- ANALISI
ITALIA, il Paese del grande divario
“Se l’Europa ha sostanzialmente fallito il suo programma di “coesione economica”, l’Italia è il più evidente simbolo di questo fallimento”. Sono le parole con cui Pietro Sacco conclude la sua radiografia del divide interno sulle colonne di Avvenire (10 febbraio 2017, pag 5). Dove si legge che non c’è Paese in Europa (e forse al modo) più diviso al suo interno dell’Italia.
Qui il Nord sta alla pari con il cuore dell’Europa ricca. Il Pil del Mezzogiorno può competere con i Paesi dell’Est e la Grecia. Con la differenza, però, che in nessuno dei Paesi dell’ex blocco sovietico né in Grecia, di cui si conosce il livello di criticità, esiste un divario così profondo tra regioni interne: “in nessun altro Paese europeo – afferma Riccò – convivono tante Regioni nelle prime due fasce di ricchezza (ben sei) e quasi altrettante (sette) nella fascia più povera. E’ come se nella stessa casa, nella stessa famiglia italiana, convivessero con lo stesso cognome e lo stesso sangue parenti abbastanza poveri al fianco di congiunti in condizione di evidente agiatezza. Lo si vede dai dati Eurostatcche suddivide le regioni dell’Unione in base al Pil pro capite a parità di potere d’acquisto. “La mappa dimostra – scrive Saccò – che l’Europa a due velocità immaginata da Angela Merkel c’è già ed è in Italia”. L’Eurostat suddivide le Regioni in sei gruppi in base al rapporto tra il loro Pil pro capite, calibrato in base al potere di acquisto, e quello medio dell’Unione europea. Ebbene ecco il quadro che ne emerge:
- Europa ricca: Pil pro-capite superiore al 125% di quello medio europeo.
- Italia dal Lazio in su, Germania,Danimarca, Svezia e (fuori dai confini politici dell’Ue ma dentro quelli stastici dell’Eurostat), Norvegia. Area trainata dal triangolo produttivo Lombardia-Baviera-BadenWurtemberg.
- Europa povera: il Pil pro capite a parità di potere di acquisto è sotto il 75% della media europea.
- Tutta la Grecia, tutto l’Est Europa, i Paesi baltici (con poche eccezioni), quasi tutto il Portogallo e anche gran parte della Spagna (tolte Catalogna, Paesi Baschi e Navarra).Il Sud Italia è tutto dentro questa vasta area di povertà.
- TERAPIAD’URGENZA
- La Chiesa mette a disposizione terreni agricoli non coltivati per i giovani (e le Regioni finanziano lo start up delle nuove imprese). E a Napoli edifici sacri in affidamento a cooperative giovanili che li utilizzino per iniziative culturali o sociali
- Invitalia compra da Poste la Banca del Mezzogiorno, operazione da 390 milioni di euro. Obiettivo: sostenere il credito alle imprese del Sud.
- TERAPIA A LUNGO TERMINE
SUD, LA STRADA POSSIBILE
Ancora dall’Avvenire del 10 febbraio, ecco alcuni spunti riguardanti lo sviluppo del Sudindicati da Leonardo Becchetti:
- Migliorare le infrastrutture fisiche e virtuali
- Impedire immobilismi e fuga dalla responsabilità della burocrazia
- Ridurre il peso della criminalità organizzata
- Porre fine all’austerità contro la quale si è schierato anche il Fondo monetari internazionale
- Assicurare premialità fiscale alle partite più urgenti, come
- le aree economiche speciali
- l’assunzione giovani qualificati
- gli incentivi alle filiere ad alta qualità lavoro e sostenibilità ambientale.
(a cura di Claudio d’Aquino)