Politica interna
Si riapre lo scontro su Etruria. Oggi sul Corriere della Sera: “Nessuna omissione. Si difende il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, accusato di aver mentito alla commissione parlamentare sullo stato delle inchieste per Banca Etruria con una lettera al presidente della Commissione banche, Pier Ferdinando Casini. «lo corretto — ha spiegato il pm — sul papà di Boschi indagato ho annuito». Intanto divampa la polemica politica con Cinque Stelle e Mdp all’attacco del Pd. Maria Elena Boschi annuncia causa civile contro l’ex direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli”. Lina Palmerini sul Sole 24 Ore: “Quel finale di legislatura ordinato sta diventando un sentiero sempre più stretto anche se perseguito con ostinazione tra il Quirinale e Palazzo Chigi. Ieri c’è stato un altro capitolo dell’infuocata vicenda su Banca Etruria: prima il Pm di Arezzo, Roberto Rossi, è stato accusato di omissione su un’indagine a carico del padre di Maria Elena Boschi per falso in prospetto, poi è arrivata la precisazione di aver risposto a tutte le domande, versione avallata anche dal presidente della Commissione d’inchiesta Casini. Infine, in serata scende direttamente nell’arena il sottosegretario Boschi che annuncia un’azione civile contro Ferruccio de Bortoli che nel suo libro “Poteri forti (o quasi)” ha scritto di ingerenze dell’ex ministra sulla vicenda di Etruria coinvolgendo l’ex ad di Unicredit Ghizzoni. La coda velenosa della legislatura è quella delle banche e di certo ci sarà un crescendo di tensione fino alla audizione – il 15 dicembre – del Governatore di Bankitalia Visco”. Il Corriere della Sera: “Maria Elena Boschi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, (…) su Facebook fissa alcuni punti. «La verità è semplice: se mio padre ha commesso reati ne risponderà come privato cittadino. Al momento — osserva — non è neanche rinviato a giudizio. Ma comunque è una sua vicenda personale, non del Pd». Boschi annuncia, inoltre, che chiederà i danni a Ferruccio de Bortoli, per avere scritto che fu lei a sollecitare l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, per intervenire a favore di Banca Etruria. Ricostruzione smentita dalla diretta interessata, ma non da Ghizzoni. «Apprendo che mi farà causa. Grazie», dice de Bortoli. La mossa di Boschi in difesa del partito è inevitabile per l’escalation di richieste di dimissioni sia da parte di Mdp, per bocca del senatore Miguel Gotor, sia dal fronte del M5S, che con il capogruppo Giovanni Endrizzi denuncia «il sistema messo in piedi da Matteo Renzi e dalla ministra Boschi. Renzi e Boschi si facciano da parte». Massimo Giannini su Repubblica: “Per liberarsi dal fantasma di Etruria (…) il Pd ha trasformato la Commissione parlamentare che indaga sulle crisi bancarie in un Tribunale del Popolo. E ha approfittato di una sola seduta, quella in cui è stato ascoltato il Capo della Procura di Arezzo, per emettere la sua “sentenza definitiva”: la colpa dei disastri del credito è tutta di Via Nazionale. Una mossa avventata, liquidatoria e auto-assolutoria. È evidente che Bankitalia e Consob hanno serie responsabilità (…) ma è altrettanto evidente che il partito di maggioranza che da Palazzo Chigi ha gestito le più delicate partite del credito (…) non poteva cavarsela così a buon mercato. Ed è ancora più evidente che un personaggio-chiave come Maria Elena Boschi (portatrice di un oggettivo conflitto di interessi per il coinvolgimento di suo padre Pierluigi nel default di Etruria) non poteva attraversare indenne i sospetti mai davvero chiariti sulla parte che lei stessa ha giocato in commedia. Scaricando tutto il peso dei crac sulle spalle dei controllori”.
