L’ormai infinita vicenda dell’Uva è solo il primo atto di un autunno che si prevede particolarmente complesso sul fronte delle crisi aziendali. Ai ministero dello Sviluppo economico sono aperti infatti 162 tavoli di crisi che coinvolgono tante piccole e medie imprese, ma anche grandi aziende, come Alitalia, Perugina, Sky ed Ericsson. Nonostante i numeri in leggera ripresa sull’occupazione, c’è una certa preoccupazione tra i sindacati in merito a questi dossier, soprattutto per il gran numero di lavoratori coinvolti: sono circa 148mila. Con l’Uva la situazione si è già surriscaldata e lunedì si vedranno i primi segnali di quella che quasi certamente sarà un’altra complessa vertenza, cioè Alitalia. Il 16 ottobre infatti sono attese le offerte vincolanti per l’acquisto dell’ex compagnia di bandiera e saranno messi nero su bianco i numeri dei lavoratori, sui 12mila dipendenti totali, che i possibili interessati all’azienda vorranno lasciare a casa. Le previsioni non sono confortanti. Il bilancio dei tavoli aperti al ministero in generale non è comunque molto diverso da quello dello scorso anno. L’urgenza chiaramente è di trovare una soluzione per le crisi aperte, ma al Mise hanno spiegato che il contesto ora è un po’ «più complicato». Nei primi otto mesi dell’anno ne sono state chiuse positiva- mente più di 25. Il responsabile dell’unità che gestisce le crisi al ministero, Giampietro Castano, spiegava però alla fine dell’estate che «la situazione è un po’ più complessa, o perché si tratta di vertenze che si sono incancrenite nel tempo, o perché il contesto degli ammortizzatori sociali è più debole e questo pone la prospettiva di possibili licenziamenti». E infatti l’attività del ministero dello Sviluppo è ripresa a ritmo sostenuto, a partire dalla vertenza sull’Ilva che si è complicata proprio sul tema del lavoro. Nel complesso comunque i tavoli interessano a livello geografico soprattutto il Centro-Sud, mentre per quel che riguarda i settori, le maggiori difficoltà ci sono per i cali center, la siderurgia, l’alimentare e alcuni segmenti della moda di qualità. Tra le altre imprese coinvolte ci sono Atitech, lag, i supermercati Toudì, Nokia, Gls, la Gomitai di Volpiano, a Torino. E non è detto che in futuro altre azienda non debbano passare dal ministero dello Sviluppo, a partire dall’Atac. [nic.lil.] mentare e alcuni segmenti della moda di qualità. Tra le altre imprese coinvolte ci sono Atitech, lag, i supermercati Toudì, Nokia, Gls, la Gomitai di Volpiano, a Torino. E non è detto che in futuro altre azienda non debbano passare dal ministero dello Sviluppo, a partire dall’Atac.