Si è appena concluso il primo Festival ECONOMIA COME organizzato a Roma sui temi dell’economia.
La Manifestazione, voluta dalla Camera Di Commercio di Roma, da Invitalia e da Fondazione Musica per Roma è andata completamente sold out. Tre giorni di incontri aperti a tutti, storie, dibattiti, grandi interviste nate con l’idea di raccontare l’economia con un linguaggio semplice, divulgativo.
Giornalisti, scrittori, manager, politici si sono alternati sui palchi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma in una no-stop di incontri sul tema dell’economia. Uno dei momenti più interessanti ed originali che ha rapito l’interesse dei partecipanti alla chermesse, è stato il dibattito conclusivo sul tema: “Non C’è Più Il Sud Di Una Volta”.
All’incontro hanno partecipato Domenico Arcuri, Amministratore Delegato di Invitalia e Salvatore Rossi, Direttore Generale della Banca D’Italia, coordinati da Antonio Barbano, Direttore del quotidiano “Il Mattino”.
Partendo dalla constatazione che la Questione Meridionale sia un tema assente nel dibattito politico attuale e che il Paese sia ancora in una condizione di Dualismo, gli interlocutori si sono alternati definendo le loro idee e i loro punti di vista.
Salvatore Rossi, propone di leggere in maniera più sfumata dello schema Vincitori-Vinti: “Io sono un meridionale irritato dal vittimismo, dico che ce la possiamo fare da soli non perché abbiamo colpe, ma perché abbiamo capacità. Il dualismo che ci affligge da secoli deve essere risolto per un interesse comune. ”
E citando il suo saggio “Non è una questione di soldi”, Salvatore Rossi dice che il sud è afflitto da un assistenzialismo secolare, che non ha carenza di risorse, ma che spende male quelle che ha. “Attualmente non servono investimenti straordinari del governo come quelli serviti negli anni ’60, ma serve capire perché le risorse erogate in forme più o meno pari a quelle per il Nord, al Sud funzionino meno bene” dice Rossi a Economia Come, “ma c’è una certa debolezza del “capitale sociale”, cioè del grado di fiducia che, in una società, gli uni nutrono nei confronti degli altri e questo è il brodo in cottura, all’interno del quale si sviluppa il massimo della corruzione, che frena il territorio”.
Secondo Arcuri è tutta una “questione di narrazione”, si dice che ci sia più corruzione al sud, che al nord. “Nella domanda fra vincitori e vinti bisognerebbe smettere di fare retorica, nel 1951 anno di nascita della cassa del mezzogiorno, il contributo al PIL da parte del mezzogiorno era del 26%, nel frattempo molti hanno studiato e scritto di questo fenomeno in maniera più o meno retorica. Ebbene oggi il dato, dopo decenni è ancora 26% … pertanto congetturare su questo argomento è davvero solo un atto retorico.”
Arcuri dice ancora: “La questione meridionale non è stata sempre centrale, 5 anni fa l’Italia si concentrava sulla questione settentrionale, tanto per fare un esempio, i fondi di sviluppo e coesione sono stati usati per creare le piste ciclabili nel Triveneto.
Negli ultimi tre anni il Sud è cresciuto un po’ di più del Nord, dello 0,2%. E vale la pena citare un esempio di attenzione al Sud da parte del governo, che è diventato una dimostrazione di buona amministrazione dei soldi che il governo investe al Sud.
4 anni fa il governo ha voluto recuperare il sito archeologico di Pompei con un investimento di 105 mln e ha incaricato Invitalia delle azioni di recupero. Ebbene dopo 4 anni sono state aperte 76 domus e mentre prima registravano 2 milioni di turisti all’anno, ora ce ne sono 4.”
Barbano: Con la caduta del muro di Berlino, la Germania Ovest prende sulle spalle l’Est dove il 22% della popolazione era disoccupata, oggi il dualismo Est e Ovest in Germania è una questione ormai sparita. E’ possibile che il nostro Paese faccia un investimento di questo tipo?
Arcuri dice che nel ‘93 l’Italia destinava ai fondi per lo Sviluppo e la Coesione l’1,2% del PIL, il resto d’Europa lo 0,8%. L’anno scorso abbiamo speso lo 0,24% in meno del resto dell’Europa. Dice: “Osservo i fenomeni dal mio punto di vista da 10 anni e mi sono fatto un’idea anche delle differenze.” Con fatica la Questione Meridionale è tornata nelle scelte delle politiche italiane, i risultati degli ultimi 3 anni sembrano produrre riscontri.
Barbano afferma: “il capitale sociale definisce il livello di amministrazione e la qualità dei servizi: il pubblico è in grado di affrontare situazioni complesse oppure può guarire solo affidandosi ai privati?
Per rispondere alla domanda Arcuri fa riferimento alle ferrovie e ad un servizio secondo cui c’è una Italia che viaggia sull’alta velocità al Centro Nord, ma che si spacca poi arrivando al Sud dove tutto va come quando avevo 10 anni. La Questione Meridionale dovrebbe essere una questione nazionale tout court!
Barbano: Osservando ancora questo dualismo mi viene da pensare al Bonus degli 80 euro, che è andato al Nord. A Sud ci sono i disoccupati, che in quanto tali non hanno preso gli 80 euro.
Questo quali politiche suggerisce?
Rossi non suggerisce politiche ma parla da economista, secondo cui le imprese innovative beneficiano di politiche che rendano loro la vita più facile, “bisognerebbe incentivare le aziende senza perdere tempo in pastoie burocratiche.”
Secondo Arcuri, anche politiche virtuose possono aumentare il dualismo Nord/Sud, un incentivo automatico, come il Bonus, di fatto amplia il divario, se chi ne beneficia sa come controllare l’automatismo. Ogni volta che si fa una politica a sostegno dello sviluppo, questa amplia il dualismo perché spesso va a favore delle parti già produttive del Paese. Sembra che il denaro costi meno in funzione delle imprese che lo chiedono e diversamente in funzione della latitudine. Serve invece che i capitali privati, la finanza pubblica e i capitali di debito siano più sintonizzati possibile.
Secondo Rossi il privato può fare molte cose in modo che tutto sia più efficiente, ma il pubblico ha un ruolo di controllo, per cui ben vengano i privati.
A conclusione dell’incontro e di Economia Come, Arcuri racconta il progetto Bagnoli, dove Invitalia, su mandato del governo sta lavorando per il recupero dell’area. Parliamo di un posto di assoluta bellezza che è stato destinato all’industria per molti anni e a cui non è stata restituita l’antica bellezza, dopo essere stata depauperata delle sue risorse. Con l’intervento di Invitalia, adesso la spiaggia di Bagnoli è tornata a disposizione dei bagnanti dopo 24 anni. Dopo 24 anni è stato rimosso amianto e Ethernit e quell’area poco per volta verrà riconsegnata ai suoi abitanti e alla sua bellezza.