Politica interna
Indagine Consip. Repubblica: “Tensione tra procure sull’inchiesta sugli appalti Consip che ha portato in carcere l’imprenditore Alfredo Romeo. Roma revoca il mandato al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri per le troppe fughe di notizie coperte da segreto. Scontro via blog tra Beppe Grillo e Matteo Renzi. «Ha rottamato il padre», l’accusa del leader del M5S. «Fai lo sciacallo ma la verità arriverà», la replica dell’ex premier”.
Il Corriere della Sera ricostruisce: “Scrive il leader del M5S: «Se a Berlusconi avessero toccato la mamma si sarebbe costituito, il menomato morale non si rende neppure conto che questa uscita lo segnerà per sempre». «E’ la seconda volta in 65 anni di vita – risponde l’ex premier a Grillo – che mio padre viene indagato. La prima fu qualche mese dopo il mio arrivo a Palazzo Chigi: è stato poi archiviato perché non aveva fatto niente». E la notazione sul nesso temporale non può sfuggire. Ora, la nuova indagine: ‘Mio padre ha reclamato con forza la sua innocenza. Spero che quando arriverà la parola fine ci sia la stessa attenzione mediatica che c’è oggi. La verità arriva, basta saperla attendere. Ma tu, caro Grillo, hai fatto una cosa squallida: hai detto che io rottamo mio padre. Sei entrato nella dinamica più profonda e più intima – la dimensione umana tra padre e figlio – senza alcun rispetto. In modo violento'”. Libero oggi pubblica integralmente la lettera dell’ex premier. Ma Il Messaggero rivela: “L’accordo per una dazione mensile di 30mila euro a Tiziano Renzi era al centro dei pensieri e probabilmente delle discussioni che faceva Alfredo Romeo lo scorso autunno, quando incontrava spesso il “ragazzo” Carlo Russo, imprenditore toscano e amico di famiglia. Una insistenza sullo stesso concetto, riscontrata da non uno ma due “pizzini” rintracciati nella spazzatura del suo ufficio di via della Pallacorda a Roma. E che ora potrebbero servire alla procura di Roma a dimostrare l’accusa di traffico di influenze nei confronti del padre del premier, indagato per rivelazione del segreto istruttorio. E il Commissario anticorruzione Corradino mette in guardia sui maxi appalti: «Questo meccanismo genera appetiti criminali, a vincere sono sempre gli stessi».
Opposizioni. Lo strappo di Speranza: “Lotti si dimetta, il governo vada avanti. Sgomenta questa gestione del potere”. Michele Emiliano contro Orlando: sarebbe in conflitto di interessi tra la casacca di ministro della Giustizia e quella di candidato, con la vicenda Consip entrata in maniera prepotente nelle dinamiche del congresso. Pisapia: «Insieme al Pd o ai fuoriusciti? Solo con chi unirà il centrosinistra». Martina: «Passare dall’io al noi». Berlusconi: «Sul caso Consip non sfiduceremo Lotti. Siamo garantisti sempre». «Asse con Fdl e Lega necessario. Alfano e i suoi vogliono tornare? Forza Italia non è un taxi». «Raggi flop, ma è anche vittima di accanimento». Intanto sul Corriere un sondaggio rivela: 2 italiani su 3 (67%) ritengono che il Paese stia andando nella direzione sbagliata, con una crescita di 7 punti rispetto al marzo 2016, mentre solo il 15% è di parere opposto e il 18% sospende il giudizio. E non stupisce neppure che 1 italiano su 2 esprima un giudizio negativo sul governo (52%) e sul premier Gentiloni (50%)”.
Economia e Finanza
Riforme. Oggi sul Sole: “Nuovo taglio del «cuneo» di 3-5 punti sui neoassunti, chiusura del gap di prezzo che divide le nostre industrie a più elevato consumo energetico dai competitori continentali. Un segnale forte sul ddl concorrenza. Spinta alla “fase 2″ del Piano banda ultralarga. Sono alcuni dei 15 settori da riformare che – insieme al recupero del gap tra Nord eSud, come ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella potrebbero rilanciare l’asfittica crescita dell’Italia, facendole superare la barriera dell’1%. Sul fronte privatizzazioni per la seconda tranche di Poste ipotesi Cdp e dipendenti”. Il Corriere: “Da Catania, Gentiloni spiega di rendersi conto di fare un po’ «la figura del marziano, con tutte le difficoltà che mi circondano». Non scordando «le cicatrici che la crisi ha lasciato». Ma il premier punta a una svolta in una direzione, la cui priorità «è prendersi cura dei danni sociali». Al primo punto c’è una nuova spending review, con la riduzione delle spese dei ministeri, che dovrebbero portare 1,5 miliardi di euro. Soldi da dirottare al «fondo povertà», che sta molto a cuore ai centristi, perché incentrato sulle famiglie”. Intanto Bruxelles attende entro il 10 aprile il testo del Documento di economia e finanza, di fatto la bozza della legge di bilancio per l’autunno. Se la trattativa andrà in porto, il Def per il 2018 potrebbe indicare un deficit fra l’1,9 e il 2 per cento, sette-otto decimali sopra gli attuali obiettivi ma in ogni caso in una traiettoria ancora discendente. Significherebbe uno sconto di circa dieci-undici miliardi di euro.
