Politica interna
Berlusconi e Renzi attaccano i 5 stelle. Silvio Berlusconi, durante un’intervista in tv, mette in guardia dall’astensione dal voro. Il pericolo, lo dice da mesi il leader di FI, è quello di una vittoria del M5S, e proprio per sventarlo a 81 anni ha deciso di tornare in campo in prima persona («Lo feci anche nel ’94 per fermare i comunisti, ma qui il rischio è ancora maggiore»). «Ci sono questi signori – afferma – che pensano di non andare a votare, ma se a causa della loro assenza dalle urne vincessero i grillini si troverebbero tasse altissime. E nel loro preciso interesse, per non dare l’Italia non solo a chi non è preparato ma che porta invidia e odio verso chi è ricco, che porterebbe al potere la magistratura militante». È chiaro insomma chi è l’avversario da battere. I grilllini sono «quasi una setta, che prende ordini da un vecchio comico e dal figlio sconosciuto dell’amico del comico oggi defunto: se vincessero porterebbero l’Italia al disastro». Anche per Renzi, a Milano per sostenere la candidatura Gori alla Regione, il bersaglio grosso restano i 5 Stelle: «Sono l’incompetenza elevata a elemento di orgoglio». Gli fa eco Pier Carlo Padoan: «Sono un pericolo per la stabilità e la sostenibilità del Paese, dovuto spesso anche a grande incompetenza».
Grasso sostiene la candidatura Zingaretti nel Lazio. L’incontro faccia a faccia, sabato. Pietro Grasso ha consegnato al presidente del Lazio Nicola Zingaretti il documento con le tante richieste partorite dall’assemblea romana di Liberi e uguali. Ieri il governatore ha detto si. Ci sono ancora parecchi dettagli da limare, ma la sostanza è che LeU correrà a fianco di Zingaretti alle regionali del 4 marzo. A sinistra però si apre una crepa: Possibile, il gruppo che fa riferimento a Pippo Civati, si chiama fuori dall’intesa nel Lazio: «Rispettiamo la decisione, ma vista la contrarietà della nostra base non esprimeremo candidati nella lista di LeU». Le scelte di Liberi e Uguali, che in Lombardia scarica Gori e nel Lazio sostiene Zingaretti, risultano incoomprensibili a Massimo Giannini. A suo giudizio, si tratta di scelte che alimentano il conflitto tra le diverse ‘anime’ del centrosinistra: ” in un campo politico già balcanizzato come il centrosinistra, questa scelta disorienta le truppe e soprattutto prepara altre sconfitte”
Economia e finanza
Le promesse elettorali sul fisco. Le promesse elettorali in campo economico dei partiti, incentrati sulla riduzione delle tasse, al vaglio di commentatori e analisti. L’esperto fiscale del Sole, Salvatore Pdula, invita gli elettori a “diffidare dei miracoli: le riforme che si autofinanziano sono affascinanti, ma bisogna almeno avere l’onestà di riconoscere che sono difficilmente realizzabili. E sono anche difficili da far digerire alla comunità finanziaria internazionale. E non si ascoltino le sirene di chi sostiene la possibilità di finanziare il taglio delle tasse con ulteriore indebitamento: è una strada non percorribile, perché l’Italia ha il problema opposto di invertire, e rapidamente, la dinamica del rapporto debito pubblico/Pil”. Nicola Saldutti sul Corriere della Sera, pone il problema delle coperture della promessa riduzione del carico fiscale: “Starà ai partiti spiegare sempre meglio, nel corso della campagna elettorale, quali saranno le coperture, le compensazioni necessarie per tenere a bada il debito pubblico. Un debito che viaggia intorno al 132 per cento del Prodotto interno lordo. E resta, nonostante tutto, il principale elemento sul quale la credibilità della classe di governo verrà misurata dai mercati. Aspetto che, in realtà, negli annunci elettorali appare molto laterale”.Intanto Cludio Tito, su Repubblica, scrive. ” Oltre 132 miliardi di redditi Irpef nascosti con una perdita di gettito superiore a 38 miliardi l’anno. Sono questi gli ultimi dati choc dell’evasione fiscale in Italia contenuti in un rapporto elaborato dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato.[…] Lo studio, terminato nei primi giorni di quest’anno insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia, alza dunque di un bel pò – almeno 20 miliardi di reddito – le stime sulle tasse sul reddito non pagate nel nostro Paese”.
Societa’, istituzioni, esteri
Mattarella in visita nel Belice. Cinquanta anni dopo il terremoto del Belice, Sergio Mattarella torna in questo lembo della «sua» disastrata Sicilia e si compiace dell’impegno dei sindaci di Gibellina, Montevago, Santa Ninfa e così via decisi «a guardare al futuro», come incoraggia Nicola Catania, il primo cittadino di Partanna che tutti li rappresenta, facendo ribalzare l’auspicio su Marche e Lazio: «Amatrice e Accumoli, non mollate». Anche per questo, nel giorno dell’anniversario, mentre si ricordano le 300 vittime, il capo dello Stato sottolinea come «la capacità dell’intero Paese di reagire alle tante calamità» abbia «rappresentato il momento della verità, della misura della coesione nazionale, del riconoscersi in un comune destino».
Tunisia, l’anniversario della rivoluzione dei gelsomini. Si è conclusa senza incidenti di rilievo la giornata di manifestazioni contrapposte, l’una governativa, l’atra organizzata dalle opposizioni, in ricordo dei ‘martiri della primavera dei gelsomini’. A stemperare l’atmosfera sono state soprattutto le prime aperture governative, che segnalano una disponibilità a ritoccare le misure di austerità. Fra gli impegni, c’è anche quello di un piano di aiuti alle famiglie bisognose, modulato sul numero dei figli. È anche vero che le opposizioni hanno moderato le proteste, conservando le energie per occasioni che non mancheranno nel prossimo futuro. Il confronto è soltanto rinviato.