald Trump avrebbe rinunciato a uscire dall’accordo nucleare con l’Iran, virando sulle sanzioni mirate alle violazioni dei diritti umani. Secondo anticipazioni dell’Associated Press, il grande scontro Washington-Teheran sarebbe quindi rinviato. A difendere l’accordo con l’Iran sono stati due generali molto influenti (Mattis segretario alla Difesa, McMaster che dirige il National Security Council) e il segretario di Stato Tillerson.
Economia e Finanza
Tassi. La fiducia nella ripresa globale potrebbe spingere la Banca centrale europea ad anticipare la fine del programma di stimoli all’economia, il cosidetto quantitative easing, (o Qe) prima del previsto e a preparare i mercati con un graduale cambiamento della guidance di politica monetaria già a gennaio. La Bce sarebbe infatti pronta a considerare un “graduale” cambiamento del linguaggio relativo alle “varie dimensioni” della politica monetaria e dunque della forward guidance, già dagli “inizi del prossimo anno”; la comunicazione dovrà evolversi gradualmente, “senza modifiche nella progressione” se l’economia continuerà a espandersi e l’inflazione a convergere ulteriormente verso l’obiettivo, vicina ma al di sotto del per cento. E’ questo quanto emerso dai verbali della riunione del consiglio direttivo della Bce che si è tenuta il 13 e 14 dicembre scorsi. Per i mercati, che hano subito risposto positivamente, questa apertura è un ulteriore importante passo verso la normalizzazione.
Investimenti. Ieri a Piazza Affari la presentazione del nuovo strumento di Borsa Italiana, Elite Basket bond, dedicato al finanziamento dell’industria attraverso il mercato. Il messaggio che finanzieri e industriali enunciano coralmente è l’obiettivo di far ripartire gli investimenti e l’occupazione anche attraverso la finanza. Il basket bond lanciato ieri a Piazza Affari non è che uno degli innumerevoli nuovi strumenti finanziari che si stanno affermando sul mercato dei capitali. Una risposta alla difficoltà di ottenere prestiti dal canale bancario tradizionale da parte delle Pmi italiane. “La crescita delle imprese è sostenuta anche da strumenti di finanza come questo che aiutano al cambiamento culturale, avvicinando gli imprenditori alla Borsa”, ha detto il presidente di Confindustria Boccia, che poi si è espresso anche sul Jobs Act, al centro della campagna elettorale: “Non si possono smontare riforme” – come il Jobs act – che hanno avuto effetti sull’economia reale”. Rimetterle in discussione “significa non fare l’interesse nazionale”. Posizione netta quella del numero uno degli industruali: “Il 30% di investimenti privati in più rispetto all’anno scorso e un rb di export in più significa che queste riforme hanno avuto effetti sull’economia reale”, spiega.