Auto/infrastrutture/Energia/
– Anas senza il contratto di programma e con l’impossibilità di spendere i 6,6 miliardi già stanziati dalla Finanziaria. Previsto dalla legge di Stabilità del 2016, il nuovo accordo quadro, quello che prevede il corrispettivo per i lavori svolti e l’autonomia finanziaria, è fermo da mesi. E questo blocca la realizzazione di numerose opere stradali in tutta Italia.
– Starace: porteremo sul mercato soluzioni energetiche sempre più affidabili e sostenibili, sinergie con start up internazionali. Enel scommette sulla Sicilia e mette in campo 100 milioni di euro da investire, nell’arco dei prossimi due anni, nella fabbrica di pannelli fotovoltaici 3Sun che il gruppo possiede a Catania.
– Una tassa comune sulle banche nella zona euro per finanziare il fondo di tutela dei depositi bancari, la risoluzione degli istituti in crisi, ma anche un’assicurazione comune contro la disoccupazione e un fondo per sostenere e incentivare le riforme strutturali nei paesi membri. Allo studio del Tesoro vi è una proposta europea, in vista del vertice di fine mese sui trattati di Roma.
Politica estera
Trump all’attacco: «Obama mi intercettava». Nuovo Watergate. Il Sole 24 Ore: “Trump archivia il discorso «presidenziale» e torna all’attacco. Con una raffica di 5 tweet, in un quarto d’ora ieri mattina appena alzato – dalle 6.49 ora americana (le 12.49 in Italia) alle 7.02 – ha accusato duramente il presidente che l’ha preceduto: «Obama come Nixon e McCarty: ha fatto intercettare i miei telefoni. Ho scoperto che ha dato ordine di controllare le mie telefonate nella Trump Tower, proprio prima della vittoria. Non ha trovato niente. Questo è maccartismo! È caduto davvero in basso». La replica del portavoce di Obama: «Falso. Mai intercettato Trump»”.
“Il gioco di Trump (discreditare i media e mentire) e le sue conseguenze sulla società”. Si segnala l’analisi di Fukuyama sempre sul Sole;
Olanda. Si segnala La Stampa: “Il Paese alle urne fra 10 giorni, l’economia va e la disoccupazione è al 5,3%. Ma gli slogan contro Ue e islamici spingono il populista Wilders in testa. In questa partita “il futuro dell’Olanda si trova a trenta chilometri dalla capitale Amsterdam. Per raggiungerlo, bisogna lasciarsi alle spalle i turisti che pascolano sulla Damrak e prendere il treno dei pendolari – un Intercity con il wifilibero – in direzione di Almere. Dopo 20 minuti di campi coltivati, mucche e mulini a vento, spunta la città più giovane di tutta l’Olanda. Fino al 1976 Almere non esisteva. Oggi, con quasi 200 mila residenti, è la settima città più grande del Paese. Qui, a 3,2 metri sotto il livello del mare, un abitante su tre ha origini extraeuropee”. Viaggio nella città più multietnica d’Olanda roccaforte della destra anti-migranti.
Vaticano. Il Corriere intervista Gerhard Ludwig Muller. «Non posso capire che si parli di mancanza di collaborazione». II cardinale Gerhard Ludwig Müller, teologo, curatore dell’opera omnia di Ratzinger, è dal 2012 prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. È la prima volta che parla da quando Marie Collins, vittima di un prete pedofilo quando aveva 13 anni, si è dimessa dalla Pontificia commissione per la protezione dei minori denunciando «una mancanza di collaborazione vergognosa» della Curia e in particolare della sua Congregazione. «Non ho avuto mai prima l’occasione di incontrarla. Ma naturalmente sono pronto, nulla lo impedisce». D.: Ci sono state resistenze in Curia e nel suo dicastero? R.: “Penso si dovrebbe mettere fine a questo cliché , l’idea che ci sia da un lato il Papa che vuole la riforma e dall’altro un gruppo di resistenti che vorrebbero bloccarla. Fa parte della nostra fede cattolica e dell’ethos del lavoro della Curia romana di sostenere la missione universale del Papa, a lui affidata da Gesù Cristo”. Chiesa è compatta nella lotta alla pedofilia.