Politica interna
La scissione nel Pd. Da Repubblica: “Oggi si tiene la direzione pd: l’area di Speranza e Rossi diserta, la scissione c’è già. Resta l’enigma del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ancora non ha chiarito la sua posizione. Nemmeno Renzi interverrà alla riunione che dà iI via al congresso. II ministro Orlando: mi candido se serve all’unità. I bersaniani ormai sono fuori, venerdì i gruppi in Parlamento. Lo sfogo di Enrico Letta: «Non può finire così, la responsabilità è del segretario»”. Il Corriere della Sera: “I bersaniani stanno facendo sul serio e al Nazareno è già giunto il nome con cui battezzeranno il movimento che verrà : «Uguaglianza e libertà». Sottotitolo: «Per il centrosinistra». Ezio Mauro su Repubblica: “La sinistra non ha bisogno di un anno zero o di un eterno ritorno: ma di rispettare al contrario la sua storia e la sua identità, rinnovandole”. Cuperlo intervistato da Repubblica: «Il problema è (…) questo: lui (Renzi, ndr) pensa di aver vinto e invece ha perduto perché le minoranze avranno fatto i loro errori ma se il Pd si rompe, la responsabilità più grande è di chi stava alla guida (…) se davvero non ha compreso che dopo una rottura nulla sarebbe uguale a prima, avremmo (…) la conferma della sua inadeguatezza». Sempre la Repubblica: «Sono angosciato», dice Romano Prodi. Fondatore dell’Ulivo e del Partito democratico (…) «Faccio decine di telefonate, certo non sono indifferente alla scissione (…) «Nella patologia umana c’è anche il suicidio». Morte auto-inflitta di un progetto, di una storia fatta di carne e ossa, milioni di voti, governi, politiche, riforme. Sceglie il silenzio invece Giorgio Napolitano, che del governo Prodi fu ministro dell’Interno. Tuttavia viene considerato uno dei principali sponsor della candidatura di Andrea Orlando alla segreteria. Tace, ovviamente, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Opposizioni e legge elettorale. Antonio Polito sul Corriere della Sera: “L’anomalia più vistosa, in attesa della scissione al rallentatore del Pd, è la compattezza del Movimento 5 Stelle. Probabilmente fittizia e virtuale; ma favorita dallo spettacolo offerto dal partito di maggioranza del governo. Quanto avviene è la conferma che il Movimento riceve linfa vitale dagli errori avversari. Ed è l’ennesimo favore a Beppe Grillo, riconosciuto dallo stesso Matteo Renzi, seppure scaricando la colpa sugli altri. Le beghe di Virginia Raggi sono scomparse dai radar. Grillo può dire di essere a Roma per «parlare di cose meravigliose» con la sindaca”. Il Messaggero: “Blitz a Roma di Grillo per il nuovo stadio. Il leader del Movimento 5 Stelle incontra il sindaco e avverte: chi è contro è fuori. Affiancato da Davide Casaleggio, che per la prima volta ieri ha varcato il portone di Palazzo Senatorio, Grillo si è intrattenuto con la prima cittadina per oltre due ore. «Se il nuovo impianto si farà, sarà sentita la popolazione». Oggi l’incontro con i consiglieri comunali”.
Dal Corriere della Sera: “Nel frattempo a Montecitorio circola la voce di una possibile contromossa. Siccome il presidente Sergio Mattarella si è raccomandato di armonizzare le leggi elettorali della Camera e del Senato, nel Partito democratico si sta pensando di alzare la soglia di sbarramento per accedere all’assemblea di Montecitorio e di portarla dall’attuale 3 per cento al 5. Una quota che al Pd ritengono proibitiva per gli scissionisti, tanto più se Emiliano non sarà dei loro”.
Economia e finanza
Bruxelles critica sul debito ma più tempo per le misure. Il Sole 24 Ore: “Proseguono le trattative tra Roma e Bruxelles su un pacchetto di misure che la Commissione europea vuole dall’Italia per rimettere in carreggiata i conti pubblici. Lo sguardo corre a domani quando l’esecutivo comunitario pubblicherà una serie di rapporti, tra cui in primis quello dedicato all’indebitamento. Nessuna decisione politica dovrebbe essere annunciata in questa circostanza sull’apertura eventuale di una procedura per debito eccessiva. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan conferma che la manovra resta ancorata all’orizzonte dei 3,4 miliardi. «Ai margini dell’Eurogruppo e dell’Ecofin continueremo gli scambi con Padoan per arrivare a una soluzione comune», ha detto ieri a Bruxelles all’inizio della riunione ministeriale il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, che non ha voluto commentare la situazione interna al Partito democratico, spaccato sull’opportunità di nuove misure di risanamento. “In Italia, c’è un governo, c’è un presidente del Consiglio e c’è un ministro dell’Economia e delle Finanze: lavoriamo con loro per cercare di trovare le soluzioni sulla base degli scambi che abbiamo avuto finora e che continuano a fare progressi”. Tuttavia Il Corriere della Sera scrive: “Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha indicato la prossima riunione del 20 marzo per discutere della situazione dell’Italia, che sconta il maxi debito pubblico in risalita, bassa crescita, alta disoccupazione e sistema bancario in difficoltà. Inoltre a Bruxelles preoccupa l’indisponibilità manifestata dall’ex premier Matteo Renzi e da altri esponenti del Pd sui 3,4 miliardi della manovra. Anche i contrasti interni al partito di maggioranza sollevano dubbi”.
