“Solo commercio e nessuna tutela. Solo business e nessuna cultura. Il rilancio dei beni culturali italiani, tanto sbandierato in queste settimane dal Governo, è un grande bluff. Il patrimonio italiano vive una situazione di abbandono e di incuria”. Lo denuncia Luisa Bossa, deputata Mdp-Liberi e uguali, componente della Commissione Cultura della Camera, ex sindaco di Ercolano, associandosi all’appello di decine di esponenti del mondo dell’Università e della conoscenza sullo stato di caos dei beni culturali in Italia.
“Faccio mio quell’appello – continua la deputata Bossa – perché ho constatato di persona, in questi anni, quale sia la situazione del settore, tra beni abbandonati e altri organizzati solo a fini di business e di spettacolo. C’è uno stato di totale confusione fra Soprintendenze, Poli Museali e Fondazioni di diritto privato, con il depotenziamento e la burocratizzazione di uffici che per decenni hanno difeso il patrimonio dalla speculazione e che oggi vengono messi da parte. La spesa statale per la cultura, al di là della propaganda del Governo, è una delle più basse d’Europa: un terzo di quella francese, metà di quella spagnola. I pochi incrementi di questi anni sono stati indirizzati non sulla tutela ma su business che nulla hanno a che vedere con il patrimonio storico e culturale. Dal rock nel Colosseo al canottaggio nella vasca della Reggia di Caserta, si gioca allo show mentre pezzi di patrimonio straordinario si perdono nell’incuria e nell’abbandono. Ci vuole un cambio deciso di passo: va ricostruita la rete della tutela, va ripristinato l’interesse pubblico sugli affari privati”.