La sfida elettorale. Dal Corriere della Sera: “La guerra fratricida a sinistra è già iniziata. «La prossima campagna elettorale sarà all’ultimo voto. Anche una piccola percentuale farà la differenza», detta la linea Matteo Renzi. E a Roberto Speranza («Liberi e uguali») che al Corriere della Sera ha annunciato una «sfida al Pd collegio per collegio», risponde il vicesegretario dem Lorenzo Guerini: “Il Pd invece vuole sfidare la destra e i 5 Stelle. La differenza, alla fine, è tutta qui». E Piero Fassino (Pd), ambasciatore con la sinistra, aggiunge: «Con Liberi e uguali più difficile vincere su populismo e destra». Con il «Rosatellum» i seggi maggioritari (nel collegio vince il candidato che ottiene anche un solo voto in più) sono 116 al Senato e 232 alla Camera. La lista di sinistra Liberi e uguali (accreditata tra il 6 e il 10%) potrebbe non vincere in nessun collegio. Ma la squadra che schiera, oltre Grasso, Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani e altri big della sinistra può fare molto male ai candidati del Pd anche quando la loro vittoria è a portata di mano”. Repubblica: “Quanti consensi in più porta alla sinistra Piero Grasso? E c’è un “effetto Grasso” nei sondaggi di queste ore? Il giorno dopo l’affollatissima convention di “Liberi e Uguali”, il clima tra i partner della sinistra (Mdp-Si-Possibile) è euforico, di chi ha messo a segno un primo gol. Ma i sondaggisti danno risposte molte diverse. Rado Fonda di SWG ad esempio, stima solo nell’uno per cento il bagaglio di consensi in più che il presidente del Senato porterà: quindi dal 5% si passerebbe al 6% per la nuova sinistra. Roberto Weber invece, responsabile dell’area ricerche di Ixé, è convinto che «non è improbabile che arrivino al 10 per cento». Insomma Massimo D’Alema non c’è andato lontano ipotizzando domenica proprio questi numeri”. La Stampa: «Aperti a un’intesa con Grasso dopo il voto». La tentazione si fa strada tra i grillini in cerca di accordi per il governo: «Ma “Liberi e uguali” deve fare un buon risultato». Intanto il presidente del Senato prepara un tour per l’Italia. Sempre La Stampa: “Il presidente del Consiglio il suo pensiero l’ha già fatto conoscere al Capo dello Stato: per quanto lo riguarda, concludere «in modo ordinato» la legislatura, significa chiuderla, non appena si prenderà atto che non ci sono più margini per approvare leggi significative in Parlamento. E la previsione del premier è che dopo il rush finale di dicembre – Finanziaria e diversi provvedimenti in ballo tra Senato e Camera – la legislatura sia finita. In parole povere Paolo Gentiloni è per uno scioglimento rapido delle Camere a cavallo tra Natale ed Epifania, subito dopo l’approvazione della legge di Stabilità”. Il Corriere: “Partito democratico e Movimento Cinque Stelle sono d’accordo: disco verde sul testamento biologico (…) Potrebbe essere questa l’ultima legge importante di questa legislatura (…) Oggi si terrà la riunione dei capigruppo in Senato ed è possibile che il calendario vedrà in testa proprio le norme sul fine vita”.
Politica estera
Brexit, salta l’accordo Ue-Londra. Il Sole 24 Ore: “È terminato con un drammatico nulla di fatto il tanto atteso incontro tra il presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker e la premier britannica Theresa May ieri a Bruxelles. Le parti non sono riuscite a trovare una intesa preliminare in vista del divorzio della Gran Bretagna dall’Unione. La speranza rimane di trovare una intesa entro il vertice europeo di metà mese, anche se nei fatti la complessità della trattativa sta mettendo a rischio l’unità britannica. «Non è stato possibile trovare una intesa completa», ha ammesso in un brevissimo punto-stampa il presidente Juncker, con al suo fianco la premier May. «Nuove trattative e nuove discussioni si sono dimostrate necessarie. Queste si terranno entro la fine della settimana. Le posizioni si stanno avvicinando. Sono ancora fiducioso che potremo segnalare ai Ventisette a metà mese che abbiamo fatto sufficienti progressi» sulla via del divorzio in modo da aprire le trattative su un futuro partenariato”. “La questione irlandese l’ostacolo più difficile”, si legge. “Necessario un nuovo round negoziale. Corsa contro il tempo. Il compromesso deve essere raggiunto prima del vertice europeo del 14-15 dicembre”.
