L’era di Flavio Cattaneo in Telecom Italia si conclude con una buonuscita milionaria 22,9 milioni «a titolo di transazione», spiega una nota della società, riferiti ai compensi dovuti sulla base del suo contratto d’ingaggio, «considerati in particolare il cosiddetto special award e l’Mbo, in relazione all’attività già resa come amministratore e al valore che risulta creato sulla base dei dati oggi disponibili». L’accordo inoltre prevede la corresponsione all’ad uscente di altri 2,1 milioni per il «patto di non concorrenza, di non sollecitazione e non storno della durata di un anno nei confronti dei principali concorrenti di Tim in Italia e in Brasile, soggetto a claw-back in caso di violazione di tali obblighi». Cattaneo quindi lascia con 25 milioni (lordi) di viatico, la metà di quello che gli sarebbe spettato secondo i conteggi iniziali relativi alle sue spettanze complessive. Resta agli atti di Telecom «il parere non favorevole» ancorché «non vincolante» del collegio sindacale (presidente Roberto Capone, Ugo Rock, Paola Maria Maiorana, Gianluca Ponzellini e Vincenzo Cariello) per l’entità della cifra, che fa di Cattaneo il manager più pagato in relazione alla permanenza in azienda. Ma anche il consiglio di amministrazione si è spaccato, visto che la delibera è stata approvata «a maggioranza», come specifica la nota diffusa in serata alla fine della seduta (cui Cattaneo non ha partecipato) durata circa un’ora e mezza. II voto contrario è arrivato dai cinque consiglieri eletti dai fondi: Dario Vivarelli, Dario Frigerio, Francesca Cornelli, Lucia Calvosa, Ferruccio Borsani. Hanno votato a favore gli altri amministratori nominati dall’azionista di maggioranza relativa, il gruppo francese Vivendi, che di Tim ha il 23,9% ed esprime il presidente esecutivo, Arnauld de Puyfontaine (ceo Vivendi).