Politica interna
Trattative a sinistra. Il Corriere della Sera: “Prodi segue il filo delle trattative «con interesse e speranza». Renzi sa che, se non ci riesce Fassino «che è una garanzia», non può farcela nessuno. Partito da Grasso e Boldrini, l’ex segretario dei Ds prevede di incontrare entro domani Romano Prodi, forse anche con il leader del Pd. E nell’«Agenda di Piero» spunta anche il nome di Pisapia, per sabato a Milano. Ma strada facendo Fassino ha sbattuto contro un niet pesante, quello di Mdp. A Otto e mezzo, su La7, Bersani ha chiuso alla mediazione: «E’ teatro. Uniti si vince o cambiando si vince? Se il Pd cancella il Jobs act e si tiene Renzi, ci stiamo alla grande». Potrebbe sembrare un’apertura, se non fosse che il leader dem non cancellerà mai la sua legge sul mercato del lavoro. L’altro no che conta è arrivato da D’Alema. E anche Laura Boldrini non ha cambiato la sua posizione di chiusura verso il Pd”. Repubblica sulla strategia: lo Ius soli come prima mossa per la pace a sinistra. Si legge: “Lo Ius soli sarà legge prima che finisca l’anno. Pd e governo hanno deciso: il provvedimento sarà all’ordine del giorno del Senato subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio”. Fassino su Repubblica: “Occorre fare ogni sforzo per approvare in questa legislatura le leggi sullo ius soli e il fine vita, indipendentemente dall’esito di queste trattative”. Sempre Repubblica scrive, in tema di manovre elettorali: “Dal tridente iniziale, gli architetti del Nazareno sono passati a uno schema a quattro punte. L’idea è affiancare alla lista del Pd un contenitore radicale ed europeista (quello di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova), una lista di sinistra guidata da Campo progressista – in assenza di un’intesa con Mdp, naturalmente – e infine un listone centrista, la cui regia è affidata a Pier Ferdinando Casini, capace di tenere assieme anche Idv, quel che resterà di Ap, Democrazia Solidale”. La Stampa: “A Fassino che gli spiegava il suo compito Grasso ha risposto: «sulle alleanze non ti posso dire nulla perchè non rappresento alcun soggetto politico». E gli fa notare che per gli effetti perversi di questa legge elettorale, è difficile trovare qualsiasi intesa. II Presidente del Senato è infatti scettico: «ad oggi mi pare difficile fare un’alleanza col Pd» e dal Pd lo criticano perché starebbe assumendo un ruolo politico e oggi viene consultato dal delegato della segreteria pd… Sempre un sondaggio della Stampa rivela che Grasso insidia Renzi come leader.
Centrodestra/M5S. Il Giornale: “Silvio Berlusconi al Tg 1 avvisa gli alleati: «La coalizione vince per le idee moderate, cattoliche e liberali, quelle del Ppe». E sul verdetto di Strasburgo sull’incandidabilità aggiunge: «Mi sia resa giustizia in tempo per le Politiche»”. Il Corriere della Sera: “Berlusconi non si fida. Più si avvicinano le elezioni più si mostra perplesso sulla prospettiva delle larghe intese, che oggi è considerata l’ipotesi di scuola: se dalle urne non emergesse una maggioranza omogenea, il patto di governo tra Forza Italia e Pd viene dato quasi per scontato. Per il Cavaliere invece di scontato non c’è nulla, visto come nutre di dubbi i suoi ragionamenti e si interroga sulla reale capacità di Renzi di gestire questo eventuale processo. Perché in caso di sconfitta, secondo Berlusconi, un partito scosso e con un leader contestato potrebbe ulteriormente dividersi. E teme un asse con il M5S. D’altronde è da tempo che Bersani si dice pronto a uno «streaming» con Di Maio e ieri su La7 ha ribadito il suo pensiero: «Con la destra non vado, quanto ai Cinquestelle decidano dove li porta il cuore…»”. La Stampa: “Durante la sua missione negli Usa, il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, ha incontrato il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. L’obiettivo del leader grillino è il disgelo con la Santa Sede. Il vicepresidente della Camera, in un’intervista a «La Stampa», ha affrontato il tema delle tasse: «Taglierò le imposte alle imprese come ha fatto Trump». «Mi sono confrontato con il gruppo parlamentare e abbiamo stabilito di seguire una sola linea politica». Conrad Tribble, del Dipartimento di Stato, ha apprezzato le nostre posizioni. Non accetteremo condizionamenti dai russi, ora c’è una sola linea politica. Quello che ci piace del leader Usa è il fisco. In Italia ci prenderemo la responsabilità di non lasciare il Paese nel caos.
Politica estera
L’Europa attacca Roma. Il Corriere della Sera: “L’ipotesi di mettere in qualche modo sotto tutela l’Italia dopo le elezioni della prossima primavera è, nei corridoi europei, nella mente non più solo dei cosiddetti «falchi» di Bruxelles e di Berlino. È parte di uno scenario fondato su una realtà che tutti, nella Ue e nell’Eurozona, prendono ormai in considerazione. Le ragioni politiche sono evidenti: non è detto che nel 2018 a Roma ci sia un governo solido; i commissari e i ministri finanziari europei si devono preparare a una possibile instabilità. Ma una certa instabilità politica, che c’è anche in altri Paesi, sarebbe gestibile se i conti pubblici italiani andassero bene. È che non vanno bene anche se la ripresa dell’economia sembra più forte del previsto. Le parole sono di Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione Ue.