Eurogruppo, Centeno presidente. Il Sole 24 Ore: “Il ministro delle Finanze portoghese Mario Centeno è stato eletto ieri a Bruxelles nuovo presidente dell’Eurogruppo, il consiglio dei ministri finanziari della zona euro. L’economista prende il posto dell’olandese Jeroen Dijsselbloem, il cui mandato scade il 13 gennaio. Poco noto al grande pubblico, ex banchiere centrale, Centeno sarà chiamato a gestire l’Eurogruppo in un momento particolare, mentre i Paesi membri vogliono rafforzare l’integrazione dell’unione monetaria. Sono stati necessari due turni per l’elezione del nuovo presidente. Al primo turno il ministro Centeno non è riuscito ad ottenere i 10 voti su 19 richiesti dalle norme europee. Candidati alla successione di Disselbloem erano oltre a Centeno, anche il socialista slovacco Peter Kazimir, il liberale lussemburghese Pierre Gramegna e la conservatrice lettone Dana Reizniece-Ozola. Il nuovo presidente dell’Eurogruppo rimarrà in carica per due anni e mezzo”.
Usa/Nord Corea. Repubblica: “Dopo le tasse, un’altra vittoria per Donald Trump: il suo Muslim Ban è legge dello Stato. Lo ha deciso la Corte Suprema, il massimo organo della giustizia americana, rovesciando le sentenze dei livelli inferiori della magistratura. Trump ha ora la possibilità di vietare l’ingresso negli Usa ai cittadini di otto paesi, di cui sei a maggioranza musulmana, che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale”.
Il Corriere della Sera: “Un jet di linea della Cathay Pacific, in volo tra san Francisco e Hong Kong la notte del 29 novembre, è stato «sfiorato» dal razzo lanciato da Kim Jong-un. «Abbiamo visto un missile della Dprk (in sigla, la Corea del Nord, ndr) esplodere e precipitare nei pressi della nostra attuale posizione», ha riferito il pilota al personale di terra. I test di Pyongyang sono un rischio potenziale per decine di jet di linea”.
Economia e finanza
Tasse, intesa Apple-Dublino. Il Sole 24 Ore: “Apple ha accettato di versare all’Irlanda i 13 miliardi di tasse non pagate che per Bruxelles sono aiuti di Stato. II pagamento rateale avverrà su un fondo di garanzia, in attesa che la Corte Ue si pronunci sul ricorso presentato dalle due parti contro Bruxelles. Intanto si allontana l’accordo sulla Brexit. Juncker: «Oggi non è possibile annunciare un accordo». May: «Dobbiamo negoziare ancora». Il Giornale intervista Massimo Mucchetti: iI senatore, autore dell’emendamento alla legge di Bilancio che introduce la web tax, spiega al Giornale: «Quello dei colossi del web, tra cui Google e Facebook, è un monopolio globale. Inutile aspettare ancora l’Europa o l’Ocse, serve un’iniziativa nazionale per fare pagare il dovuto. I costi non ricadranno sui consumatori». Anche la presidente Fininvest Marina Berlusconi ha denunciato: «Da imprenditore, dico che dobbiamo potere competere ad armi pari».
Commissione banche. Il Corriere della Sera: “Il presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini ha ieri annunciato che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, sarà audito dalla Commissione giovedì 14 dicembre, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco il 15 e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il 18 o il 19. Forse, però, l’audizione più «attesa», soprattutto in relazione alle circostanze che vedono Maria Elena Boschi fare causa a de Bortoli, è quella di Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit. Sulla possibilità che venga convocato si discuterà in Commissione oggi e, nel caso, si potrebbe andare alla votazione domani”. La Stampa sempre sulla commissione banche: Mauro Maria Marino è vicepresidente in quota Pd. D.: Non avete deciso se ascoltare l’ex numero uno di Unicredit, Federico Ghizzoni. Proprio ieri la sottosegretaria Boschi ha deciso di querelare chi l’ha accusata di aver chiesto il suo intervento per salvare la banca di cui il padre era vicepresidente. R.: «C’è chi ha fatto questa richiesta, ma mi sembra che il presidente Casini consideri esaurite le audizioni del filone Etruria». D.: Sentirete anche Mario Draghi? R.: «La richiesta di ascoltarlo è arrivata solo dai Cinque Stelle. Nell’esercizio del suo mandato Draghi è chiamato a rispondere di fronte al parlamento europeo, non a quelli nazionali. L’audizione della Nouy penso possa darci tutte le risposte».