II Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto, in Calabria, era diventato il «bancomat» della cosca Arena. Il clan crotonese gestiva di fatto il centro d’accoglienza più grande d’Europa riuscendo, in un decennio, a impossessarsi di oltre 32 milioni di euro sui 105 stanziati dallo Stato per l’assistenza ai migranti. Fondi poi dirottati in Svizzera. In manette sono finite 68 persone. Con i milioni di euro elargiti dal Viminale per gestire l’accoglienza dei migranti aveva comprato case, macchine, barche, persino un cinema: Leonardo Sacco, governatore da oltre 15 anni della Fraternita di Misericordia di Isola Capo Rizzuto, amministrava il centro come se fosse un’azienda privata. E lo faceva sotto la direzione di don Edoardo Scorrilo, il parroco che in realtà per i magistrati è il vero «dominus» della struttura. Intanto, arriva dalla Cassazione una sentenza storica: «I migranti devono conformarsi ai nostri valori». Condannato un indiano di religione sikh, che girava con alla cintura il coltello sacro kirpan, a 2 mila euro di ammenda per porto di arma impropria. «È essenziale – sottolineano i giudici della Prima sezione – l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale».