“Ti immaginavi gia’ capitano del Napoli, poter vincere qualcosa, ti immaginavi che la squadra diventasse sempre piu’ forte, come lo e’ ora. Ora e’ uno squadrone, quindi, poter essere uno di quelli… Se non ci fosse stato tutto questo, io a quest’ora sarei ancora li’ a giocare, sicuramente”. E’ questo uno dei grandi rimpianti di Fabio Quagliarella, che a “Le Iene” ha raccontato dello stalking subito per cinque anni e che di fatto lo ha costretto a lasciare la sua Napoli. “I soldi li guadagnavo al Napoli come li ho guadagnati poi alla Juve. E’ stata dura perche’ a casa i miei di notte dormivano con l’ansia, perche’ arrivavano telefonate a casa”, racconta il giocatore. “E sono passato per l’infame della situazione. E credimi, passarlo davanti alla propria gente fa male”. “Io non potevo andare da nessuna parte, non mi potevo godere la mia gente. Perche’ potevi sempre beccare qualcuno che ti diceva la parolina”. E sulla possibilita’ di poter tornare un giorno a vestire la maglia del Napoli aggiunge: “sarebbe bello. Per me sarebbe gia’ solamente bello se mi richiedesse. Solo se passasse per la testa di un mio ritorno, sarebbe gia’ bello. Poi le trattative sono altre cose. Quando ripercorro la mia carriera, mi guardo dietro e dico: ‘Ho lasciato qualcosa di incompiuto’. Come se tu sei arrivato davanti alla porta e stai per tirare e ti tolgono il pallone”.