Il ritiro in 83 Paesi di oltre 12 milioni di scatole di latte in polvere per l’infanzia Lactalis dello stabilimento di Craon, a rischio salmonella, e’ l’ultimo della serie di allarmi alimentari che hanno portato oggi piu’ di due italiani su tre (68%) ad essere preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute, per effetto del ripetersi degli scandali sul cibo. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione dell’annuncio dell’amministratore delegato della compagnia francese che ha chiesto a tutti distributori coinvolti di togliere il prodotto a rischio dagli scaffali.
Sono importanti le misure per affrontare l’emergenza ma – sottolinea la Coldiretti – occorre intervenire con interventi strutturali di fronte agli scandali che si rincorrono e si propagano rapidamente a livello planetario. L’inizio del secolo – ricorda la Coldiretti – e’ stato segnato dall’emergenza mucca pazza del 2001 che e’ quella che ha pesato di piu’ sulla filiera alimentare ma che ha anche rappresentato una volta nelle politiche comunitarie con misure di prevenzione e trasparenza come l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne. Nel 2008 e’ stata invece la volta della carne alla diossina dal nord Europa seguito della contaminazione nei mangimi, e del latte alla melamina che dalla Cina si e’ diffuso in tutto il mondo. Due anni piu’ tardi (2010) – continua Coldiretti – e’ arrivata la mozzarella blu a spaventare i consumatori italiani mentre nell’estate del 2011 e’ comparso il batterio killer, che fece salire ingiustamente i cetrioli sul banco degli imputati e poi nel 2013 e’ stata la volta delle polpette di carne di cavallo spacciata per manzo e nel 2017 delle uova al Fipronil. n tutti i casi – sottolinea Coldiretti – e’ emerso evidente che con la globalizzazione degli scambi commerciali e delle informazioni le emergenze si diffondono rapidamente nei diversi Paesi e continenti e che le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficolta’ di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio, con pericolose conseguenze per la salute dei cittadini ma anche sul piano economico per gli effetti sui consumi poiche’ non si riesce a confinare l’emergenza. L’esperienza di questi anni dimostra – sostiene Coldiretti – l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti senza attendere che si verifichino altre emergenze, ma anche la necessita’ di togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano i prodotti dall’estero per consentire interventi rapidi e mirati.