Le buone notizie, quando si tratta del nostro Sud, non viaggiano mai da sole. Specialmente quando si parla di Napoli, sempre le accompagna – purtroppo – qualcosa che le smorza, le dimezza, riducendone la portata. Anzi, spesso i fatti brutti o pessimi sembra lo facciano apposta ad interporsi tra realtà e percezione, imponendo una narrazione quasi sempre a tinte fosche.
Non è esente la settimana che porta al prossimo Natale. Vediamo come e perché.
IL PRIMATO
Tra gli articoli “positivi”, ci va senza dubbio il pezzo del Corriere del Mezzogiorno del 21 dicembre, intitolato “Campania regina d’Italia. Per l’Istat cresce più di tutte”. Stavolta parlano i numeri, non le opinioni. Ecco le stime più salienti (Fonte Istat):
- La Campania si conferma la prima regione italiana per crescita del Pil con il più 3,2 per cento,
- La stima rafforza ulteriormente il dato del più 2,4 per cento registrato dalla Svimez a metà anno.
- Il confronto con la crescita del Pil italiano del 2016 (0,9 per cento rispetto all’anno precedente) vede la Campania in testa alla graduatoria di tutte le regioni italiane.
- L’occupazione conferma il suo andamento notevolmente positivo: più 3,6 per cento.
LA PIAGA
Ma sul corpo della Campania c’è una ferita che non smette di sanguinare. E’ una piaga vera e propria e si chiama Gomorra. Non quella dei libri e dei serial tv, ma quella vera. Di una Napoli infestata dalle “imprese” di camorristi di età sempre più acerba, che obbediscono a logiche sempre più assurde. Un ragazzo viene circondato da coetanei e preso a coltellate. E’ accaduto martedì 19 scorso, a via Foria. E senza apparente motivazione. Si chiama Arturo, ha 17 anni, resta sanguinate a terra in attesa di soccorsi. Si parla di “emulazione della fiction e di contagio mentale dovuto alle influenze di una serie televisiva molto seguita dai giovanissimi…
Fino a che a Napoli, la città simbolo del Mezzogiorno, si verificheranno episodi come quello che ha lasciato Arturo sul selciato, tra la vita e la morte, è ovvio; non ci saranno dati di Pil che potranno mutare la percezione della nostra città come realtà urbana allo sbando.E la possibilità di attirare sul territorio i capitali ele competenze di cui ha bisogno, saranno ridotte al lumicino. E’ una nuova emergenza, forse la più terribile di tutte perché non ha cause naturali o motivazioni razionali alla sua origine.