Imprese Ue contro i falsi online. Dal Sole 24 Ore: “Inedita alleanza di imprese europee contro la contraffazione: 100 tra i più grandi gruppi industriali di beni di consumo hanno scritto a Juncker per denunciare la «scelta sorprendente della Commissione Ue» di non dare la priorità alla lotta contro i beni contraffatti in vendita sulle piattaforme e-commerce come Amazon o Alibaba. Intanto il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme antidumping Ue, che tra l’altro imporranno ai partner extra-europei di conformarsi agli standard sociali e ambientali internazionali per evitare sanzioni. Ferrarini (Confindustria): «Bene, ora vigilare sull’attuazione degli impegni»”.
Zimbabwe/Russiagate. Il Corriere della Sera: “Dopo 37 anni finisce l’era di Robert Mugabe, il presidente-padrone dello Zimbabwe di fatto agli arresti domiciliari nella villa a nord di Harare. Con lui la moglie Grace, che il prossimo mese sarebbe diventata numero due del partito di governo. Ma i militari: «Non è un golpe»”.
Repubblica: “Hanno cominciato a occuparsi di lui nel 1977, poi lo hanno «coltivato» per 30 anni. Fino a costruire una ragnatela di affari, finanziamenti e dossier in grado di influenzare, se non ricattare, il presidente Usa. Sono le rivelazioni di “Collusion”, il libro scritto da Luke Harding che ricostruisce i rapporti tra Donald Trump e il Cremlino. Un’operazione gestita con i metodi del Kgb: soldi e sesso”. Sul quotidiano, l’anticipazione.
Economia e finanza
La difesa dell’Italia su conti e debito: Bruxelles sbaglia. Il Corriere della Sera: “Con una prospettiva di crescita dell’1,8% «non siamo più un fanalino di coda dell’Unione Europea». Anzi, «dobbiamo essere più consapevoli che la sostanza del discorso non sono le cifre, ma è capire che il Paese s’è rimesso a crescere». Dal palco dell’Auditorium dell’Università Cattolica di Roma, per l’inaugurazione del nuovo anno accademico, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni risponde ai dubbi dell’Europa sulla tenuta dei conti italiani espressi dal vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen che ha invitato «l’Italia a dire la verità». Il premier ribadisce ottimismo per quel 1,8% del Pil cresciuto in un anno secondo la stima dell’Istat, «c’è l’orgoglio e soddisfazione». Dagli Stati Uniti arrivano anche le rassicurazioni del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che prevede una crescita del Pil italiano «forse anche più larga»”. Sul Corriere parla il consigliere economico Yoram Gutgeld: “Un conto è discutere la legge di Bilancio. Ma dire che l’Italia non sta migliorando e insinuare che la politica italiana stia nascondendo i fatti è questione di tono, fatti e credibilità di chi lo dice”. Il tono «francamente è un po’ offensivo». Nei fatti «l’Italia migliora sotto tutti i punti di vista: deficit, crescita, spesa pubblica, creazione di posti di lavoro». «Il debito si è consolidato e inizia a scendere (…) «Non accetto lezioni da un signore (Katainen, ndr) che insinua che i politici italiani stanno mentendo, che nega un miglioramento evidente dei conti e dell’economia in una situazione francamente non facile».
Il Sole 24 Ore: “La produttività del lavoro in Italia è sotto la media Ue. E nonostante la crescita – celebrata in questi giorni come fattore di un’Italia di nuovo in movimento – sul fronte produttività, il paese mostra tutta la sua fragilità. Come ha certificato ieri l’Istat, la produttività – intesa come misura della crescita del valore aggiunto dovuta al progresso tecnico, alla conoscenza e all’efficienza – è diminuita dello 0,4 nel 2016, dopo gli aumenti registrati sia nel periodo 2009-2014 sia nel 2015. In particolare, negli ultimi 21 anni, tra 1995 e 2016, la produttività del lavoro in Italia è cresciuta a un tasso medio annuo dello 0,3%, un dato che è «decisamente inferiore alla media Ue (1,6%)”.
Eni-Enav, 2,8 miliardi al Tesoro. Il Sole 24 Ore: “Con una lettera inviata nei giorni scorsi alla Cassa Depositi e Prestiti, il ministero dell’Economia ha avviato formalmente il processo per la vendita delle quote di Eni ed Enav da chiudere entro la fine dell’anno. Si tratta del 50,37% dell’Enav, la societa del controllo aereo quotata a luglio dell’anno scorso, e del 3,3% dell’Eni. In base agli attuali valori di Borsa, il controvalore atteso dall’operazione è di 2,8 miliardi di euro, non lontano dai 3,5 miliardi di introiti da privatizzazioni, pari allo 0,2% del Pil, posti come obiettivo per il 2017 nel Def 2017. Al ministero del Tesoro resterà il 3% dell’Enav e l’1% di Eni. Il 22 novembre si riunirà il consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti per una prima valutazione anche da parte degli azionisti privati, le fondazioni bancarie, presenti nel board”.