Guerra dei taxi/Alitalia. Dal Corriere della Sera: “Oggi pomeriggio il governo incontrerà le associazioni dei tassisti, ma intanto lo sciopero dei taxi va avanti da quasi una settimana con pesanti conseguenze sulla mobilità nelle grandi città, senza contare la pessima figura che il Paese sta facendo agli occhi dei turisti. “Penso che i tassisti svolgono un servizio pubblico – dice il viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, che oggi, insieme col ministro Graziano Delrio, incontrerà le associazioni di categoria -. Per questo voglio, ancora una volta, fare un appello a bloccare la protesta, avendo il governo accettato rapidissimamente di incontrare le associazioni”. “Garanzie a utenti e lavoratori”, promette. Dario Di Vico sempre sul Corriere: “Sciopero a oltranza dei tassisti, improvvise limitazioni all’attività di Flixbus, incrudirsi della crisi Alitalia: sono la prova che manca al nostro Paese una vera politica della mobilità fatta con regole e scelte dell’ultimo minuto”. Ancora Il Corriere: “La presenza di ben tre ministri – Graziano Delrio (Trasporti), Carlo Calenda (Sviluppo) e Giuliano Poletti (Lavoro) – oltre alla viceministra allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, all’incontro di ieri con i sindacati dimostra quanto il governo sia «preoccupato» per la crisi Alitalia. Delrio: situazione seria. II nodo del contratto congelato fino a marzo e dei 2.000 esuberi. L’esecutivo si è mosso per sollecitare un incontro urgente con i vertici aziendali”.
Politica estera
Juncker in bilico l’Europa si schiera “Deve continuare”. Repubblica: “Il tredicesimo piano della Commissione viene subissato di telefonate, da tutta Europa vogliono sapere se il presidente Jean-Claude Juncker stia meditando le dimissioni. Così pubblicamente a Bruxelles non resta che smentire: «Il presidente è qui per restare, motivato come il primo giorno per combattere tutte le crisi che l’Europa sta affrontando», afferma il portavoce dell’esecutivo comunitario per il quale «l’aver annunciato già nel 2014 che farà solo un mandato gli concede un approccio ambizioso e indipendente». Eppure l’ex premier lussemburghese non ha ancora preso la decisione definitiva sul suo futuro e le prossime settimane saranno cruciali per sciogliere i nodi. Domani la visita a Berlino, dove ci sarà la bilaterale con Angela Merkel”.
Mattarella in Cina tra moda e infrastrutture. La Stampa: “La capitale che più conta, dopo Washington, è diventata Pechino. Perché la Cina ormai ha la seconda economia del pianeta e (Trump permettendo) ambisce a conquistarsi uno spazio geopolitico sempre più ambizioso. Alla super-potenza asiatica, l’Europa interessa come grande mercato da invadere attraverso le nuove «Vie della Seta». Non è un caso che la visita in Cina di Sergio Mattarella venga a coincidere con la prima volta del Forum culturale italo-cinese, istituito lo scorso anno, e con la quarta edizione del Business Forum tra i due Paesi: da quelle parti, il nostro biglietto da visita sono soprattutto le imprese ad alto tasso di tecnologia e di design, che ispirano eleganza e voglia di vivere bene. Mattarella sarà il primo dei non molti capi di Stato stranieri in visita a Pechino nel 2017. Mercoledì riceverà il benvenuto dal presidente della Repubblica popolare, Xi Jinping, che è pure il leader dell’unico partito ammesso in Cina (Pcc), col quale firmeranno una quantità di accordi sul piano della cooperazione nei settori più svariati”. Sempre La Stampa intervista Rutelli, oggi Presidente dell’Anica: è coordinatore per parte italiana. «Mi colpisce la presenza non scontata di Xi Jinping, numero uno cinese, alla firma degli accordi di collaborazione. Anche a Pechino hanno imparato che da noi purtroppo c’è una tendenza a cambiare spesso i governi, per cui il Capo dello Stato rappresenta ai loro occhi una certezza di continuità. Considerano Sergio Mattarella un interlocutore molto affidabile per i prossimi cinque anni”.